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Milano- Riceviamo da Lamberto Cesari, valido regatante di Formula 18, una lettera aperta riguardante una questione decisamente interessante… le donne in barca. L’antefatto è un articolo apparso sull’ultimo numero di Io Donna, il femminile del Corriere della Sera, a firma Umberto Brindani, in cui si raccontava, in una prosa decisamente incisiva, come “La barca non sia un affare per donne”.

La replica di Lamberto Cesari difende invece la bravura delle nostre colleghe veliste. Ecco il suo commento (inviateci i vostri sull’argomento).

Caro direttore,

Penso, da velista, che l’articolo di Io Donna a pagina 126 di Umberto Brindani sia estremamente offensivo per tutte le donne veliste che hanno da insegnare ai maschi in tutti i campi: pulizia, tecnica, esperienza.
Penso ad Alessandra Sensini, 4 medaglie olimpiche con il Windsurf e più titolata velista del mondo oltre che italiana, Giulia Conti giovane olimpica del 470, giunta alla sua terza partecipazione olimpica a soli 26 anni.

Ma anche marinaie, penso a Paola Pozzolini, moglie del compianto Pierre Sicouri (autori del bellissimo libro “Navigare in Oceano”), che negli anni 80 é stata tra le prime donne a fare l’Horn. E l’elenco potrebbe continuare con Isabelle Autissier e tutte le navigatrici oceaniche dei giorni nostri.

Penso che questo articolo sia particolarmente offensivo perché alimenta quella concezione di donna oggetto incapace di pensare e di agire praticamente, che é pervaso nella cultura mediatica italiana negli ultimi vent’anni, di cui le donne veliste sono la prima e migliore negazione.
Le parlo da velista, figlio di una madre che mi ha portato in barca sin da piccolo, avversario di tante donne sui campi di regata, nonché compagno e amico di donne nelle crociere estive.

Cordiali saluti
Lamberto Cesari

L'articolo apparso su Io Donna

All’autore dell’articolo, ovviamente, lo spazio per replicare.

 

16 COMMENTS

  1. Grazie Lambi per averci difeso!
    Questo articolo è profondamente offensivo. Vorrei invitare l’autore a seguire una nostra regata in Formula 16 o Formula 18 e magari a leggere i libri “Navigare in oceano” e “Una vita con il vento”… potrebbero farle cambiare idea.

    Cordiali saluti
    Lara Sicouri

  2. Le osservazioni di Cesari sono del tutto normali, trovo poco normale il fatto che esista una pubblicazione chiamata “il femminile” del corriere della sera, a me suona patetico; non lo leggo e mi spiace che venga letto. Vediamo se l’autore riesce almeno ad abbozzare qualche frase di replica, un “cosa si deve fare per mangiare”…

  3. e pensare che una delle cose ch adoro della vela è gareggiare alla pari con gli uomini! in quanti altri sport lo puoi fare?

  4. Completamente d’accordo con Lamberto, non ho letto l’articolo ma evidentemente non mi sono perso………..nulla!!

  5. Lettera a Io Donna

    Caro direttore,
    Mi avevano segnalato l’articolo comparso sull’ultimo sull’ultimo numero di Io Donna, firmato da Umberto Brindani, “Lupi ( di mare) meglio in branco…”.
    Mi avevano detto che era un divertente pezzo sul tema “la barca a vela non è cosa da donne”.
    Leggendolo, mi rendo invece conto che è una antiquata, crudele e stupida presa in giro, fondata su triti luoghi comuni, dei presunti “lupi di mare”! Poverini, descritti come incoscienti ubriaconi, che intraprendono avventurose lunghe traversate considerandole delle “zingarate”, con cibo precario ma tanto tanto alcol, col rischio concreto di trovarsi a mollo al primo colpo di vento, ma liberi di poter sfogare i loro istinti repressi, dandosi a turpiloquoio, alle “esplusioni di gas”(!) e a pruriginosi discorsi su “quell’altra cosa là”!
    ( chiamarla sesso, troppo audace!)
    Dei poveri complessati che non si sentirebbero “uomini veri” se, quando sbarcano con la barba lunga, lo sguardo da Tonno Nostromo (!) e la cerata bagnata, con loro ci fosse una donna!
    E anche dei completi incompetenti! Forse Umberto Brindani ha preso una svista, citando le manovre che le donne non saprebbero fare… scommetto che intendeva cazzare una scotta, vero?
    Caro direttore, consiglierei, al prossimo articolo sulla vela, di darne un’interpretazione un pochino più attuale e di rivolgersi ad un redattore che lo renda credibile.
    Paola Pozzolini

    • Grazie Paola della tua bella replica, che condividiamo in toto. Purtoppo crediamo che qui abbia prevalso il bisogno di dare, con una serie di luoghi comuni ormai antiquati, un po’ di verve a un settimanale femminile con l’ormai consunto stereotipo delle donne da una parte e gli uomini dall’altra.

