Roma- I Mondiali di Perth 2011 non sono andati bene per la squadra azzurra. Inutile nasconderlo. Nessun piazzamento sul podio (il che equivale a dire nessuna medaglia se queste fossero state Olimpiadi). Due soli equipaggi tra i primi dieci (Conti-Micol, quinte nel 470, e Linares, nona negli RS:X donne). Due classi su nove (Star e 49er) che devono ancora ottenere la qualificazione per nazioni. In più, tale risultato segue quello delle Preolimpiche della scorsa estate a Weymouth, anche quelle con risultati al di sotto delle attese.
Certo, ci si è messo anche il problema fisico di Pietro Sibello, che ricomincerà ad allenarsi alla fine di gennaio, e il fatto che a Perth molte nazioni avevano le loro selezioni, con atleti al massimo della forma (e della cattiveria agonistica). Però… non ci sono scuse a questo livello. E’ andata male. Tocca trovare le cause di tale risultato, agendo al più presto per rimediarvi. La sensazione, da quanto abbiamo visto e sentito, è che il campanello d’allarme sia suonato e bello forte. In Federazione a Genova vi sono state riunioni tra il presidente Carlo Croce, il responsabile tecnico Luca de Pedrini e i vari coach del team olimpico FIV. Gli appuntamenti della primavera sono vicini e le Olimpiadi, a Weymouth a inizio agosto, ad appena sei mesi.
Ecco il motivo per cui abbiamo deciso di ascoltare gli umori sullo stato della preparazione olimpica del nostro team direttamente dalla voce di Carlo Croce, presidente della Federazione Italiana Vela. Questa l’intervista che ci ha rilasciato nei giorni scorsi. Parliamo di Olimpiadi, ma anche di record nel tesseramento, politica under 19 e Volvo Ocean Race.

- FareVela La domanda è secca. Dopo l’esito dei Mondiali di Perth ci dobbiamo preoccupare?
Carlo Croce In verità sono tre anni che ci preoccupiamo. La preparazione delle classi è supportata, ma non è questo che ci preoccupa. La trasferta deludente in Australia arriva dopo quella altrettanto negativa di Weymouth (Preolimpiche 2011, Ndr). Bisogna distinguere. Vi sono casi particolari, ma certo, sì, i risultati sono deludenti. Abbiamo, credo, capito molte cose che andranno migliorate. Si può dire che il campo di regata è stato particolarmente difficile ma, alla fine, i buoni sono sempre davanti. Siamo preoccupati sì, ma non c’è panico. Lo staff tecnico c’è e porta un certo programma. Stiamo investendo tutte le energie che possiamo sugli atleti.
FareVela Certo, ma non le pare che dopo gli equipaggi di punta vi sia il vuoto? Bisogna arrivare agli Under 21 per trovare ragazzi con ottime prospettive.
Carlo Croce Dal primo giorno in cui sono qui cerchiamo di sostenere e aiutare al massimo gli atleti e cerchiamo di sostenere i più giovani. A Cagliari e alla Marina di Loano facciamo venire spesso gli Under 19 e il programma che abbiamo chiamato Verso Rio 2016 sta funzionando.
FareVela A noi sembra che dalla chiusura del CPO di Livorno, ormai più di dieci anni fa, manchi un vero centro di preparazione. Cosa ci può dire dei centri federali?
Carlo Croce A Cagliari lavoriamo bene. A Loano abbiamo appena fatto un altro raduno Under 19 che è andato benissimo. Per quello di Formia stiamo lavorando. Loano è il più avanzato, hanno strutture e possibilità logistiche notevoli. Aprirà presto. Nei centri sarà basilare crescere anche i tecnici. Gli atleti e i loro allenatori dovranno assorbire lo stesso metodo di avoro.
FareVela Torniamo ai risultati di Perth, si sarà fatto un’idea personale… Intendiamo dei ragazzi.
Carlo Croce Il livello era altissimo. Molti paesi avevano le loro selezioni e la vicinanza dei Giochi rilancia in alto i valori. Vi sono tante nuove nazioni con ottimi atleti. Alessandra Sensini ha detto che non riusciva a concentrarsi, che era lei a gestire male la regata anche contro ragazze che ha sempre battuto. Non mi è sembrata, però, preoccupata. A Cagliari già ha ripreso a lavorare. Lei ha bisogno della sua preparazione, dei suoi tempi, del suo modo di lavorare e per noi va bene. In verità posso dire che abbiamo un momento di transizione, con una serie di campioni nella fase finale della loro carriera e degli Under 19 interessanti con cui puntiamo a Rio 2016. Nel mezzo, è vero, si è creato un buco.
