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Vada- Ancora un serio problema di sicurezza della navigazione nel livornese. Oggi pomeriggio e in nottata mezzi della Guardia Costiera di Livorno sono stati impegnati nelle ricerche di uno skipper caduto in mare da una barca a vela da charter, un Bavaria 44, con a bordo 8 studenti francesi in crociera-studio. L’incidente è avvenuto all’altezza delle Secche di Vada dopo che la barca, noleggiata a Cala de Medici (il porto turistico di Rosignano Solvay) insieme ad altre per una crociera in flottiglia, era partita da Punta Ala verso San Vincenzo, ma era poi proseguita verso Cala de Medici per il Libeccio forte che sconsigliava l’ingresso a San Vincenzo. Le condizioni del pomeriggio di oggi in quel tratto di mare erano di vento da SSW sui 20-22 nodi con onde fino a due metri.

La barca con a bordo gli otto studenti francesi era alla deriva dopo che lo skipper, il parigino Michel Thomas, 68enne, era caduto in mare. Secondo quanto riporta il quotidiano on line Il Tirreno, citando fonti del Comando generale delle Capitanerie di Porto, l’allarme è scattato alle 17.30, quando la società di charter e le altre barche della flotta hanno avvisato la Guardia costiera che il natante aveva il motore in avaria, precisando successivamente che lo skipper era caduto in mare e che i ragazzi a bordo non erano in grado di governare l’imbarcazione.

Vista Google Earth Pro del porto di Cala de Medici, verso cui era diretta la barca da charter andata in avaria. le ricerche dello skipper disperso riguardano il tratto di mare tra Cecina e Livorno, con vento al momento da Sud-Sud Ovest

Le ricerche dei mezzi della Capitaneria di Livorno e dei vigili del fuoco (motovedette, un gommone e due elicotteri e delle navi che incrociavano in zona) stanno proseguendo. La barca è stata protetta dal mare di Libeccio da una nave, che si è posta sopravvento alla stessa per creare una zona di ridosso. I ragazzi a bordo sono stati tratti in salvo e la barca poi rimorchiata fino a Cala de Medici. Secondo le prime ricostruzioni, lo skipper sarebbe andato a prua, senza indossare nè salvagente nè cintura di sicurezza, per liberare una manovra corrente e sarebbe stato sbalzato fuori da un movimento dell’imbarcazione.

Aggiornamento ore 13, 20 aprile- Ancora senza esito le ricerche dello skipper francese. I mezzi della Guardia Costiera e dei Vigili del Fuoco hanno perlustrato il tratto di mare ma ancora senza risultati. Nel frattempo, è stato ricostruito che lo skipper caduto in mare era andato a prua senza salvagente nè lifeline per sistemare una manovra quando nessuno degli 8 ragazzi a bordo sapeva condurre l’imbarcazione. Lo skipper sarebbe andato a prua probabilmente a liberare una scotta impigliata, il tender (mal assicurato alla coperta) si é alzato perché ha preso vento e ha dato una spinta allo skipper che é finito in mare.

La barca è un Bavaria 44 di mone Arcturus. Ecco le foto della barca sotto sequestro, inviateci da un nostro lettore da Cala de’ Medici.

Il Bavaria 44 sotto sequestro nel porto di Cala de' Medici.
Il tender rizzato in coperta sul Bavaria 44. Un suo movimento a causa del vento avrebbe causato la caduta dello skipper in mare.
La certificazione del sequestro dell'imbarcazione.

Questo ennesimo incidente apre urgentemente nuovi interrogativi sulla sicurezza della navigazione e sul rispetto di basilari norme di buon senso. Ne parleremo approfonditamente a breve.

 

19 COMMENTS

  1. Abbiamo dei porti in zona che non sono ….. porti. A San Vincenzo e a Cala dei Medici con il libeccio forte ne si esce ne si entra per le onde che si formano all’ingresso. Non uscire non è un problema, uno rimanda, ma non entrare è un grosso problema come dimostra questa disgrazia. Intorno al faro di Vada poi, per la secca che viene su dopo fondali profondi, le onde, frenate in basso si increstano aumentando e spesso frangendo in modo non ordinato.

