Sagunto, Spagna- E l’ala di Artemis si spezzò… Che gli AC72 saranno complessi ed estremi è ormai assodato, secondo le analisi dei progettisti e dei sailing team, e ciò che è successo nelle acque di Sagunto lo scorso venerdì pomeriggio appare un incidente inevitabile sulla rotta per riuscire a tenere insieme un manufatto di tali dimensioni e complessità. Artemis, il challenger of record della 34th America’s Cup ha infatti annunciato di aver rotto la sua prima ala-test, montata sul trimarano Orma modificato, durante un’uscita al largo di Sagunto, poco a nord di Valencia. Ricordiamo che le ali degli AC72 sono alte 40 metri.

Il comunicato di Artemis riferisce che: “Durante gli allenamenti venerdì nelle acque fuori Valencia, l’ala dell’AC72 di Artemis Racing ha subito un danno significativo. Nessuno è rimasto ferito. Il tea, sta navigando con l’ala dell’AC72 dal 15 marzo scorso e ha acquisito da allora una significativa conoscenza sulle prestazioni, la struttura e la manovrabilità di un’ala di AC72.
L’ala e la barca sono state rimorchiate alla base di Artemis Racing dove il team sta sistemando il danno”.
Il comunicato riporta anche una dichiarazione del CEO del team Paul Cayard: “L’America’s Cup è una sfida tecnologica che ti porta a spingere verso i limiti. Artemis Racing è stato il primo team a costruire e navigare con un’ala di un’AC72, così che è anche logico che siamo stati i primi a sperimentare un danno. Sono fiducioso che saremo più forti per questa sfida”.
Secondo quanto ci riferisce il nostro collega Pierre Orphanidis di vSail.info, la rottura sarebbe avvenuta con mare calmo e vento sui 10 nodi. L’ala si sarebbe rotta per un cedimento strutturale in 3/4 pezzi, che sono stati recuperati e riportati alla base.
Ma se invece di tutto ‘sto casino facevano la coppa con barche tipo quelle della Volvo ocean race, che comunque sono spettacolari e velocissime, non era meglio… e molto meno costoso?
luca
Sono d’accordo con Luca, ma al sig.Ellison piace vincere facile, prima con gli avvocati contro Alinghi, successivamente in mare con un’innovazione che serve solo a quel tipo di barche e non si potrà mai applicare ad altre, e nella prossima AC con l’ala che a livello tecnologico è più avanti degli avversari di qualche anno.