Sint Marteen, Antille Olandesi- La storia di Laura Dekker ha appassionato i media generalisti (articoli oggi sia su Repubblica.it sia su corriere.it). La sedicenne ragazzina olandese ha concluso oggi a Sint Marteen il suo giro del mondo in solitario a tappe (attraverso il Canale di Panama e Buona Speranza), diventando così, a 16 anni, la persona più giovane ad aver circumnavigato il pianeta in solitario. Lo ha fatto a bordo del Guppy, un ketch di 11 metri dallo scafo rosso con cui ha navigato per 27.000 miglia. La Dekker toglie così questo primato all’australiana Jessica Watson, che lo aveva compiuto (però senza scali) all’età di 17 anni.

Notevoli le polemiche per questo suo viaggio, con l’Olanda che ha più volte minacciato di affidarla ai servizi sociali. Il primato non è riconosciuto dalla vela ufficiale, visto che il World Sailing Speed Record Council (WSSRC) ha annunciato di non essere interessato all’età dei protagonisti quanto alla velocità dei record.

Sulla storia della Dekker riceviamo l’interessante opinione di Vittorio Malingri, noto navigatore italiano:
VIVA LAURA DEKKER
“Quando avevo 16 anni sono partito per il giro del mondo con la mia famiglia, padre madre fratelli e un sacco di amici che andavano e venivano. Prima di partire non ero un gran elemento… “anzi”, e se brillavo per qualcosa era solo per fare delle gran scemenze. Dal punto di vista scolastico ero messo veramente male. Era già tanto che ci andassi qualche volta. Ma tutti, a scuola, speravano che non lo facessi.
Al mio ritorno, due anni dopo, sapevo 4 lingue avevo guadagnato perfino dei soldi. Avevo imparato una tale quantità di cose che nessuna scuola del mondo avrebbe potuto insegnarmi, specialmente ad uno che scalpitava come me.
In italia c’era mio zio Doi Malingri che preparava una barca per partecipare alla terza edizione della Whitbread, come si chiamava allora il giro del mondo in equipaggio. Per partire con lui ho deciso di cavarmi di torno la fine della scuola. Ho fatto un triennio, non di quelli in cui ti compri il risultato, ma uno alla fine di cui ho dato, in un liceo pubblico, l’esame di terza, quarta e quinta liceo scientifico, e qualche giorno dopo la maturità.
Le cose che ho imparato in quel giro del mondo, oltre a quelle che ho imparato a casa mia, a scuola, e da altri che ho avuto la fortuna di avere attorno, sono quelle che mi hanno reso capace di fare quello che ho fatto da allora fino adesso. Impiantare e dirigere basi di turismo nautico all’estero, progettare e costruire barche, andarci, insegnare alla gente a farlo, vendere vele e attrezzature, scrivere libri, fare con successo delle regate in cui la tecnologia e il calcolo è tutto, e tante altre cose in altri campi. Altri amici che erano con me in barca sono arrivati ai vertici aziendali, e uno, Ettore Livini, scrive di economia in modo esemplare sulle pagine di Repubblica.
Allora, ogni volta che arrivavamo in un nuovo arcipelago, ed entravamo nelle più belle baie del mondo, dove si riunivano le barche dei giramondo, io e i miei fratelli cercavamo con gli occhi una piccola barca blu. Un Contessa 32 (che costruiscono ancora identico oggi qui a pochi metri dalla mia barca da dove vi scrivo, Lymington, in Inghilterra). Era la barca di Tanya Aebi, una ragazzina di 15/16 anni che, come Laura Dekker, faceva il suo giro del mondo da sola, e scriveva dei bellissimi articoli su Yachting World. Purtroppo prima di noi l’ha scovata il solito francese. Ma questa è un altra storia.
Tania è americana, la terra delle liberta individuali e non solo, il mondo era contento di lei. E lei, come noi, da quel giro del mondo è diventata una persona in gambissima, perfettamente inserita nella società civile.