  2. Sono dispiaciuto per Michael e mi auguro che possa essere al più presto ritrovato.
    Io che in mare ci vado anche per lavoro, uso dire ai miei corsisti: più avanti vado più piccolo divento.
    A mio parere, se uno sceglie di navigare da solo può permettersi di non legarsi ma se si conduce una barca con delle persone inesperte a bordo, quando le condizioni del mare divengono impegnative, è necessario far indossare i salvagenti con le cinture di sicurezza attrezzando le line life a cui chi sta’ in coperta dovrà necessariamente assicurarsi.
    E’ successo anche a me di andare in prua per un problema all’avvolgifiocco, senza essere legato e dando il timone a mio figlio che allora aveva 17 anni.
    Quella notte, una volta finalmente arrivati a ridossarci in una baia, ho dormito molto male pensando cosa avrebbe potuto succedere alla mia famiglia se fossi caduto in mare.
    Noi conduttori dovremmo essere i primi a dare l’esempio.

  3. il commento del signor Luci è un commento di chi parla senza conoscere le cose. a san vincenzo non conosco come si entra col libeccio o con il ponente, a cala de medici so che si entra e si esce bene anche con forti mareggiate. perchè a me è successo di farlo con la mia vela, e perchè vedo continuamente entrare barche con le libecciate. questo incidente è dovuto al fatto che il tender in coperta non era stato assicurato bene, e, uno skipper senza giubbotto, senza cintura, senza lifeline, e con equipaggio non collaborativo, si è avventurato a prua senza protezione. delle 9 barche della flottiglia, nessuna ha avuto problemi ad entrare in porto. il problema è che delle 9 barche di questi francesi, nessuno aveva giubbotto o cintura. tutti in vacanza, incluse le dotazioni di sicurezza, presenti a bordo, ma non utilizzate.

    • Gentile Maurizio,
      Lei ha ragione e tocca il punto chiave di questa vicenda, la sicurezza nella navigazione da chi la intraprende. Cala de Medici ha un porto in cui si può entrare quando vi sono condizioni accettabili di navigazione, anche con Libeccio. Non vi si può entrare, o almeno è sconsigliabile, quando la Libecciata è imponente, ma in quel caso nessuno dovrebbe trovarsi in mare.
      Per cui non è un problema di porti, ma di responsabilità degli skipper. Le ricerche sono proseguite per tutta la notte, ancora senza esito positivo, per cui dello skipper ancora non si sa purtroppo nulla ed è difficile parlare in queste situazioni.
      Da un punto di vista preventivo, se si intraprende una qualsiasi navigazione, con mare formato e vento sui 20-22 nodi come era ieri tra l’Elba e Rosignano, bisognerebbe avere lifeline montate, cinture di sicurezza ogni vota che si esce dal pozzetto e salvagente. Tanto più se si ha un equipaggio imesperto (pare che i ragazzi francesi lo fossero totalmente) che non è in grado di manovrare in autonomia in caso di bisogno. Ognuno di noi ha commesso qualche imprudenza in passato e sarebbe bene, ripensado a questi fatti, che si rispettassero queste basilari norme di sicurezza.
      Ovviamente anche la pianificazione di una rotta e dei porti sicuri di atterraggio rientra in questo. Inutile prendersela, crediamo, con il potrto di Livorno o di Cala de Medici, se poi non si lega andando a prua o ci si fa sorpendere da una Libecciata ampiamente prevista.
      Un saluto

      • Concordo con Maurizio Villani: la sicurezza in navigazione dei terzi trasportati deve essere garantita da chi assume il comando, quello che in genere è chiamato “skipper”.

        E sottolineo quanto rilevato da Giuseppe Accardi riguardo alla preoccupazione circa la notevole diminuzione delle condizioni di sicurezza in navigazione derivanti dalla nuova norma italiana sul “noleggio occasionale”.

        Dispiace che la “sicurezza” sia considerato un fattore marginale da chi recentemente è stato capace di affermare in una intervista a IL GIORNALE che: “Con l’uso della normale patente nautica per effettuare il noleggio occasionale si apre dunque un paragrafo importante anche per la revisione dei titoli professionali che finora hanno strozzato lo sviluppo ad ampio raggio del settore, soprattutto per le piccole barche a cui realtà è molto diversa dai maxi yacht.”

