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Roma- Riparte con forza l’azione rappresentativa del “mondo charter italiano” da parte di AINUD –  Associazione Italiana Noleggio Unita da Diporto. Nata 28 anni fa grazie all’impegno di alcune agenzie di noleggio, l’associazione ha proposto, nell’ambito di un convegno organizzato a Roma lo scorso 17 gennaio, alcune possibili soluzioni per uscire dalla crisi del settore.

Francesco Di Manno, presidente, e Marzia Nostini, vice-presidente, con il contributo di alcuni operatori del settore, hanno fatto il punto della situazione esponendo i dati economici più rappresentativi, confermando un significativo giro d’affari che, anche se intaccato dalla situazione critica generale, non dovrebbe essere “tralasciato” dagli esperti tecnici del Governo.
In particolare, anche se la legislazione alla quale il comparto deve fare riferimento appare indissolubilmente legata dalla nautica commerciale/mercantile,  le attività e i servizi che le società di charter forniscono alla clientela, hanno strette analogie con quelle del turismo, con particolare riferimento all’ospitalità alberghiera. Infatti, se i dati relativi alla locazione e al noleggio di unità da diporto vengono tradotti nel numero di presenze turistiche giornaliere, i risultati sono di tutto rispetto, evidenziando importanti benefici economici per l’indotto (ristorazione, commercio al dettaglio, porti etc.).

Catamarani da noleggio all'ancora a Cala Lazzarina (Lavezzi)

Fermo restando la necessità di contribuire con il pagamento di imposte adeguate, purchè eque, alla risoluzione della crisi nazionale, AINUD auspica la possibilità di poter collaborare con il governo al fine di identificare azioni mirate coerenti con l’attività turistica svolta dalle aziende del comparto.

La scarsa conoscenza delle caratteristiche del settore nautico sono la causa più evidente della linea adottata dal Governo Monti, che non ha certo trovato il pubblico apprezzamento. AINUD è pronta a divenire un “interlocutore attivo” che possa, anche con altre associazioni di categoria e sindacali, meglio identificare le caratteristiche economiche del comparto e suggerire azioni più coerenti con i bisogni degli operatori e, non ultimo, della clientela.

Nel prossimo mese di marzo sarà indetta una assemblea dell’associazione alla quale saranno invitate le aziende – anche se non iscritte ad AINUD – e tutte le associazioni di categoria che operano nel comparto del charter nautico. L’attuale consiglio direttivo AINUD si augura che questo momento di aggregazione possa essere un primo passo verso l’attuazione di un progetto unitario, svincolato da quelle politiche “di parte” che hanno determinato, in passato, l’assenza di azioni sindacali incisive, mai come oggi necessarie.

 

UCINA incontra il Ministro dello Sviluppo Economico Passera

A margine dell’audizione del Ministro dello Sviluppo Economico e delle Infrastrutture e Trasporti, Corrado Passera, in Commissione Lavori Pubblici al Senato, si è svolto martedì 17 gennaio un incontro tra lo stesso Ministro, il Presidente della Commissione VIII, Luigi Grillo e il Presidente di UCINA Confindustria Nautica, Anton Francesco Albertoni.
Albertoni ha potuto rappresentare al Ministro Passera e al Presidente Grillo le gravi ripercussioni provocate dall’attuale formulazione della cosiddetta tassa di stazionamento sull’intera filiera produttiva della nautica.

“La tassa così come proposta va rivista a partire dai valori che sono insostenibili rispetto alle formule della vicina Francia, per non parlare dei Paesi dell’Alto Adriatico” – ha dichiarato il Presidente Albertoni – “Come UCINA siamo disponibili a collaborare per la definizione di una forma di tassazione che riguardi tutti i possessori italiani di imbarcazioni e navi, anche se con bandiera estera”.

In questo modo, secondo il Presidente della Commissione Luigi Grillo, “si manterrebbe inalterato il gettito complessivo, senza colpire il turismo straniero e la portualità turistica, nonché l’attività di refitting dei grandi yacht, oggi fuggiti, che rappresenta un’eccellenza produttiva dell’Italia”.

1 COMMENT

  1. Trovo totalmente sbagliato, poco equo e anche vessatorio tassare le barche delle societa’ di charter, beni strumentali, registrati come tali, e che la legge non ci permette di usare per usi privati. Non si tassa il lavoro, ma l’ utile, che e’ gia’ abbondantemente tassato !

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