Oggi Laura Dekker deve vedersela con dei poliziotti che l’hanno aspettata al suo arrivo. Ha dovuto cambiare la destinazione del suo viaggio, già di per se una violenza totale in un progetto di navigazione. Come già sapete rischia di essere tolta dall’affidamento del padre e affidata ai servizi sociali. Non credo che ce la faranno a tarpargli le ali. Sicuramente non il cervello. Credo che sentiremo molto parlare di lei anche in futuro.
Tanya e Laura sono due “conosciute”, ma di ragazzi nati a bordo che sono dei geni, o al top di qualcosa, ne conosco parecchi. Questa vita forma e consegna i valori più autentici, introvabili in altri ambienti perché a terra li abbiamo rimossi uno ad uno.
Adesso regna la confusione e non si è più neanche capaci di affrontare un ragionamento serenamente. Fuori dalle venti miglia le leggi degli stati non valgono più, in teoria, ma vedo che il loro sopruso continua inarrestabile (in pratica).
La burocrazia di due nazioni europee, l’Inghilterra prima, e la sua Olanda poi, hanno fatto confusione. Spero che la gente del mondo glielo gridi in faccia valorizzando Laura e il raggiungimento del suo obbiettivo. In Europa si può guidare un aereo a 16 anni, andare sottacqua, guidare una moto in mezzo alla folla, ma non si può navigare da soli, neanche se si è adulto, e lei lo è più di tanti di noi.
Nelle stesse Inghilterra e in Olanda la maggior parte dei ragazzi, dai 15 ai 20 anni, d’estate partecipa ad una crociera in oceano, a bordo di navi a vele quadre. Li incontro ogni anno alle Azzorre, fieri con una luce fantastica negli occhi. Imparano i valori del mare, della natura, del gruppo. Imparano a conoscere il mondo geograficamente, a rapportarsi con gli altri, a ricordarsi che non veniamo da delle citta grigie e fumose, a capire che la vita è molto di più.
Imparano, sopra ogni cosa, che siamo liberi .
Da noi si chiama “team building”, ed è cosi valutato che costa anche dei soldi, ma lo si fa fare ai manager. Troppo tardi, poi tutti ci chiediamo perché si attribuiscono da soli delle stock option o delle liquidazioni miliardarie quando l’azienda sta andando a picco.
Anche questa volta mi chiedo: “Come mai l’Europa, storicamente più volte, si è chiusa ancora in un angolo ed è scoppiata, a causa di burocrazia, dazi doganali, mancanza di libertà individuali, e sovra regolamento, non ha ancora imparato la lezione?
Ma soprattutto, che significato ha prendersela con una ragazzina che incarna in tutto e per tutto, l’intraprendenza, la bravura, la visione, la capacita di inseguire un sogno personale che, come ha dimostrato ampiamente non ha fatto male né a lei ne a nessuno”.
Vittorio Malingri

grande Vittorio!!
un saluto
Sempre realista Vittorio!
Buon vento
Luigi
Purtroppo quando si scrivono verità come queste si viene bollati quali moralisti e qualunquisti e si conclude dicendo che le cose nella vita non sono così semplici si liquida la pratica continuando sulla strada scellerata che ormai percorriamo anche fuori dalla nostra volonta.
Solo chi va per mare puo’ capire ! Vittorio e’ la dimostrazione di quanto il mare ci renda semplici, liberi e concreti !
“Quando avevo 16 anni sono partito per il giro del mondo con la mia famiglia, padre madre fratelli…” ha scritto Malingri. Non da solo a 15, appunto. Ovviamente non conosco Laura, che egli reputa “tanto più adulta” ecc.la quale avrà senz’altro grandi doti. Ma è proprio perché la decisione circa l’ingresso in tale età non può essere affidato alla valutazione soggettiva che esistono norme giuridiche. Ragionevoli, stupide, perfettibili…E’ un altro discorso.
Il mare è un maestro incomparabile, il giro del mondo in barca a vela da giovanissimi è perciò un’esperienza fantastica, che fa crescere molto in fretta. Direi però non da soli. Pur riconoscendo qualità di carattere fuori del comune a chi ci riesce, come Laura Dekker, l’esperienza in equipaggio credo che sia più umana, più istruttiva e completa per la vita che si svolge assieme ad altri, con i quali occorre imparare ad instaurare rapporti costruttivi.
