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Alassio- Torniamo su una delle vicende più incredibili dello sport italiano in queste settimane. Il 9 luglio sapremo se Pietro Sibello potrà disputare la sua terza Olimpiade a Weymouth. Il braccio di ferro con il CONI, perché di questo appunto si tratta, si risolverà in questi quattro giorni, prima con un pronunciamento sulla legittimità del ricorso dell’atleta azzurro e poi eventualmente sul merito della questione. “Ormai il caso si è trasformato da una questione medica, su cui i pareri sono concordi a mio favore, a una questione normativa di giurisdizione”, spiega Pietro Sibello in questa intervista approfondita. L’atleta delle Fiamme Gialle ci illustra nel dettaglio il suo caso, quali sono le responsabilità e come si è arrivati a questa situazione.

Pietro Sibello sul 49er con il fratello Gianfranco. Foto FIV

Sibello, ce lo dice più volte, ci tiene anche a ringraziare tutte le migliaia di persone, che partendo dalla pagina Facebook dedicata al suo caso, si stanno prodigando per trovare contatti, diffondere la notizia (oggi per esempio Gianluca Pasini ha pubblicato un altro bel pezzo sulla Gazzetta dello Sport), spiegare perché un uomo maturo, un atleta di 33 anni, non può disputare i Giochi Olimpici per cui si è qualificato e per i quali ha anche superato le visite mediche standard praticate dal CONI a tutti gli atleti. Questo perché vi è un rischio teorico di recidiva nel ritorno di un angioma ormai assorbito e che, in nessun caso come dimostrato da autorevoli pareri scientifici, provocherebbe uno svenimento durante la Regata Olimpica. Un rischio quantificato nello 0,0000228 per cento. Per capirci, ognuno di noi rischia di più, ma molto di più, ogni giorno attraversando la strada…

Ecco quindi l’intervista in cui Pietro Sibello spiega tutti i dettagli di questo caso per certi versi assurdo. Per noi un onore e un piacere aver contribuito, insieme a tutti voi, a parlarne.

Farevelanet Beh, Pietro, attorno a lei si è creato un bel movimento d’opinione pare…

Pietro Sibello Assolutamente sì e ne sono contento. Tutto questo sostegno generoso non me lo sarei aspettato. Ne sono molto contento.

FVN E di fatto quanto la sta aiutando?

PS Oltre che un sostegno morale, comunque importante in un momento per me così forte, devo dire che tutti questi amici che ho trovato su questo gruppo Facebook si stanno muovendo molto attivamente. Uno di questi, per esempio, siete voi in questo momento, ma ve ne sono molti altri che spargono la voce, mi trovano contatti, mi organizzano interviste, e credo che sia una strada importante per aiutarmi in questa vicenda.

FVN Facciamo il punto della situazione concreta a oggi. Lei ha presentato il ricorso al Tribunale Arbitrale Sportivo di Losanna e il CONI ha risposto con un comunicato che possiamo definire freddo. La partita a questo punto dove e come si sta giocando?

PS Sì, il ricorso è stato presentato sabato e il comunicato del CONI fa intendere che una delle prime loro difese è quella di contestare la competenza e la giurisdizione del TAS e questo non fa che alimentare il mio vigore perché mi sembra che questa sia una valutazione di “basso” livello. Visto che c’è evidentemente qualcosa che non va in questa vicenda, dato che siamo su due posizioni diverse, a me sembrerebbe giusto che vi sia un’entità terza, arbitrale appunto, che si pronunci sul caso, senza interessi. Loro sembrano non accettare questa nostra richiesta e ovvamente sono molto amareggiato per questo.

FVN Immaginiamo che abbia solidi consulenti legali in questa strategia.

PS Assolutamente sì. Proprio perché il CONI non accetta la giurisdizione del TAS, come primo passo ci sarà la valutazione sulla legittimità e poi decideranno se andare avanti o meno sulla decisione.

FVN A volte si parla di CONI in senso ampio ma ci risulta difficile ricostruire realmente quale sia il problema. Ci può dire in sintesi cosa è successo? Come ha interagito lei con i medici del CONI?

PS Mi fa piacere questa domanda perché è giusto chiarire questo punto. Dopo che sono stato male lo scorso settembre ed essermi ripreso e dopo aver già sostenuto 4-5 giorni di allenamento a gennaio con la squadra nazionale, sono stato a Roma per fare le visite standard che tutti gli atleti devono affrontare prima delle Olimpiadi per ricevere il pass.

FVN Le stesse visite che aveva già sostenuto prima delle sue due precedenti Olimpiadi?

