New York, Stati Uniti- Giovanni Soldini ci riprova ancora con Maserati. Dopo il mancato tentativo di record del Nord Atlantico, il navigatore milanese è in stand by a New York, con il Volvo 70 modificato Maserati, per tentare il record da New York a San Francisco. Tempo da battere sulle 13.225 miglia della vecchia rotta dei Clipper da New York alla California è quello di 57 giorni, 3 ore, 2 minuti, stabilito nel 1998 da Yves Parlier a bordo di Aquitaine Innovations. Ricordiamo che tale difficile rotta prevede di doppiare Capo Horn controvento e presenta non pochi passaggi complessi.
Maserati è al North Cove Marina, a Battery Park City, Lower Manhattan. Soldini e il suo team stanno studiando l’evoluzione meteo nel Nord Atlantico e tra il 23 e il giorno di Natale potrebbe presentarsi una finestra ideale per la partenza: Spiega Giovanni Soldini: “Tra il 23 notte e il 25 dicembre sembra che ci sia una buona situazione meteo per la partenza del record NY-San Francisco, che ci permetterebbe di raggiungere le coste del Brasile in una decina di giorni. Il 22 arriverà una grossa depressione davanti a New York con venti tra i 40 e i 60 nodi, che si sposterà lentamente verso nord est con venti in calo. Nella notte fra il 23 e il 24 dovrebbe esserci una situazione che ci permette di partire con venti tra i 25 e i 30 nodi e un’alta pressione che si installa subito dietro la depressione”.
NEW YORK – SAN FRANCISCO
Le 13225 miglia che separano via mare New York da San Francisco, passando per Capo Horn, sono una rotta storica, ampiamente percorsa dai clipper impegnati nella corsa all’oro dalla seconda metà dell’Ottocento in poi.
Su tutti svettò il nome di Flying Cloud, eccezionale vascello uscito dai cantieri di Boston, che nel 1854 raggiunse San Francisco in 89 giorni e 21 ore, record che rimase imbattuto per più di 130 anni. Dopo numerosi tentativi di parecchie imbarcazioni, nel 1989 il 60 piedi Thursday’s Child di Warren Luhrs entrò a San Francisco dopo 80 giorni e 20 ore. Nel 1994, Isabelle Autissier a bordo di Ecureuil Poitou cimise 62 giorni e 5 ore.
E nel 1998 Yves Parlier a bordo di Aquitaine Innovations è sceso a 57 giorni, 3 ore, 2 minuti. È questo il record di riferimento per Giovanni Soldini e il suo equipaggio che cercheranno di batterlo a bordo del VOR 70 Maserati. Il record assoluto, nella categoria multiscafi, appartiene a Lionel Lemonchois che col trimarano Gitana 13 nel 2008 compì il percorso in 43 giorni e 38 minuti.

Questa la cronaca. In sede di commento, segnaliamo, a costo di andare un po’ controcorrente, che mentre il mondo velico in questi giorni assiste meravigliato allo splendido duello tra Armel Le Cleac’h e François Gabart nei Cinquanta Urlanti in una vera regata come il Vendee Globe, la vela oceanica italiana debba ancora una volta rifugiarsi in questi tentativi di record. Certo, Giovanni Soldini funziona ancora presso un immaginario collettivo generalista, è in grado di “bucare” gli schermi, ma, ammettiamolo, non è che il mondo velico si interessi molto a un record da New York a San Francisco. Di questo si tratta, di buone operazioni di marketing legate al brand Maserati e ad altre aziende del Made in Italy che utilizzano la popolarità di Soldini per legittimi scopi d’immagine. Un brand forte che conquista visibilità in mercati importanti come gli Stati Uniti.
Marketing, intendiamoci, è anche quello delle aziende che griffano gli Imoca 60 del Vendee o i Volvo della Volvo Ocean Race, ma lì ci si lega a una vera sfida sportiva, con avversari validi e dove una sconfitta resta una sconfitta così come la vittoria è impresa difficile da conquistare. Seguiremo Maserati dal punto di vista della navigazione, certo complessa e difficile su una rotta che prevede di scendere lungo la Patagonia fino a doppiare Capo Horn contro i venti dominanti e risalire poi lungo le infide e umidissime coste del Cile. Sono altre, però, le imprese che ci appassionano e in cui vorremmo vedere impegnate le barche italiane. E non possiamo nascondere un certo rammarico quando pensiamo che quei budget importanti avrebbero potuto essere stati investiti in altri tipi di sfide. Ma chissà… forse sbagliamo noi e ce ne faremo una ragione.
@farevelanet …che ne pensate di Giovanni in una Barcellona World Race con Marco Nannini? Oppure con Pietro, dopo l’open40…
Ciao Enrico,
ne pensiamo molto bene, così come ci sembrerebbe molto azzeccato un team Marco Nannini-Pietro D’Alì o un altro con Andrea Mura e Pietro D’Alì o anche il coinvolgimento di Giancarlo Pedote e Simone Gesi. Giovanni Soldini ha una indubbia capacità di attrarre budget e i velisti per una Barcelona World Race di livello, con un Imoca 60 noleggiato, ci sono. Questa è la strada da percorrere, secondo noi.
mah, che questa rivista non abbia in simpatia Giovanni Soldini sembra abbastanza chiaro, e non è chiaro il motivo. Come non si capisce il motivo di tanta enfasi per altri record, ma non per quelli di Soldini. Comunque, giustamente ognuno è libero di pensarla come vuole, anche se ergersi, da soli, addirittura a megafoni del “mondo velico” (“ammettiamolo, non è che il mondo velico si interessi molto a un record da New York a San Francisco”: e chi lo dice?) magari è un po’ troppo. Quello che invece proprio non si capisce è il motivo dell’esistenza di questo articolo (e di quelli che seguiranno, si presume): se foste coerenti con quanto pensate (ovvero che si tratta di marketing e non di una vera sfida sportiva), non dovreste scriverne, anche perché non credo che qualcuno vi obblighi a farlo. Saluti.
