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Livorno- Brutta avventura ieri mattina per un’imbarcazione da regata ligure diretta arrivata a Livorno da Chiavari per prendere parte all’ormai prossimo Trofeo Accademia Navale. Secondo la nostra ricostruzione si tratterebbe dell’M37 Low Noise, già plurivincitore di titoli italiani e mondiali ORC international. La barca si è arenata, intorno alle 11 di ieri, all’ingresso meridionale del porto di Livorno, in località Scoglio della Regina, probabilmente a causa delle onde causate dal vento di Libeccio. Le due persone a bordo, che avevano effettuato il trasferimento da Chiavari, stanno bene e sono state tratte in salvo dal personale della Guardia Costiera prontamente accorso sul posto. Non hanno riportato alcuna conseguenza fisica.

L'M37 spiaggiato a Livorno ieri mattina

A coordinare i soccorsi (aggiungiamo, con la consueta efficienza) il comandante Gregorio De Falco, capo della sala operativa della Capitaneria di Porto di Livorno, già noto alle cronache per il comportamento marinaresco tenuto durante la dramattica notte del naufragio della Costa Concordia lo scorso gennaio. La barca ha finito con l’essere trascinata sulla costa, da dove è stata alata con l’ausilio di una gru, dopo aver riportato alcuni danni.

Secondo la testimonianza che abbiamo raccolto da un altro velista dell’X-37 Vai Mò, arrivato ieri mattina a Livorno 15 minuti prima dell’M37, il Libeccio era sui 20 nodi con onde frangenti di due metri. Le onde rimbalzavano sul braccio del porto creando un mare confuso e difficile. L’M37, a differenza della barca del nostro testimone che è stata solo coricata, sarebbe stato trascinato fino all’incaglio.

A questo link il video dal sito del quotidiano Il Tirreno.

La zona sud del porto di Livorno, con il punto dove si è spiaggiata l'imbarcazione

12 COMMENTS

  1. Ancora una volta le barche e i loro equipaggi pagano un tributo troppo alto (grazie a dio solo per danni materialli e non perdite umane) ai pessimi progetti dei porti italiani. Mi chiedo quando sarà possibile avere dei porti dove chi arriva (da un miglio o da 1000 miglia) trovi una sicurezza e non un possibile disastro con la perdita della barca.
    Vi invito a vedere le innagini dell’ingresso a Castelsardo il 21 aprile 2001 alla fina di una regata che in mare aperto era divertente ma arrivando in porto si è rischiata la tragedia. http://www.youtube.com/watch?v=B81E0w3u_x4

    • Ciao Alberto,
      beh, a Livorno notoriamente il Libeccio forte è un vento di traversia. Nello specifico del video, rientrare con Maestrale e onda di quelle dimensioni a Castelsardo è notoriamente avventato, personalmente saremmo andati a Porto Torres.
      Un saluto

  2. La storia della navigazione a vela è piena di naufragi all’ingresso in porto, a dimostrazione della pericolosità quasi sempre esistente in funzione del vento di traversia e di altre particolarità locali. Se non si è più che sicuri di entrare senza problemi è meglio aspettare in mare aperto che la situazione migliori. Sperare che i progetti dei porti italiani, e non solo, pongano rimedio al problema è cosa vana…

  3. Sono Livornese,conosco pertanto abbastanza bene cosa succede davanti al Molo della Vegliaia con il Libeccio. Tuttavia se la barca veniva da Chiavari è strano che sia finita in secca allo Scoglio della Regina.Era forse previsto che venisse ospitata al moletto del Nazario Sauro, al Circolo Nautico Livorno? Questo potrebbe spiegare la posizione dove si è incagliata.Li il libeccio picchia!!
    Franco

  4. Come al solito il C.te Basile mette il dito sulla piaga: sta al navigante valutare se tenersi al largo o tentare l’entrata. Non abbiamo sufficienti elementi riguardo alla barca, motore, equipaggio, ma un pensiero mi ronza: la velafobia diffusa impedisce di tenere tela a riva anche quando potrebbe significare una possibilità in più di controllare le manovre. Per anni siamo usciti ed entrati da molti porti malamente insabbiati sfruttando lo sbandamento per ridurre il pescaggio e la spinta delle vele per aiutare gli scarsi motori di un tempo.
    Nessuno si è fatto male, questo conta, poi si vedranno le cause reali, (forse). FV ci terrà come sempre informati. BV!

  5. Concordo pienamente con le osservazioni di Franco. Anch’io troco strano la posizione di incaglio della barca …. a meno appunto che non fosse ospitata al molo Nazzario Sauro o al Circolo Nautico Livorno e questo potrebbe averla portata a toccare per i bassi fondali e a perdere il controllo. Venendo da Chiavari non credo che sia entrata dalla porta sud ma penso da quella ovest del porto. Se si teneva stretta sulla sinistra, appena passata la Vegliaia si trovava ridossata dal mare se non dal vento. Prua al vento, motore, giù le vele ed via all’ormeggio.

  6. Con le derive a Ventimiglia CVV per anni e anni abbiamo imparato cosa vuol dire non avere un porto pur che sia,ridosso o non ridosso .Si esce con onda aspettando il momento giusto e si rientra a volte virando all’ultimo momento sull’ultima onda approfittanto della remora toglieldo il timone per usarlo come pagaia.Ciao

    • Mi dispiace, mi dispiace veramente tanto e spero che la barca (certo che l’equipaggio è rimasto illeso) nn abbia riportato danni importanti.

      Inulite sindacare se … , forse … e ma … l’unica cosa che non và è che il tambuccio sia rimasto aperto .. forse non hanno fatto in tempo a chiuderlo prima di abbandonare la barca.

      comunque sia “forza low noise”
      … spero di rincontrarti presto tra le boe.

      un abbraccio
      michele colasante

  7. Troppe cose sembrano strane: forse, a parte i porti fatti male, l’errore umano ha fatto il più (è vero, quel tambuccio aperto da proprio l’idea di tanta, tanta sciatteria e tanta voglia di darsela appena possibile) e c’è solo da esser contenti che nessuno si sia fatto male.

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