Weymouth, UK- Cosa mangia a colazione un ragazzo la mattina in cui vincerà il suo primo oro olimpico? Nel caso di Tom Slingsby, 27enne australiano dai capelli rossi, lentiggini e talento immenso, un po’ di purè, due salcicce, del bacon, caffè e succo d’arancia. E cosa fa per rilassarsi, in attesa del barche in acqua chiamato per mezzogiorno? Una bella partita a ping pong nella sala ricreativa del villaggio olimpico, così, tanto per perfezionare quella fase così importante negli sportivi che i tecnici chiamano attivazione. Dicono che sia fondamentale per preparare il fisico e la mente alla gara. Nel nostro caso, Tom pensa bene di giocare, lui destro, con la sinistra, tanto per essere “multitasking” e attivare anche l’altra parte di sé. Del resto le variabili di una regata olimpica sono infinite e una mente aperta è quanto di meglio possa servire per cavarsela.

Nel corso della sua partita contro il compagno di squadra Iain Jensen, anche lui destinato all’oro nel pomeriggio come prodiere del 49er di Nathan Outteridge, Slingsby avrà magari anche pensato a quale tattica adottare contro Pavlos Kontides, il 22enne ragazzo cipriota che lo ha impegnato per tutta la settimana e che lo segue di 14 punti. Come la pallina da ping pong, colpita a ritmi regolari, così Tom ha trattato il cipriota nel prepartenza, agganciandolo e percuotendolo a ripetizione, senza scampo, con l’oro praticamente già deciso allo sparo della partenza. Troppa la differenza d’esperienza tra i due, e troppa la gioia già espressa da Pavlos per il primo storico argento cipriota che lo ha visto protagonista, per lasciare davvero aperta la Medal Race, che infatti si trasforma in una parata trionfale per l’aussie.
Slingsby si accontenta di virare sulle vele di Kontides, rallentandolo al massimo, mentre davanti si infiamma la lotta per il bronzo, che alla fine andrà allo svedese Rasmus Myrgren. Sui prati del Nothe, il popolo australiano si infiamma nelle sue bandiere gialloverdi. All’arrivo, espletata la formalità, Slingsby scuffia il suo Laser e si gode quel trionfo che quattro anni fa gli sfuggì nelle ariette di Qingdao lasciando non poche delusioni.

Slinsgby (fidanzato, per chi non lo sapesse, con la brava windsurfista Flavia Tartaglini) è un altro di quegli eccelsi campioni che illustrano la vela contemporanea. Un atleta di livello superiore che, proprio nella mattinata in cui abbiamo avuto l’opportunità di seguirlo, ha dimostrato come forza mentale e tranquillità siano tra gli ingredienti indispensabili del successo. Insieme al talento, certo, che Slingsby possiede copioso e che lo porterà già nei prossimi mesi a bordo degli AC45 e dell’AC72 di Oracle Racing in America’s Cup. L’ennesima riprova che solo dalle classi olimpiche escono i migliori dei migliori, quelli che poi saranno chiamati da chi detiene le chiavi economiche della grande vela professionale. Per cui, ragazzi adoloscenti che leggete queste note dal Dorset, dateci dentro. Insistete con il vostro Laser, provate e riprovate. Non vi fate distrarre dal vostro sogno. Siate umili e disposti a imparare mettendovi sempre in discussione. Perché alcuni di voi, un giorno, potrebbero essere come Tom Slingsby, Ben Ainslie, Robert Scheidt o Iain Percy. Campioni che stanno rendendo splendida questa Olimpiade della vela e che meritano tutti i nostri applausi. Well done Tom.
