Milano- Ucina, la Confindustria della nautica, ha presentato la III edizione del Rapporto sul Turismo Nautico. L’indagine, a cura dall’Osservatorio Nautico Nazionale, punta a scattare una fotografia annuale dei riflessi che il turismo nautico genera a livello territoriale, ambientale, produttivo ed economico.

In occasione della presentazione avvenuta a Milano, tre sono state le tematiche analizzate da Gian Marco Ugolini, professore dell’Università degli Studi di Genova: l’evoluzione delle strutture portuali nell’ultimo quinquennio, la gestione dei porti turistici, l’impatto economico del diporto.
Nel quinquennio 2007-2011 il numero di infrastrutture portuali sul territorio nazionale ha registrato un incremento di oltre il 7,6% rispetto al quinquennio precedente, raggiungendo le 540 unità di cui 348 porti polifunzionali, 116 punti di ormeggio e 76 porti turistici.
Il Rapporto ha evidenziato nel 2011 l’esistenza di circa 157.000 posti barca contro i 153.027 del 2010, concentrati soprattutto in Liguria (21.716, pari al 13,8% del totale) e Sardegna (20.175, pari al 12,8%).
Dal punto di vista occupazionale, la filiera genera in media circa 9 addetti diretti a tempo pieno e 61 addetti nel’indotto, dati che, nel caso dei marina, salgono rispettivamente a 12 e 76.
Se si prende in considerazione la loro gestione economica, dal rapporto si evince come l’amministrazione soffra l’aumento dei canoni delle concessioni demaniali.
Un’indagine, realizzata su 110 porti e 850 diportisti su tutto il territorio nazionale e riferita all’anno 2010, ha evidenziato che la spesa giornaliera procapite dei soli diportisti stanziali nei marina, senza contare le spese dei transiti durante i periodi estivi, è pari a una media di 102 Euro (dai 45,7 dei possessori di natanti, agli oltre 430 di chi naviga sui maxi).