SHARE

Sanya, Cina- Dopo tre tappe della Volvo Ocean Race abbiamo chiesto a Stefano Beltrando, appena rientrato dalla Cina dove ha “curato” i sei Volvo 70 a suon di ultrasuoni con il suo team di Q.I. Composites, come è la situazione della flotta della più dura regata oceanica al mondo.

Interessante la risposta di Beltrando, che fi fa capire quanto siano tirate queste barche e come il confine tra l’affidabilità e la velocità sia davvero difficile da trovare. Fatto che spiega anche le rotture nelle prime due tappe.

Nel frattempo a Sanya la flotta è stata di nuovo varata dopo i controlli a terra in vista della prossima tappa. la Inport Race di Sanya è prevista il 18 febbraio. Il 19 partenza della quarta tappa per Auckland.

Abu Dhabi Azzam torna in acqua a Sanya dopo i giorni di "cure" a terra. Foto Dana

“Tutte le barche da regata oceanica hanno una vita he può essere distinta in 3 fasi.

1-messa a punto e allenamento

2-prime miglia in  regata

3-miglia successive

La prima fase è quella che va dal varo alla partenza della prima regata, in questo periodo l’equipaggio porta progressivamente l’imbarcazione a quelli che ritiene i target di velocità, tuttavia questi target vengono raggiunti in condizioni ideali o quasi. Cioè è ovvio che lo skipper non lascerà la base d’allenamento con previsioni di burrasca né tantomeno proverà la massima velocità di bolina se la taglia delle onde comincia ad essere da record . In questa fase le rotture sono possono essere solo quelle strettamente collegate a difetti costruttivi evidenti oppure a sottodimensionamenti grossolani.

La seconda fase è quella più a rischio. L’equipaggio parte per la regata credendo di aver già spinto la barca al massimo ma va da sé che la competizione induce a dare ancora di più portandosi in condizioni di carico davvero al limite se non addirittura oltre.  Ecco quindi che vediamo i disalberamenti e gli scafi rotti della prima tappa. Anche volendo parlare di altre regate, basti pensare al numero di disalberamenti e danni agli scafi dei primi tre giorni dell’ultima Vendee Globe.

La terza fase invece è quella più tranquilla in cui i danni agli scafi e strutture avvengono principalmente a seguito di eventi eccezionali come manovre errate, condizioni meteo estreme e impatti con fondale o oggetti galleggianti. In pratica la barca ha finito il rodaggio e quello che doveva rompersi si è già rotto ed è stato dimensionato in modo adeguato.

Durante la scorsa Volvo la si è passati dalla fase 2 a 3 nella tappa tra Singapore e Quingdao mentre ad occhio e croce in questa edizione se non ci siamo già, saremo ad Aukland nella terza fase”.

Stefano Beltrando

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here