PS Sì, esattamente le stesse, che avevo sostenuto e superato prima di Atene e di Pechino, dove non mi era stato mai riscontrato nessun problema. Anche questa volta le ho affrontate insieme a mio fratello Gianfranco e le abbiamo entrambi superate senza problemi e non mi è stato riscontrato nulla di particolare. Senonché il giorno dopo si è svolta la riunione della Commissione Medica del CONI, che ha preso visione anche dei documenti medici che noi, intendo io insieme alla Federazione, abbiamo prodotto per trasparenza. Lì abbiamo avuto lo stop, quindi si evince che problemi di questo tipo non vengono ricercati durante le visite mediche precedenti le Olimpiadi. Quindi, se non avessi detto niente, se fossi stato un po’ più “scaltro”, a quest’ora sarei tranquillamente sulla mia bella barchetta. Questo, quindi, secondo me è un primo punto su cui bisognerebbe riflettere.

Dopo questa  prima esperienza medica negativa, con la Federazione non abbiamo mai mollato e abbiamo richiesto nuovi pareri e nuovi esami per nadare più a fondo al problema. Man mano che andavamo avanti ci siamo accorti sempre di più che la nostra posizione veniva da loro confermata. Abbiamo richiesto quindi la composizione di una seconda commissione medica, che si è riunita ad aprile con gli stessi memebri e ha, ahimè, confermato lo stesso verdetto. Quello che è successo, quindi, è che a parte la prima volta in cui sono stato sottoposto alla visita medica standard pre-olimpica, tutte le altre volte la Commissione Medica ha solamente preso atto della documentazione che noi abbiamo fornito e ha confermato il responso negativo.

FVN Ci sta dicendo, quindi, che basandosi sugli esami medici di prassi per un atleta probabile olimpico, Lei sarebbe a posto.

PS Assolutamente sì.

FVN Questa ormai celebre percentuale dello 0,0000228 per cento, che lei ripete spesso nelle interviste, da che bibliografia medico scientifica deriva?

PS Da un’analisi completa della mia patologia e da dei pareri che noi abbiamo richiesto nell’arco degli ultimi dieci mesi, primo fra tutti quello ultimo dei primi di giugno, di un luminare svizzero riconosciuto tra i massimi esperti mondiali per questo tipo di patologie, che ha parlato apertamente di probabilità dello 0,0000228 di recidiva. Intendiamoci, non stiamo parlando di rischio di vita, si intende probabilità di recidiva, che è comunque al cento per cento scollegata dall’attività sportiva che io posso fare. Io ho lo stesso rischio, che è dello 0,0000228 per cento, di avere una recidiva sia in barca durante le Olimpiadi sia in questo momento che sto parlando con te sia che dovessi vedere le Olimpiadi davanti alla televisione.

FVN Possiamo dire che è molto più pericoloso fare una scuffia in 49er?

PS Penso che in tutte le discipline sportive olimpiche, quando gli atleti sono spinti a un livello così alto, anzi a esprimersi anche al di là dei loro limiti, in tutte le discipline in cui si corre, si ha un rischio superiore a questo. Quindi mi sento discriminato, un rischio così basso viene preso solamente nei miei confronti e per tutti gli altri casi, dove vi possono essere rischi oggettivi, no. Per quale motivo?

FVN Si sente quindi “offeso” anche nel suo libero arbitrio di sportivo e di uomo?

PS Assolutamente sì, anche perché in Italia questo Istituto di Medicina dello Sport, che ha il potere e la responsabilità di decidere sulla carrieta sportiva degli atleti, viene visto come un punto di forza. A mio parere non è così. In altri paesi, prendiamo il caso dell’Inghilterra che ospita i Giochi, vige un altro sistema di valiutazione. Gli esami vengono fatti allo stesso modo, ma quando viene riscontrato il problema l’atleta viene preso da parte e informato della situazione, gli vengono spiegati gli eventuali rischi che corre e poi l’atleta è libero di decidere. In un mondo libero e al giorno d’oggi forse credo sia un sistema più adeguato.

FVN Personalmente si sarà fatto un’idea di qual’è il vero problema. Chi è che dice no fisicamente a questo punto, un medico, un dirigente, una commissione?

PS Ciò che ho capito io è che l’Istituto di Medicina dello Sport costituisce una Commissione Medica e tale commissione ha l’autorità di fornire al CONI un parere. In questo caso il CONI accetta il parere della Commisione Medica e nel caso mi succedesse qualcosa la responsabilità sarebbe la loro. Il punto discriminante è questo, il problema è che nessuno si vuole assumere la responsabilità nei miei confronti.

