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Azzorre- Se la flotta della Volvo Ocean Race riuscirà a precedere la profonda depressione in arrivo sul Nord Atlantico, quella della Global Ocean Race ne sarà invece investita in pieno. Ecco perché Marco Nannini, nel suo ultimo diario di bordo, prevede prudenza e gestione in sicurezza del suo Financial Crisis, dove sta regatando insieme a Sergio Frattaruolo nell’ultima tappa del giro del mondo per i Class 40.

Ecco le sue note:

“Ricorderò sicuramente questa quinta tappa della Global Ocean Race come
quella in cui il tempo si è espanso, non siamo neanche a metà strada ma
sento come se fossi in barca da nove mesi consecutivi. Forse
l’anticipazione della fine imminente di tutta la regata fa stranti scherzi
con la mia mente, o forse semplicemente è colpa delle condizioni meteo
che abbiamo incontrato, fra le più frustranti di tutta la regata.

Dopo esserci portati al comando nei primi giorni di regata siamo stati
superati, come purtroppo avevamo previsto, da Cessna. Siamo riusciti a
stargli vicino per parecchio tempo poi abbiamo perso terreno molto
rapidamente. Una sequenza di piccole decisioni e pieghe del meteo che ci
hanno tutte giocate contro, prima eravamo troppo a sud in venti più
leggeri, quando finalmente abbiamo trovato aria più intensa a nord ci
siamo imbattuti in una zona in cui la corrente del golfo curvava ed era
contraria, dandoci quasi 36 ore in cui il flusso avverso raggiungeva a
volte anche due nodi e mezzo facendoci probabilmente perdere oltre 50
miglia solo così.

Quando il vento è ruotato a nord dopo il fronte freddo Cessna ha trovato
le sue condizioni ideali ed ha spiccato il volo, l’abbiamo osservata
bruciare le miglia ma i nostri occhi erano già distratti da una nuova e
ben più seria preoccupazione. Il modello meteo aveva iniziato a prevedere
una forte depressione in formazione alcuni giorni più avanti confermata
a ogni successivo bollettino e data in approfondimento con venti di
almeno 40 nodi ma forse anche di più. (gli ultimo modelli ne danno fino a 55, Ndr)

Ancora una volta la mia attenzione è passata dalla regata alla sicurezza
nostra e della barca. Indipendentemente dalla posizione in cui finiamo in
questa tappa avremmo ottenuto il secondo posto nella classifica generale a
punti ma se per un’avaria non finissimo potremmo cedere il nostro secondo
posto a Phesheya. In altre parole, il nostro obbiettivo numero uno è
finire la tappa indipendentemente dal risultato, condizione essenziale
per preservare il nostro posto in classifica. Le barche sono stanche dopo
così tante miglia e lo siamo anche noi, quindi inutile prendersi rischi
inutili. Abbiamo dunque tolto il piede dall’accelleratore e invece di
lanciarci in un folle inseguimento di Cessna, abbiamo deciso di rallentare
e scadere verso sud per meglio posizionarci rispetto alla bassa pressione
in formazione, che dovrebbe così colpirci e superarci prima di essere
ancora diventata profonda e pericolosa.

Il distacco con Cessna è aumentato rapidamente, loro devono continuare a
correre per evitare il peggio e sperare che la bassa inizi a dirigersi a
nord allontanandosi dalla loro traiettoria. Anche Cessna deve finire la
tappa per confermare il proprio primo posto, se si ritirassero per avaria
ci regalerebbero il gradino più alto del podio ma questo non possiamo
certo augurarcelo, in fondo hanno fatto una bella regata e si meritano il
loro primo posto, speriamo anzi la loro scelta non li metta nei guai.

Mi rendo conto che la nostra scelta non ha molto di eroico ma ragionando a
sangue freddo e calcolatore questa è la scelta più sensata per il
risultato complessivo, trattare la barca come fosse di cristallo e
portarla fino al traguardo e gioire di un secondo posto complessivo che
mai mi sarei aspettato. Anche se superassimo Cessna al traguardo
purtroppo risulteremmo comunque secondi nella classifica a punti, la
classifica cambierebbe solo se noi o loro ci ritirassimo, quindi abbiamo
più da perdere che da guadagnare se decidessimo di spingere la barca al
limite in un inseguimento a tutto testosterone.

Ci prepariamo dunque per la sventolata dei prossimi giorni, speriamo di
correre verso la Francia senza far danni, ne avremo per almeno due giorni
di venti molto intensi, c’è da augurarsi che il mare non diventi
eccessivamente fastidioso”. (Marco Nannini)

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