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Bastia, Corsica- Tragedia in mare venerdì scorso al largo di Capo Corso, in Corsica. Uno skipper italiano, di cui ancora non è stata resa nota l’identità, è morto a causa di una violenta botta alla testa occorsa nel corso di una burrasca con vento forza 8 e onde fino a 5 metri.

Secondo quanto riporta il sito del quotidiano Corse Matin, alle 13:30 di venerdì 13 luglio CrossMed ha intercettato un mayday da parte del 15 metri a vela italiano Lele’s Due matricola 5GE1115, che sembrerebbe essere un Grand Soleil 45, alla deriva, non più in grado di governare nella burrasca da Sud Ovest mentre si trovava a circa 15 miglia a nord ovest di Capo Corso in posizione 43°08’ N – 009°04’ E. Poi, all’improvviso, lo skipper è a terra. Secondo la ricostruzione del Corse Matin, durante una manovra, il boma avrebbe colpito violentemente alla testa lo skipper. Sulla barca a vela, due altri passeggeri non sono in grado di prendere il timone e scoppia il panico.

Il Lele's Due visto dall'elicottero di soccorso venerdì scorso a Capo Corso. Foto Corse Matin/Defense Nationale

Sul posto viene inviato un Falcon 50 di sorveglianza della Marina Nazionale. Contemporaneamente un elicottero di soccorso marittimo Super Puma decolla dalla base di Solenzara, nella costa orientale della Corsica. Alle 15:10 l’elicottero è già sul posto con personale medico e soccorritori subacquei. I soccorritori, nonostante il mare in burrasca, recuperano i tre a bordo, non potendo che constatare purtroppo il decesso dello skipper in seguito alla grave botta alla testa. I due superstiti, che sono in stato di choc ma non presentano ferite, vengono portati alla base di Falconaja mentre il corpo della vittima è stato trasferito a Bastia per le procedure del caso.

L’imbarcazione è stata poi rimorchiata, non senza difficoltà, al porto di Macinaggio da parte del mezzo della SNSM Pascal-Paoli e del rimorchiatore della Marina Nazionale Jason.

La cartina con i dettagli del rimorchio dello yacht fino a Macinaggio. Fonte http://snsm-macinaggio.com/lelesdue.html

Abbiamo verificato gli archivi meteorologici del 13 luglio, constatando che tra Capo Corso e la Capraia era presente un vento da Ovest Sud Ovest tra i 30 e i 35 nodi, con raffiche fino a 45-55 nella zona di Capo Corso con mare assai formato fuori dal ridosso della Corsica.

Un ringraziamento al nostro lettore Luciano Cagnina per l’aiuto nella ricerca delle fonti di questo incidente.

5 COMMENTS

  1. Il boma è un’arma e come tale deve essere ben custodita affinchè non provochi morti.
    Dalla foto pubblicata vedo che la barca aveva la randa issata, altra arma quando, non si è con equipaggio formato per regatare. Per diporto uso da sempre questo sistema,fino a 25 nodi ho randa e genova, se il timone diventa duro,tolgo randa fino a quando torna morbido.Sopra 30 nodi la randa è quasi sempre avvolta nell’albero e procedo solo con il genoa, riducendolo all’aumentare del vento.
    Con burrasca nel mese di Maggio nell’Egeo con 4 mq.di vela a riva il log segnava 11,40 knots.Il vento reale indicava 44,40 nodi. Andatura portante evitando l’avvicinamento alle isole sottovento, dove avrei trovato ancora più vento.La barca 49″ Jeanneau Sun Odyssei. Equipaggio io e Franco, il mio secondo. Lo Skipper avrebbe potuto, virando in prua, ridossarsi sottocosta alla Corsica.

    • Tutti bravi velisti ! In Italia, oltre ad essere tutti Commissari Tecnici espertissimi di calcio siamo anche degli Straulino in fatto di vele e vento! Qui si piange un velista, in un situazione nella quale non sappiamo cosa sia realmente accaduto. L’unico fatto certo, che si evince dalla cronaca è che oltre lo sventurato skipper il resto dell’equipaggio non era granchè pratico… Un pensiero al velsita scomparso.

  2. Non è la prima vittima del boma. Per renderlo meno pericoloso il rimedio c’è, ma in Italia non è diffuso come in Nord Europa: il freno del boma che nella strambata involontaria lo fa passare sull’altro lato in maniera controllata. Speriamo che si diffonda anche da noi.

  3. Il boma è pericoloso, ma le barche moderne sono disegnate per ridurre la possibilità di prenderlo in testa. Di solito stando in pozzetto in piedi è impossibile che arrivi in testa anche strambando. Con vento forte è più facile strappare il trasto o rompere le pastecche. Le manovre per i terzaroli dovrebbero essere in pozzetto per la stessa ragione. Una buona full battened con il circuito di riduzione ben fatto non richiede di andare all’albero.

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