Grande Vittorio grandi insegnamenti da il mare ma non tutti possono capire purtroppo.
Tutto vero, tutto giusto, non si discute sull’importanza del mare nella formazione di una persona.
Però a 16 anni credo ci sia bisogno di socializzazione, non di isolamento.
E poi se lo si fa per passione non ci dovrebbe essere bisogno di parlare di record, quello serve solo a fare notizia e a creare il fenomeno mediatico.
E questo a me non piace…
ciao e grazie a tutti per i vosti commenti e complimenti.
E’ vero dipende , ci può essere un 18enne che non ha capito niente e un 12enne che potrebbe farlo anche lui il giro del mondo.
Chi parla di regole, che anche oper me rivestono la loro grande importanza nella nostra società, ma solo a livello di “logistica e morale” leggi convivenza civile e comportamenti civili, non mi fa una grande impressione, perchè si è perso il senso del caso per caso.
C’e chi regge il vino e chi no, che chi studia mezzora e capisce tutto e chi un giorno e non capisce niente.
A me, francamente, iniza a piacermi il buon senso e basta, non il: a quell’eta si dovrebbe…
Abbiamo un esempio drammatico, tutti i giorni sulle pagine dei giornali. Un capitano in teoria al top della categoria, figlio dello studio e delle regole, ha affondato l’italia in attimo.Adesso si scopre anche che di regole non ne rispettava neanche una, come la sua rispettabile compagnia di navigazione. Ci hanno provato i servizi sociali, e magari anche le istituzioni preposte(visto che hanno fatto prontamente inl calcolo di decine di irregolarità commesse perche le conoscevano gia) a fermare schettiono o la Costa?
Chi ha ancora dei dubbi che sia stato giusto che una ragazzina di 15 anni che sogna, e si prepara, a fare una cosa simile non l’avrebbe dovuta fare?. E’ arrivata sana salva e sorridente, e non c’e una foto di navigazione in cui non abbia un giubbotto salvagente addosso.
Ma neanche le nostre “capitanerie” ce l’hanno quando vanno in mare.
La cosa terribile invece, è che nei servizi sociali olandesi, nazione di solito molto aperta ed efficente, ci sia stata della gente che non ha saputo vedere la determinazione e la preparazione di laura e la grande matuirità della sua scelta. Invece di positività e maturita ha prevalso l’idea del”grigio”. Io gli avrei fatto fare delle prove difficilissime di navigazione sotto controllo…e se le suoperava “vai con dio e con la mia benedizione”.
Io porto i ragazzi in mare nelle mie scuole e non glin insegno a tirare su le vele controvento, perche non è una verita e solo una consuewtudine o una regola. lwe vele si tirano su e giùad ogni angolo di vento, altrimentio come faceva la navigazionea vela ad arrivare e a partire da baie e banchine.
La consuetidine ha ucciso la possibilità reale di fare molte più cose….e poi voi, con 50 nodi in poppa (ma solo anche 25), vi girate prua al vento per tirare giu le vele?. Ma siete fuori!!!
Laura non è partita alla spera in dio, ha studiato tantissimo, solo che ha studiato navigazione e non Leopardi. Questo vuol dire: matematica,geografia (gli adulti e responsabili che si occupano dei ragazzi l’hanno tolta dalle materie scolastiche) fisica, storiaecc.; e tutto ad un livello più alto di qualsiasi ragazzo della sua età. Si chiama compensazione ed è segno di maturità, sia avere un sogno che prepararsi bene per raggiungerlo quindi si puo soprassedere al fatto che non abia violgia si studiare leopardi.
Nessun ragazzino che non fosse stato ben preparato come lei, e che non avesse fatto sforzi e extralavoro, non sarebbe mai partito. Sarebbe morto di paura la notte prima di farlo.
Ripeto: non siamo tutti uguali. Non nel senso che c’è gente migliore o peggiore, nel senso che non tutte le regole sono applicabili a tutti.
Credo che la realtà sia che la difformità faccia paura.
beh abituatevi. Laura ha fatto il suo giro, degli adolescenti hanno inventato Facebook e altre diavolerie di enorme successo e la cosa continuerà esponenzialmente.