      • Questo ennesimo incidente apre urgentemente nuovi interrogativi sulla sicurezza della navigazione e sul rispetto di basilari norme di buon senso.
        Tanto più se si ha un equipaggio imesperto (pare che i ragazzi francesi lo fossero totalmente) che non è in grado di manovrare in autonomia in caso di bisogno.
        Ritengo che in questi casi dovebbe essere obbligatoria su barca a vela da charter la presenza di 2 skipper per elementare sicurezza nel caso di malore o problemi in situazioni di difficoltà

  4. Fortunatamente per i ragazzi è andata bene. Se almeno avessero lanciato in mare il salvagente anulare ci sarebbe stata un’opportunità per lo skipper che innanzitutto non avrebbe dovuto prendere il mare con quelle condizioni e con un equipaggio inesperto e che non ha avuto nemmeno cura di istruirli sull’emergenza.
    Quest’anno, con la previsione del “noleggio occasionale”, che vedrà tanti improvvisati a fare gli skipper, dovremo abituarci a leggere cose del genere.

  5. Il problema è sempre lo stesso, la superficialità e l’ostentata sicurezza….montare una life line non ci vuole molto, uno skipper che indossa una cintura di sicurezza e ci si lega col cordone ombelicale non fa altro che educare l’equipaggio a come ci si muove in barca, specie poi quando si è soli o con un equipaggio fatto da persone inesperte della vela…ma come si fa ad andare in barca in questo modo???? senza parole…

    • Caro Gianpaolo, concordiamo con lei. Purtroppo in questa vicenda gli errori sembrano essere stati davvero molti: mancanza di un secondo, mancato briefing., mancato salvagente, niente layline, navigazione con previsione di Libeccio 5 raffiche 6 con gente inesperta. Personalmente mi lascia molto perplesso il fatto che quella fosse, come si e’ detto, una crociera-studio, e non sia seguita la prima delle norme didattiche, ovvero indossare il salvagente e legarsi quando si doveva mostrare esattamente ciò, con il proprio comportamento, ai ragazzi a bordo. Comunque, inutile dibattere su considerazioni così ovvie ma prendiamo questo incidente come un’ulteriore lezione di mare.

  6. Gent.mo Signor Maurizio Villani,
    non per fare polemica ma giusto per informarla, io abito a Cecina, vado per mare da oltre 40 anni (purtroppo, preferirei avere meno esperienza e quindi minor età) e conosco molto bene questo tratto di costa. In Crepatura il libeccio forte picchia duro e a mio parere l’ingresso del Cala dei Medici può comportare dei rischi. Due episodi? Lo spiaggiamento della nave mercantile e il rischio di affondamento del pontone che fece i carotaggi di sondaggio preventivo alla costruzione del porto che a seguito di una violenta libecciata subì dei danni ad uno dei pali di sostentamento rischiando di affondare.
    Certo se si vuol dire che il miglior skipper è quello che è in porto con tempo cattivo, concordo pienamente.
    In questa disgrazia l’imprudenza è stata determinante ma se le barche potevano entrare a San Vincenzo come programmato, non saremmo a piangere la scomparsa di un amico velista.

  7. Sono skipper pro ed istruttore esperto velista FIV, dispongo di special regulation 6.0 ISAF, non sono proprio digiuno di navigazioni anche impegnative,quindi.
    Concordo con tutto ciò che è stato commentato, ma faccio presente che è sempre tutto relativo:
    1)la nuova legge sul noleggio occasionale non centra nulla, conosco skipper “della domenica” molto più scrupolosi di altri professionisti con titoli.
    2) le condizioni che noi Mediterranei consideriamo già impegnative, lo sono meno per i Bretoni, che sono abituati ad affrontarle tutti i giorni
    3)purtroppo in questo caso lo skipper non ha seguito le più elementari norme che si insegnano in tutte le scuole di mare.
    4)da quello che si capisce se è vero che era una flottiglia, nessuno degli altri skipper di 8 barche era vicino e se lo era non è stato in grado di fornire aiuto o non ci è riuscito.

    resta solo una grande amarezza ed un monito a tutti coloro che ci prendono in giro quando ci vedono legati anche se in costume da bagno, perchè tentiamo di fare di tutto per tornare a casa dalle famiglie

    Ciao Michel, Buon Vento ovunque tu sia!

  8. Dispiace x accaduto.
    Cmq 20 nodi sono facilmente gestibili da chi va a vela sopratutto su un 44 piedi.
    Si fosse legato non cadeva in mare ma altrimenti nn si parlava di questo

  9. per la mia teoria della relatività aggiungo che c’è una bela differenza come tutti sapete tra 25 nodi di bolina e 25 nodi al lasco.
    Inoltre in questo periodo ha spiaggiato anche un M37 vincitore di tante regate, che stava trasferendosi a Livorno per il trofeo Accademia; a bordo 2 persone di equipaggio che non sono certo degli sprovveduti, ma si sa che errare è umano, e a loro è andata bene ed anche alla barca sembra.
    Ho appena avuto un tuffo al cuore perchè aprendo il web per vedere gli aggiornamenti ho letto “ritrovato vivo lo skipper…..”, purtroppo era quello del 2009.

