Capo Horn, Cile- A questo punto vogliamo dirlo a chiare lettere, nero su bianco. Marco Nannini sta facendo una gran bella regata alla Global Ocean Race. La tenacia con cui sta portando avanti questo difficile giro del mondo sul suo Class 40 Financial Crisis affrontando condizioni durissime, l’abilità tecnica (non si limita a concludere la sua circumnavigazione, ma “regata” nel vero senso della parola), la capacità comunicativa e l’impresa di riuscire ad andare avanti (e bene) pur con un budget ridotto non possono che destare l’ammirazione di tutti i velisti italiani. Non è vero, quindi, che l’Italia torna in oceano grazie alla traversata di Giovanni Soldini con Maserati, perché l’Italia in oceano c’è già, e benissimo, con un piccolo Class 40 che sta lottando per la vittoria nella terza tappa della Global Ocean Race con la prua su Capo Horn. In una regata vera, con avversari (pochi ma buoni) che via via sono stati decimati da avarie varie, infortuni, difficili scelte marinaresche dettate dalla sicurezza. Lo sta facendo con questo velista torinese di madre slovacca, formazione velica e residenza in Inghilterra che, in pochi anni, sta mettendo insieme un curriculum da segnalare nella disciplina della vela oceanica.

Bravo, quindi, a Marco Nannini, al suo co-equipier spagnolo Hugo Ramòn, allo loro barca Akilaria RC1 del 2007, a un giro che sta dimostrando le capacità di un ragazzo con enorme volontà.
Al rilevamento delle 15UTC di oggi, Financial Crisis, dopo aver recuperato 140 miglia in 24 ore al leader di tappa Cessna Citation (barca di ultima generazione) si trovava a sole 2,4 miglia dal rivale. I due sono praticamente appaiati intorno ai 55° Sud, con Cessna circa 15 miglia più a nord dell’italiano, in una fase di transizione da due sistemi che è costata moltissime miglia a Cessna mentre Financial Crisis è riuscito a restare per più tempo nel vento.
L’obiettivo è ora Capo Horn, distante 1.450 miglia dalla loro posizione. Superata questa fase di transizione il duello proseguirà con un nuovo sistema alle portanti con venti tra i 20 e i 30 nodi. La partita è aperta e i mari laggiù durissimi per cui non resta che sostenere Nannini a gran voce.
Questo il diario inviato oggi da Nannini:

“Dopo oltre due settimane di regata, nella tappa piu’ emblematica di questa
regata che ci vedra’ doppiare Capo Horn, siamo riusciti a riagguantare la
testa della regata. Solo pochi giorni fa avevamo uno svantaggio di 280
miglia rispetto a Cessna Citacition tutt’ora al comando ma siamo riusciti
a chiudere il distacco a meno di 2 miglia, una rimonta insperata aiutata
da una fascia di venti leggeri che ha rallentato il nostro avversario.
Siamo su rotte convergenti e non escludiamo di avvistarli nel corso delle
prossime ore.
Se pensate che Conrad Colman su Cessna ha vinto la precedente tappa e
viaggia su una barca di ultima generazione varata appena pochi mesi prima
della regata devo ammettere che provo molta soddisfazione ad essere ancora
in ballo in questa tappa. Non mi faccio alcuna illusione, quando il vento
aumentera’ e ci troveremo di nuovo al traverso potremo far poco per
stargli dietro, con una barca molto piu’ potente il suo vantaggio tecnico
diventera’ impossibile da colmare. Ci manca anche una vela
importantissima, lo spinnaker grande, quindi possiamo solo sperare in un
suo errore per regalarci un risultato insperabile. Nel frattempo ci
godiamo questa battaglia, chi lo avrebbe mai detto!
A bordo tutto bene, alla faccia dei 40 ruggenti e 50 urlanti oggi e’
spuntato il sole, il mare e’ piatto e c’e’ giusto un filo d’aria
sufficente a tenere la barca in movimento. Mancano meno di 1500 miglia a
Capo Horn e circa 2800 alla fine della regata. Continuate a tenere le dita
incrociate e grazie ancora per le ulteriori donazioni ricevute tramite”.
Riproponiamo anche la nostra intervista effettuata a Wellington nella sosta tra la seconda e la terza tappa:

Ho appena visto il video qui sopra e sono rimasto affascinato dalla semplicità e la determinazione con le quali il giovane Marco Nannini sta realizzando il suo sogno praticamente con i suoi mezzi, visto che gli sponsor di questi tempi sono molto rari. E lo sta facendo incredibilmente bene. Ti si allarga il cuore quando assisti ad una cosa del genere, vuol dire che tra i giovani italiani c’è ancora chi è capace di grandi imprese come questa! Credo che sentiremo parlare sempe di più di Marco Nannini.
Concordiamo in pieno e lo abbiamo scritto. Marco Nannini merita di essere seguito con la massima attenzione.
Chapò al bravissimo Marco e al suo amico Hugo, qui a scuola tifiamo per loro.
grande !!di una semplicità disarmante, ma anche molto chiaro e comprensibile a tutti…
continua così
Cosa vi devo dire ragazzi,è un grande lo si e capito subito.
Comunque andrà a finire ne uscirà vincitore.
Noi del ,MUSTANG CLUB OF ITALY stiamo facendo di tutto per sostenerlo,mi raccomando contribuiamo tutti anche se con pochi spiccioli, che nessuno si offende.
Fate conto che lui stia realizzando il vostro sogno,stiamo tutti sognando grazie a lui.
Grazie Marco.
Salvo MCI
Gentile Salvo,
continuate a sostenerlo. Marco merita molto e chi ama la vera vela se n’è già accorto. Ho parlato spesso di lui con quelli di Sailing Anarchy, il più cliccato sito di vela al mondo: lo apprezzano moltissimo per come si pone e per le sue capacità comunicative. FareVela continuerà a sostenere Marco Nannini, un ragazzo che ha scelto di fare la giusta gavetta e imparare ad andar bene per mare, accettando il confronto per crescere. I risultati stanno arrivando e siamo davvero felici per lui.
Forza Marco!
Sei l’ennesima dimostrazione di come anche senza l’appoggio di federazioni elefantiache o sponsor milionari nella vela ci si possano togliere molte soddisfazioni.
bravo condivido.La barca è solo lo srumento per avvicinarsi al Dio mare