La cosa bella e che i giovani, quelli che tutti condannano dicendo che “sono in balia del vento, pigri non hanno interessi” e via dicendo(conoscete bene anche voi le critiche standard ai ragazzi di oggi) non hanno nessuna intenzione di farci sapere cosa vogliono dalla vita, o cosa ne faranno.
Siamo completamente esclusi perché imcapaci di aver confezionato loro un futuro, anzi diciamo e scriviamo su tutti i media che il futuro riserva per loro incertezze e difficoltà. La scemenza di progettare centrali atomiche o gas tossici o buttare al cesso la moralità in nome del progresso è nostra, e ci rimanga pure la coda di paglia.
Im miei figli e i loro amici, delle più disparate razze e ceti sociali, dicono che loro hanno vissuto tutta la loro vita sotto il governo Berlusconi. Non è proprio vero, ma sotto la sua ingombrante presenza si.
Non voglio fare un discorso politico, però se fossi uno di loro, non vorrei assolutamente che gli adulti e i legislatori, che hanno permesso che tutto andasse a rotoli senza fare unm beato “niente” per tutti questi anni, conoscessero i miei piani. Altrimenti rovinerebbero anche quelli.
Noi inetti ed incapaci di visione e venduti alla logica del profitto e del presente, perche abbiamo permesso tutto questo?
Cosa centra Laura Dekker??? che invece ha mostrato una via estremamente sana ai suoi coetanei. Non quella di prendere il mare, quella di prendersi il proprio futuro.
Chi critica laura e loro è vecchio, appartiene ad una idea di mondo che già non è più, adesso, e sopratutto di questo ha molta paura.
vittorio
Laura Dekker,via mare, rende l’individuo rivoluzionario,e con questo prima o poi dovremo fare i conti(spero prima).
questa ragazza adolescente non appartiene a nessuno ed il suo viaggio è un regalo per tutti.
bravo Vittorio
Felice
Nutro una profonda stima per Laura e per suoi genitori.
Con enorme determinazione ha (hanno) superato tutti gli ostacoli che gli si sono parati davanti, a volte forse più duri dell’impresa che ha portato a termine.
Laura ha dimostrato, se ce ne fosse ancora bisogno, che per affrontare in solitario e a soli sedici anni, un così lungo viaggio in barca a vela, c’è bisogno di determinazione, consapevolezza, preparazione e perizia. Testa, tanta testa in poche parole.
A molte altre persone, non necessariamente adolescenti, capita invece di sopravvivere per inerzia, senza un progetto e secondo gli schemi imposti da una società che, specie in questo particolare periodo, sta dando ampia dimostrazione dei suoi limiti; non credo che questo sia meno pericoloso di un gran bel viaggio in mare.
Di questa storia mi piace tutto, anche la scelta della barca, un Gin Fizz del ’74!!! Il giusto compromesso tra solidità e performance, ottimo per affrontare, in sicurezza, qualsiasi condizione.
Polemiche e critiche lasciamole ai navigatori “maschi”, adulti e invidiosi. Una sedicenne che fa il giro del mondo in solitario, sminuisce non poco le loro “grandi” imprese!
Grandissima Laura!
1000 volte brava Laura, e sono pienamente d’accordo con Vittorio, su tutto. Laura dopo questa esperienza si integrera’ meglio che mai con la societa’, e avra’ acquisito una liberta’ interiore di pensiero, di convinzioni, di parola profondissima che il quotidiano chiamiamolo piu’ ” normale” ogni giorno un po’ ci toglie. Forza Laura, grande Vittorio!
“Ho imparato tanto dal mare, perché in mare lo senti che il vero potere non potrà mai essere il tuo. A volte in mezzo all’oceano c’è una foschia leggera, una calma, un azzurro argentato, ma il mare improvvisamente può incresparsi, diventare color piombo, scatenarsi e, se vuole, ingoiare e far sparire tutto” MILENA AGUS, “Sottosopra”
e, dopo tutto, sono sicuro che Laura Dekker non abbandonera’ mai 4200 persone a bordo di una nave che si sta rovesciando