    Ciao Michel Buon Vento!

  10. In passato,quando assumevo il comando di piccole barche a vela, con quattro, otto ospiti inesperti, o quando ho navigato in solitario, ho sempre indossato la cintura di sicurezza, anche quando ero in pozzetto, anche con la bonaccia. A volte venivo guardato come un extra terrestre, come uno psicopatico che vede il pericolo anche dove non c’é.
    Forse per questo motivo oggi posso ancora commentare l’accaduto. Mi è capitato per due volte di cadere inacqua mentre al timone era una persona esperta e, ovviamente, è andata bene, ma posso assicurarvi che cadere in acqua è molto più facile di quello che si possa pensare.

  11. La buracrazia consigliata da esperte associazioni per le quali probabilmente interessa esclusivamente improntare il futuro dele vite umane che cercano svago e passatempo nelle vacanze le quali pensano inconsapevolmente di essere al sicuro dopo aver pagato il biglietto sia in mare che in montagna ma che nel costo non è compreso il rischio di perdere la vita per un momento di felicità.

  12. Chi mi ha preceduto ha già detto tutto ciò che andava detto. Con tutto il rammarico per lo skipper scomparso in mare, è un’ulteriore dimostrazione che il mare può tollerare per anni l’imprudenza e la leggerezza, ma prima o poi arriva il momento in cui fa capire a chi sopravvive quanto possono essere deleterie queste due mancanze delle doti fondamentali del marinaio.

  13. Inutile fare polemiche sulla sicurezza in mare, che bisogna fare leggi che regolamentino questo o quello! Il mare è il mare, le regole le detta lui!
    Chi va per mare e si becca una libecciata con 8 ragazzi con nessuna esperienza a bordo, che lega malamente sulla tuga un tender e va a prua senza le dovute protezioni…
    Mi dispiace per l’uomo, spero tanto che venga ritrovato sano e salvo, ma come marinaio fa schifo e chiamarlo skipper è un insulto per quei tanti che il mare lo rispettano!

  14. Egregio Tognozzi,

    DeFalco è un serio Uomo di Stato, almeno questa è l’impressione che ho avuto di persona in un paio di occasioni; ma non è questo il punto.
    Il DeFalco vendutoci dai media è il contrario speculare dell’indifendibile, stolto e patetico Schettino, ed è stupefacente come ancora non si sia sazi di “uomini forti” in questo paese.

    La famosa telefonata è una recita media-oriented -tant’è che egli stesso lo dichiara- a fronte della sua effettiva inutilità.
    Mi spiego: il povero cialtrone ha appena causato il più colossale disastro della marineria in tempi di pace e lo sa, è notte, l’evacuazione è ancora in atto e deve evidentemente essere in condizioni psicologiche devastate, come del resto si percepisce dal balbettìo telefonico.
    Che senso e che efficacia può avere attribuirgli compiti organizzativi e di coordinamento?

    “Salga a bordo, cazzo!” non è male, bisogna riconoscerlo, come “adesso prendo io il comando…” ; Bruce Willis non avrebbe detto di meglio.

    Ma in quel momento l’esibizione di forza era secondaria rispetto al raggiungimento degli obbiettivi: “Comandante, si metta tranquillo, mi dica se possiamo fare qualcosa e mi passi il suo secondo”, lo avrei trovato più realistico.
    Certo, sui media non avrebbe avuto lo stesso impatto…

    Ecco perchè vedo Defalchi agitarsi dietro l’episodio di Vada e perchè stigmatizzo quello che sulle vostre pagine ho percepito come defalchismo acritico.

    Concludendo, non uso il mio nome in pubblico perchè non apprezzo mettermi in vetrina, non voglio essere taggato, non gradisco clamori personalistici; se quello che scrivo interessa, non conta chi sono.
    E comunque, non sono nessuno di particolarmente rilevante.

    Grazie

  15. D’accordo Fabio, a voler essere garbato hai detto senza mezzi termini ciò che intendevo e che, essendo ormai nulle le probabilità di ritrovare sano e salvo lo skipper, perchè in ogni caso era lo skipper, non me la sono sentita di accusare in quel modo chi ha pagato con la vita i suoi errori.

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