FareVela Per il futuro Marrai, Coccoluto, la Linares e la Fanciulli, ma ora anche nessun Laser nei 40, il che suona strano per un paese come l’Italia…
Carlo Croce Sugli Under 19 crediamo molto. Sono ancora disponibili e “ruspanti”, ascoltano. Fanno vela con passione e determinazione. A Loano era bellissimo vedere 70-75 ragazzi che si emozionavano nel vedere Giulia Conti che è venuta a trovarli. Abbiamo portato Francesco Marrai a Perth proprio per fargli capire cos’è l’Everest della vela, un Mondiale Laser nell’anno olimpico, per vedere cosa fanno i ragazzi che gestiscono il 100 per cento della loro vita per il traguardo olimpico.
FareVela Ci può tranquillizzare sulla salute di Pietro Sibello?
Carlo Croce Sì, assolutamente. Il parere medico è OK in tutti gli aspetti. A fine gennaio arriva anche quello del CONI. Gli allenamenti del nostro 49er riprenderanno subito.
FareVela Come spiega il risultato di Diego Negri?
Carlo Croce Il livello della Star è cresciuto moltissimo in quest’anno, dove pure lui ha vinto i titolo europeo. C’è forse la questione del cambio barca. Il suo prodiere è giovane e va bene, ha il fisico giusto che serve nella Star moderna. C’è Valentin Mankin con loro. Sono convinto che Diego al Mondiale di Hyeres farà bene.
FareVela Cosa succede a Gabrio Zandonà? Lui ha un gran talento ma da un paio d’anni i risultati stentano ad arrivare e il 470 non perdona.
Carlo Croce Sì, Gabrio è in un’involuzione difficile. Alterna buone prove ad altre opache. Davvero è una situazione difficile da capire. Ora non ha più neanche le sirene dei monotipi o di altri programmi. Ha capito che deve dare il 100 per cento al 470 olimpico.
FareVela A proposito di sirene, non sarà che il vizio italiano degli armatori di riempire di soldi ragazzi di vent’anni li distoglie alla fine dal fatto di provarci davvero dove conta, ovvero nelle classi olimpiche?
Carlo Croce Poche settimane fa ero a Casa di Paul Elvstrom, in Danimarca, davanti a casa sua c’erano 5/6 49er che si allenavano. Sono stati in acqua dal mattino fino alle 4 del pomeriggio. Delle macchine da guerra.
FareVela E infatti a Perth ne hanno messi tre nei primi 10.
Carlo Croce Esatto. La vela olimpica è cambiata molto. La parte fisica è fondamentale. Sono veri atleti, concentrati in toto sull’obiettivo olimpico. Certo, non possiamo però neanche toglierli le opportunità professionali che avranno in futuro.
FareVela Presidente, un paese come l’Italia però non può accontentarsi di partecipare.
Carlo Croce Assolutamente. Abbiamo 3-4 equipaggi di punta. Per il resto dovremo valutare bene. In tutte le classi l’obiettivo minimo deve poter essere almeno nei 15, se non proprio in Medal Race. Non è detto che tutti vadano a Weymouth. Valuteremo insieme al CONI i singoli casi. Adesso dobbiamo lavorare sempre di più.
FareVela C’è qualche ripensamento sul sistema delle selezioni secche disputate nel 2011?
Carlo Croce No, certo che no. E’ stato un sistema pensato e voluto. Nessuno le ha mai messe in dubbio. Piuttosto dobbiamo lavorare ancora sulla nostra mentalità. A volte ce la sensazione che qualcuno pensi che la FIV ce l’ha con lui ma non è così. Ripetiamo che l’obiettivo non può essere un 35esimo posto nei Laser. Per noi, per il CONI, per le tradizioni veliche dell’Italia bisogna puntare in tutte le classi almeno ai primi quindici. Riconosco che negli ultimi anni si era puntato un po’ troppo sul vertice e che i secondi, terzi e quarti equipaggi avevano delle difficoltà. I programmi Under 19 e Under 16 che stiamo portando avanti nascono proprio da questa esigenza.
FareVela Veniamo a un dato positivo. 110.000 tesserati raggiunti nel 2011. Non era mai successo.
Carlo Croce Una bellissima notizia, anche perché comporta un allargamento della base. E il dato è ancora più interessante se consideriamo che il 45 per cento dei tesserati è sotto i 21 anni. Questi sono dati che per Mamma CONI contano e molto. Sogni i 120.000 tesserati, il che vorrebbe dire entrare nella top 10 delle federazioni sportive italiane affiliate al CONI. Dal loro punto di vista, nell’attuale situazione economica, le federazioni che più conteranno saranno quelle su cui puntare. E, per noi, tali numeri sono appetibili anche come offerta agli sponsor. Un bel potenziale da spendere.
