SHARE

Itajaì, Brasile- Il match race fianco a fianco (nel senso letterale del termine) tra Groupama e Puma potrebbe durare fino all’arrivo. Ormai le tattiche oceaniche sono svanite e l’imperativo è di coprire l’avversario, che regata da tre giorni sempre a vista. In alcuni casi, come nella serata di martedì, appena un decimo di miglio, ovvero 185 metri, separa le due barche. Una volta davanti l’uno, una volta l’altro per il tracker, che computa la distanza da waypoint fissi, anche se nelle ultime 24 ore Puma ha mantenuto sempre una posizione di sopravvento rispetto a Groupama, quindi un relativo controllo nella lunga bolina nell’Atlantico argentino.

Franck Cammas al timone di Groupama con Puma nella scia. Foto Riou

Al rilevamento delle 21:55, quando la coppia di testa era ormai al traverso di Mar del Plata, Puma aveva circa 0,4 miglia di vantaggio su Groupama. Impressionanti le virate in copertura, con le due barche che seguono la stessa identica rotta con Ken Read che sta virando letteralmente sulle vele di Cammas, proprio come in un match race. Solo che qui la boa d’arrivo è distante ancora 770 miglia. I due, però non possono distrarsi perché dietro Telefonica prosegue nel suo ritorno imperioso e martedì sera era ormai a sole 73 miglia, dopo averne recuperate 330 in tre giorni. Su Telefonica iniziano a sentire di avere una chance, anche perché i due davanti si marcheranno lasciando qualche “leva” libera a Iker Martinez e compagni.

Tappa tutta da decidere, quindi, il che pare incredibile dopo oltre 5.000 miglia di Southern Ocean, tempeste, Capo Horn e riparazioni varie.

Ancora Puma visto da Groupama. Foto Riou

Camper è arrivato in tarda serata a Puerto Montt dove è subito scattato il piano di riparazioni, con Stefano Beltrando di QI Composites presente in loco. Abu Dhabi lo seguirà nella giornata di oggi.

Secondo il navigatore di PUMA Tom Addis, i team stanno usando ogni arma possibile, inclusa una tattica da vero match race. “Cerchiamo di guadagnare qui è là, dove possibile, di stare vicini e di ridurre i rischi.” Addis ha confermato che l’equipaggio si sta godendo la lotta a stretto contatto, soprattutto dopo aver navigato a lungo in solitudine nelle tappe precedenti. “E’ bello avere compagnia, ci piace avere un’altra barca vicino, e ci dà un buon metro di giudizio. Sembra proprio di essere in regata. In queste tappe così lunghe si tende a dimenticare di essere in gara, quando si è soli nel mezzo dell’oceano. Ma quando c’è qualcun altro diventa più facile.”

Punto di vista diverso, ora è Groupama visto da Puma con un binocolo da rilevamento Steiner. Foto Ross

Sulla stessa linea anche lo skipper francese Franck Cammas: “Era quello che volevamo! E’ una lotta molto serrata e alla fine ci ritroviamo in mezzo all’oceano con i nostri avversari. Ieri potevamo quasi parlarci. Sembra il Tour de France, ma intorno al mondo. e’ bello, anche se un po’ faticoso e stressante per l’equipaggio. Non ci sono grandi opzioni, la rotta è abbastanza diretta e ovvia. Ma di bolina qualcosa, giocando sui salti, si può fare. C’è un fronte che arriva da dietro, cercheremo di usarlo, ma noi e PUMA siamo nella stessa zona.”

Il navigatore australiano di Telefonica Andrew Cape commentando il ritorno con modestia ha detto che si è trattato più di benevolenza da parte degli dei del vento che di abilità. “In tutta onestà, è stata una fortuna sfacciata. Ma ora siamo tornati, e non molleremo di certo. C’è ancora molta strada da fare e le cose non sono mai perfette in questa zona, quindi ci sono molte opportunità.” Cape ha ammesso che è più facile attaccare da dietro che difendersi quando si è avanti. “E’ certamente più facile, non hai pressione addosso. Non importa se perdiamo 100 miglia adesso, ma se fossimo davanti sarebbe veramente grave, deprimente. Quindi direi che siamo messi bene.”

Il video di oggi:

YouTube player

www.volvooceanrace.com

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here