FVN Ma scusi, il fatto che la sua Federazione, la Federazione Italiana Vela, appoggi la sua richiesta non conta nulla?

PS Evidentemente non abbastanza, anche se devo davvero ringraziare la Federazione e il presidente Croce che si sono dati un gran d’affare sin dall’inizio, lo stanno ancora facendo e continuano a sostenermi fino alla fine. Sicuramente continuerò a ringraziare anche in futuro il presidente.

Pietro Sibello con il presidente FIV Carlo Croce e la dirigente CONI Rossana Ciufetti alla presentazione della squadra olimpica FIV del 23 maggio scorso a Marina di Loano. Foto Tognozzi

FVN Il 9 luglio quindi ci sarà la risposta finale?

PS Corretto, ma prima vi sarà la decisione sull’ammissibilità o meno del ricorso.

FVN Il 9 è comunque una data ultima?

PS Sì, è la data che noi abbiamo proposto e devo dire che il mio non è l’unico caso che stanno analizzando, ve ne sono anche altri e il 9, vista la vicinanza dei Giochi, è la data ultima un po’ per tutti.

FVN Dal punto di vista tecnico sta riuscendo a prepararsi almeno atleticamente?

PS Certo, dato che credo ancora nella possibilità di partecipazione mi devo tener preparato e quindi ogni giorno mi alleno atleticamente e devo dire di essere a livelli ottimi, anche perché… ho molto tempo da dedicare a questa parte della preparazione e sono tranquillo da quel punto di vista. Sono sicuro che se dovessi avere un sì, nei 20 giorni che rimangono come preparazione per la barca mi ci dedicherei al cento per cento per non avere problemi poi allo sparo.

Il fatto di non avere l’idoneità comporta una serie di implicazioni anche per la Federazione e quindi andare in barca in questa fase non è consigliabile, anche perché mio fratello comunque deve andare in barca con Giuseppe Angilella e il tempo è poco. La strategia è stata quella di rispettare le decisioni prese fino ad adesso e bisogna giocarsi tutte le carte.

FVN Giuseppe Angilella merita davvero riconoscenza. Non è una situazione facile per nessuno.

PS Certamente, non è facile per nessuno di noi tre, per me in prima persona ma anche per loro due e sia Giuseppe sia mio fratello in questo periodo sono decisamente tesi. Giuseppe si è messo a disposizione sin dal primo giorno e sa benissimo che le condizioni sono quelle, il fatto che ci conosciamo così bene e siamo amici ha portato al fatto che non ci sono mai stati problemi. Se dovesse tornare a casa mi dispiacerebbe per lui ma, se al contrario io non dovessi riuscirci, per lui sarebbe una grande occasione che ha saputo sfruttare al massimo.

FVN Siete un bel team, insomma…

PS Assolutamente sì.

FVN Che tipo di documentazione ha prodotto a Losanna? La stessa portata al CONI?

PS Non solo, a questo punto il caso è cambiato, con il passare del tempo ha acquisito delle caratteristiche diverse: è nato come un problema medico ma poi è diventato più un problema di normative, legislativo, di statuti e punto più sul fatto della discriminazione nei miei confronti che sull’aspetto medico che alla fine è stato chiarito e accettato da entrambe le parti. Per un rischio così basso non essere portato alle Olimpiadi diventa un atto discriminatorio nei miei confronti. Ci sono norme ben precise e punti chiari nella carta olimpica che sia il CONI sia l’ISAF devono rispettare.

FVN Possiamo concludere, in modo che tutti capiscano di cosa si sta parlando, che ognuno di noi rischia di più ogni giorno attraversando la strada che lei a fare le Olimpiadi?

PS Direi di sì. Mi è stato detto dagli esperti che un minimo di rischio di recidiva ci può essere nell’arco della mia vita ma potrei anche non averne mai più e quindi penso anche che tutte le altre persone al mondo siano nella mia stessa situazione: nessuno conosce il proprio futuro, no?

FVN Un abbraccione da tutti noi ed è un onore sostenerla in questa vicenda.

 

4 COMMENTS

  1. “.. il CONI accetta il parere della Commisione Medica e nel caso mi succedesse qualcosa la responsabilità sarebbe la loro. Il punto discriminante è questo, il problema è che nessuno si vuole assumere la responsabilità nei miei confronti….” CONIgli?

  2. Ciao Pietro, sono davvero dispiaciuta dell’accaduto, sono certa che se si sapesse di più sugli angiomi cavernosi tutto questo non sarebbe successo!

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