      Ciao

  6. Non posso crederci che ci sia qualcuno che vada in barca a vela che possa scrivere certe cose , mi viene da pensare che costui non abbia mai frequentato DONNE ma solo VIRILI MASCHIETTI con tutto il rispetto per quest’ultimi .

    • Ciao Pino,
      no, niente allusioni su Farevelanet, solo opinioni. Umberto Brindani è un giornalista professionista che ha seguito per anni le faccende veliche. Ha prevalso il generalismo degli stereotipi in un contesto di contrapposizione uomini/donne richiesto dal contenitore dove l’articolo è stato pubblicato.

  7. a parte la levetta del cesso che effettivamente è una rottura, ma non penso che ciò dipenda dal mio essere donna, tutto molto offensivo. Cioè, inutile più che offensivo. Mi auguro che l’intento fosse almeno far ridere, visto che sono panzane palesi, ma neanche quello fa.

  8. Come capelli e creme?! Io in barca ci vado con la cuffia da piscina e lo scafandro, che il sale rovina i capelli e l’abbronzatura incartapecorisce.

  9. Sono senza parole dopo quello che ho letto e penso che chi è in grado di scrivere sciocchezze simili di professionista nel settore della vela abbia ben poco. Credo che nell’era di internet ci voglia così poco per informarsi prima di fare certe figure! Grazie Lamberto per avermi mandato il link. Credo di poter esprimere il mio parere a ragione a quasi 60 anni dopo 30 anni di professione: scuola vela, regate, patenti nautiche, charter, crociere scuola, skipperaggi vari, giro del mondo, consulenze, formazione federale quadri tecnici…… Lascio per quel signore questo link, così va a vedere chi sono e si rende conto che non parlo a sproposito! A parte me stessa e la mia esperienza sono tantissime le donne (anche al di fuori del professionismo e delle olimpiadi) che praticano la vela seriamente e con grandi risultati….. A quel signore posso dire che in barca agli uomini occorre tutta la loro forza, alle donne tutto il loro cervello per farcela dove la forza non arriva!
    Grazie per aver accolto lo sfogo e FORZA DONNE CHE SIETE SEMPRE LE MIGLIORI!

    http://www.benacosail.it/files/download/profilogio.pdf

  10. Ehi ragazzi (e ragazze), anzi: ehi ragazze (e ragazzi), sicuramente non sono Mark Twain, e neanche Maurizio Crozza, quindi è possibilissimo che non sia riuscito a farvi ridere e nemmeno sorridere. Ma bonaccia la miseria, devo dire che anche voi quanto a senso dell’umorismo siete un po’ carenti, eh? Vado in barca a vela da 25 anni (ultimamente di rado, lo confesso) e ho praticamente sempre avuto a bordo, felicemente, donne e uomini, senza distinzione di sesso. Ho fatto lo skipper con donne a bordo e navigato con donne skipper. Ho visto uomini intasare il cesso e cospargersi di creme. Non ho mai pensato che un sesso fosse superiore all’altro, né in vela né altrove. Ringrazio Tognozzi per aver stroncato sul nascere certe allusioni fuori luogo, e per aver capito che il taglio era «richiesto dal contenitore»: era (voleva essere) un articolo tra la satira e l’innocuo divertissement. Probabilmente non ci sono riuscito, ma di qui offendere ce ne passa.
    Buon vento a tutte e tutti.
    Umberto Brindani

    • Grazie Umberto del tuo contributo, immaginavo che fosse una richiesta del contenitore, a volte, però, davvero ci spiace constatare come gli stereotitpi facciano presa su un certo pubblico, ma questo sarebbe un discorso molto ma molto, che magari faremo un giorno, durante una lunga traversata a vela. Un saluto

    • Caro Umberto,
      pensavo e speravo che tu non pensassi quelle cose. Ma penso che sia estremamente pericoloso scherzare con questo argomento, soprattutto su un mezzo di comunicazione di massa come Io Donna.
      Purtroppo troppo spesso certi maschi che non conoscono la vela riconoscono quello stereotipo di donna.
      A presto
      Lamberto

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