FareVela Altro argomento. Le confessiamo che siamo rimasti un po’ delusi dalla mancata partecipazione di Italia 70 alla Volvo Ocean Race. Eppure era un progetto che aveva, secondo noi, delle enormi potenzialità. Ad Alicante, dove siamo stati per la partenza del giro del mondo, erano davvero dispiaciuti per la mancata partecipazione del team di Giovanni Soldini. A dir la verità erano anche un po’ sorpresi dal programma alternativo intrapreso, quello dei record atlantici con Maserati. Cosa è successo davvero e forse non si poteva provare a fare comunque esperienza partecipando ad alcune tappe?
Carlo Croce Avevamo raccolto sei milioni di euro (un budget sufficiente per la Volvo Ocean Race è stimato in 12 milioni, Ndr). Non crediamo che fossero abbastanza per poter partecipare con sufficienti garanzie. Devo dire che Knut Frostad (CEO della VOR, Ndr), attraverso Boston Consulting, ci ha aiutato molto ma il momento economico da noi era davvero durissimo e molte aziende, pur dichiarando l’interesse, non se la sono sentita di esporsi in questa congiuntura. Partecipare ad alcune tappe? No, non era possibile, per gli sponsor non sarebbe stata una buona immagine. Da qui l’idea di un programma alternativo in Atlantico con Maserati.
FareVela Immaginiamo che a lunga scadenza l’obiettivo resti la partecipazione alla Volvo…
Carlo Croce Certo e con questa esperienza di Soldini vogliamo far crescere anche i Centri Sportivi per l’Altura a cui lui tiene, come noi, moltissimo. Il momento è difficile e, in questa fase, da noi di più non si poteva fare. Per la prossima Volvo Ocean Race tutto è aperto, è una selezione che teniamo viva e che resta comunque tra i nostri obiettivi.
FareVela Grazie
Su FareVela di febbraio, da venerdì in edicola, un ampio speciale sui Mondiali di Perth 2011, con tutto il bello (ed è molto) della vela olimpica.
Vela olimpica italiana. Forse il nostro caro presidente dovrebbe chiedersi perchè sono spariti i regatanti di medio livello nelle classi olimpiche e in quelle internazionali vicine alle classi olimpiche. Si fanno pochissime regate in Italia e con pochissimi equipaggi. E’ l’ alto numero di regate e di partecipanti che tiene alto il livello in una nazione. Ho avuto la fortuna di vivere epoche dove alle regate zonali che si correvano 2- 3 volte al mese parteciapavano decine e decine di barche e il livello cresceva e cresceva, Ora classi giovanili a parte regna il deserto. Forse il presidente dovrebbe pensare a come tenere alto l’ interesse nelle classi olimpiche, e coltivare anche i meno giovani che hanno la maturità e la tranquillità economica per dare continuità all’ attività nazionale. Poi sarebbe auspicabile fare in modo di non chiudere le selezioni un anno prima delle olimpiadi, ogni volta si assiste ad un fuggi fuggi generale. vedere un solo valido rappresentante alle selezioni olimpiche per nazione è tristissimo oltre che rischiosissimo, attualmente uno forte come Negri sta rischiando di non andare a Londra!
La Fiv dovrebbe tenersi stretti con degli incentivi anche i velistimedio-forti ed evitare che vadano perennemente a telecomandare gli owner driver, spesso degli incapaci e che attualmente comandano con i loro capricci e manie spesso antisportive i giochi nel nostro sport! Sui media si parla solo di loro!
Whitbread? Ma cosa c’entra la Fiv? Loano centro federale? Ok bellissimo porto. Ma se non riescono mai ad uscire per la mancanza di vento! Con tutti i posti che ci sono in Italia…Quali sono i posti migliori dove massimizzare gli allenamenti? Anzio,Lago di Garda, Marsala, Cagliari. Dove mai andare ad allenarsi per non rischiare di far niente? Alto Adriatico, Gaeta-Formia, Loano- Riviera eclusa Genova e Andora. Ma guarda dove faranno i CPO ? Loano e Formia ! Posti che vanno bene solo d’estate quando i ragazzi devono parteciapre ai circuiti internazionali quando magari serve molto di più andare sul campo una settimana prima e confrontarsi con gli atleti di altre nazioni ….va beh il discorso sarebbe lungo lungo …. saluti da un ex campione della vecchia guardia..
VERY VERY GOOD JOB….nessuna ipocrisia e piedi per terra, bella prova del presidente!
Rispondo a Robert su Formia (lo dichiaro in anticipo sono di parte). anche io ho girato molto per regate e non ricordo molti campi di regata che offrono varietà di condizioni di vento e mare simili. E’ vero forse a Dicembre e Gennaio non c’è la sicurezza di aver vento, ma per i restanti 10 mesi all’anno c’è di che divertirsi. Provare per credere!