Caro Renzo,
non è questione di simpatia o di antipatia, è questione di che tipo di campagne si intraprendono dal punto di vista sportivo. A noi entusiasma la sfida tra Gabart e Le Cleac’h al Vendee Globe, entusiamano i duelli oceanici alla Volvo Ocean Race, entusiasmano le regate oceaniche di Andrea Mura, Giancarlo Pedote, Marco Nannini e degli altri italiani che ci provano in oceano, con avversari e in eventi di lunga tradizione. Le assicuriamo che non poche volte ci è capitato di trovarci in sale stampe internazionali e di dover rispondere a colleghi di altri paesi che ci chiedevano “ma perché Soldini ha scelto di fare questa campagna e non si misura con gli altri in queste regate?”. Non è facile rispondere e come avrà notato in passato siamo stati i primi a sostenere la sua sfida italiana alla Volvo Ocean Race, poi non concretizzatasi. Il record del Nord Atlantico tentato da Maserati ha una riconosciuta importanza sportiva e tecnica, ed è difficilissimo conquistarlo, gli altri un po’ meno. Ricordiamo Soldini con Pietro D’Alì protagonista della classe Class 40 in tempi abbastanza recenti, poi c’è stato il tentativo di Italia 70 e ora la campagna oceanica dei tentativi di record con Maserati, una barca (l’ex Ericsson 3) acquistata ad hoc per un budget importante. Ognuno è libero di scegliere i programmi che crede, ma crediamo che anche noi siamo liberi di raccontare le imprese oceaniche che, secondo la comunità velica internazionale, hanno più valore. Come appunto stiamo facendo tutti i giorni con il VG, la VOR, la Transat e altri eventi. Giovanni Soldini ha una grande capacità comunicativa e “buca” ancora lo schermo. Ci piacerebbe che questa sua potenzialità mediatica, fosse diretta a costruire grandi sfide dove coinvolgere i migliori velisti oceanici d’Italia. Tutto qui. Un saluto e Buon Natale a lei.
Giovanni Soldini le sue regate oceaniche le ha già fatte e in qualche caso anche vinte (iniziando da una La Baule-Dakar nel lontano 1991). Adesso, vuoi per questioni di budget o per altre che magari lei ignora, ha preso altre strade, piacciano o meno. Resta il fatto che ergersi a megafoni di ciò che pensa la “comunità internazionale” è da presuntuosi (e non sono certo le domande ricevute nelle “sale stampe” a cambiare la situazione) e che, lo ripeto, se ritenete che questa sfida non abbia valore sportivo, non si capisce per quale motivo ne stiate parlando. D’altronde lei scrive “crediamo che anche noi siamo liberi di raccontare le imprese oceaniche che, secondo la comunità velica internazionale, hanno più valore”. Certo, siete liberissimi di farlo, ma allora se questa fantomatica “comunità velica internazionale” ritiene questi record inutili, perché ne scrivete?
PS Il record dell’Atlantico va bene, questo no. Ma allora nelle “sale stampe” a quale record si ci riferiva? E se quel record “ha una riconosciuta importanza sportiva e tecnica, ed è difficilissimo conquistarlo”, perché scrivete, in riferimento al record attuale, “che tale difficile rotta prevede di doppiare Capo Horn controvento e presenta non pochi passaggi complessi”, che “le 13225 miglia che separano via mare New York da San Francisco, passando per Capo Horn, sono una rotta storica” e che “Seguiremo Maserati dal punto di vista della navigazione, certo complessa e difficile su una rotta che prevede di scendere lungo la Patagonia fino a doppiare Capo Horn contro i venti dominanti e risalire poi lungo le infide e umidissime coste del Cile”? Grazie per le eventuali delucidazioni in merito.
Caro Renzo, ne scriviamo perché a molti dei nostri lettori interessa ed è nostro dovere informarli. Come avrà notato il nostro commento, opinabile certo, è separato dalla notizia, come da prassi giornalistica. Buon Natale a lei.
ah ok, allora, secondo logica, non è vero che “non è che il mondo velico si interessi molto a un record da New York a San Francisco”, visto che interessa “a molti dei vostri lettori”. A meno che “molti dei vostri lettori” non siano esclusi da questo mondo, il che sarebbe offensivo nei confronti di questi stessi lettori.
Infine non è chiaro cosa lei intenda dire quando sottolinea che la cronaca è separata dai commenti (è così ovvio). A parte il fatto che le citazioni virgolettate io le ho prese sia dalla cronaca che dal cosiddetto commento (e dal suo successivo intervento), è a dir poco strano dare ampio spazio a una notizia e poi scrivere, al fianco della suddetta, che la notizia non merita ampio spazio. Se una storia non merita spazio, non la si pubblica, oppure la si riduce a una brevissima, senza approfondimenti o addirittura commenti (per dovere di cronaca).
Per concludere, torniamo ai fatti. 1.Le regate che lei cita Soldini le ha fatte e vinte. E magari non ha più voglia di farle (il Globe non ha mai voluto farlo, e sarà pure libero di pensarlo, o no?). 2.La Volvo Race è passata, e Soldini non è stato della partita per questioni di budget. 3.Vista la folle scelta dei monotipi per la prossima edizione, tutti i VO70 sono da pensionare e attualmente non ci sono regate a loro dedicate. 4.Soldini ha tra le mani un VO70 e un piccolo budget fornitogli da Maserati. Cosa dovrebbe fare secondo lei con questa barca e questo budget?