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Roma, 25 gennaio- La tassa di stazionamento sulle imbarcazioni varata dal Governo Monti ha suscitato un notevole dibattito. Moltissimi i commenti che abbiamo ricevuto e continuiamo a ricevere sul nostro sito (confronta news sezione “Barche”). A Tassa approvata, e in attesa della sua entrata in vigore fissata per il 1 maggio 2012, FareVela di febbraio pubblica un ampio dossier sull’argomento.

Quanto bisogna pagare, quali sono le norme, cosa accade negli altri paesi europei, dove conviene portare la barca, quanto costano i marina dei paesi del Mediterraneo (scopriamo, numeri alla mano, quanto sapevamo già, ovvero che le tariffe dei nostri porti sono le più care), quali barche sotto i 10 metri conviene ora comprare e come cambiano il mercato dell’usato e l’utilizzo stesso del bene-barca. In più, le opinioni dei lettori (selezionate tra le oltre 200 che abbiamo ricevuto a farevela.net), le offerte ad hoc preparate dai marina italiani più lungimiranti e una constatazione… La vela ha avuto, seppure in occasione di una tassa, un riconoscimento formale: paga meno e conviene di più.

Ecco l’apertura del servizio, pubblicato su FareVela di febbraio:

L’apertura del dossier di 14 pagine sulla tassa di stazionamento

 

1 COMMENT

  1. Ci sono delle cose che non si riescono a comprendere :
    la legge parla di barche che navigano e sostano nel ns. mare anche se battono bandiera straniera. Cosa vuol dire?
    Che se una barca viene dalla francia e và in grecia transitando per i mari italiani deve dimostrare di aver pagato una tassa.I controlli si fanno nei rifornimenti; ma io con la mia barca a vela non faccio mai gasolio nei porti riempio un paio di taniche per eventuali manovre e vado a vela.Come al solito costeranno più i controlli che quanto renderà la tassa.Oppure come al solito daremo il servizio a società private che ……………..

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