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Capo Horn, Cile- A questo punto è ufficiale. Il duello tra Armel Le Cleac’h e François Gabart per la testa del Vendee Globe entra di diritto negli annali della storia della vela, non solo di quella oceanica. Al rilevamento delle 20 CET di oggi i due erano appena a 0,3 miglia di distanza, con tre misere miglia di separazione laterale l’uno dall’altro, il che significa navigare a vista nel mezzo del nulla del Southern Ocean dopo 48 giorni e 8 ore di regata. Quarantottogiornieottoore, lo ripetiamo per capire quanto questa regata sia equilibrata e come i due maggiori protagonisti stiano tirando per conquistarla, al di là del romanticismo. Regata in cui ogni momento può essere quello decisivo. Banque Populaire, l’Imoca 60 di Le Cleac’h, e Macif, quello di Gabart, hanno ormai quasi concluso la traversata del Pacifico Australe (Capo Horn è a 1.470 miglia, ETA prevista per Capodanno) restando sempre a contatto, con distacchi tra le zero e le dieci miglia. Uno spettacolo di cui, al momento, possono però godere solo gli Albatross ma che, con un po’ d’immaginazione, possiamo anche noi ricostruire visivamente. Due Imoca 60 pressoché appaiati, entrambi al momento al traverso mure a sinistra nel vento leggero di questa fase di transizione, con i due skipper che cercano di spremere il massimo dalle loro macchine volanti, ambedue progetto VPLP/Verdier (del 2010 Banque Populaire, del 2011 Macif). Gabart è appena sottovento, ma un’occhiata bastava oggi per capire le rispettive velocità.

Gabart si riposa dentro Macif durante il duello con le Cleac'h
Gabart si riposa dentro Macif durante il duello con le Cleac’h

Nei giorni scorsi, con vento sopra i 20 nodi ai laschi stretti, era Gabart ad andare più veloce fino a frantumare il record sulle 24h in solitario con un folle 545,3 miglia, ma quando c’era da scegliere strategie vincenti era Le Cam a rifarsi sempre sotto, senza sprecare neanche un’onda o un giro di vento. Ormai non si contano più i sorpassi tra i due, dopo che dal 7 dicembre scorso Bernard Stamm aveva preso per poche ore la testa della regata. Da quel giorno, appena le Cam ha recuperato in poche ore ciò che aveva perso, è stata solo battaglia a due. E che sfida, signori, con gli Imoca 60 che macinano miglia ormai in tutte le condizioni. Anche nelle ultime 24 ore, nei venti leggeri di questa fase di transizione tra due sistemi meteo, i due solitari sono stati comunque capaci di filare circa 300 miglia.

“La barca sta andando più piano adesso rispetto agli ultimi giorni, ma non è male”, racconta oggi il giovane Gabart, che tra poco doppierà per la prima volta Capo Horn da protagonista del Vendee Globe, “Abbiamo avuto condizioni più facili per la barca e per me, lo skipper, è possibile vivere un po’ meglio e controllare la barca e mangiar bene. Senza grandi onde è sempre un po’ più facile… Non sono sicuro che ci sia dello stress o se è solo la tensione della competizione. Ci siamo allenati per questo. Siamo abituati a navigare come adesso, con barche molto vicine. Forse è anche più facile per noi avere una barca così vicina, forse se non ci fosse sarebbe addirittura più stressante. Non lo so… Per essere onesto se potessi essere davanti ad Armel a Capo Horn sarebbe ovviamente meglio e ne sarei felice. Ma è più importante per me avere la barca in queste buone condizioni ed essere in grande forma. Naturalmente voglio arrivarci per primo e farò tutto ciò che posso per essere sicuro di arrivarci in ottima forma… I prossimi giorni non sembrano troppo difficili e credo che nell’Atlantico sarà molto interessante e ho bisogno di farmi trovare pronto lassù”.

In effetti, la traversata del Southern Ocean è stata sin’ora benigna con i due leader che, grazie alla loro velocità, sono sempre riusciti ad anticipare i fronti posizionandosi, grazie a un’attento studio meteo, nei quadranti migliori dei sistemi in arrivo da ovest a est. La velocità degli Imoca 60 di ultima generazione è ormai sinonimo di sicurezza e immaginarli a medie di 20-22 nodi alle portanti con venti sui 25 nodi è ormai prassi.

Le posizioni alle 20 di oggi, Si nota la rotta a V di BP e Macif rispetto alla linea retta di Virbac Paprec 3
Le posizioni alle 20 di oggi, Si nota la rotta a V di BP e Macif rispetto alla linea retta di Virbac Paprec 3

Di quest fase di transizione ha approfittato JP Dick che, con Virbac Paprec 3, ha recuperato ben 300 miglia nelle ultime 48 ore ed è destinato a recuperarne ancora per le prossime 12, grazie ad almeno 4 nodi di vlocità media in più. Dick ha potuto navigare in linea retta verso est sui 50° Sud, mentre Le Cleac’h e Gabart hanno dovuto spingersi fino ai 54°50’S per trovare un po’ di vento ed evitare la zona peggiore della transizione per poi, come stanno facendo in queste ore, dirigere verso ENE per tagliare l’ultimo gate anti-iceberg del Pacifico, distante per loro ancora 210 miglia. Alle 20 Virbac era a 370 miglia dai leader. Dick ha dichiarato oggi di ritenersi soddisfatto se arriverà a Capo Horn con una distacco inferiore alle 300 miglia, fatto che pare al momento verosimile.

In recupero anche Hugo Boss di Alex Thomson, distante 830 miglia. Bernard Stamm è finalmente ripartito, dichiarandosi soddisfatto della riparazione agli idrogeneratori del suo Cheminees Poujolat, dal suo ancoraggio di Dunedin, Nuova Zelanda. Alessandro Di Benedetto ha passato ieri la longitudine di Capo Leeuwin e chiude la flotta con 4.720 miglia di distacco.

Il video:

Day 49 highlights – Friday, December 28, 2012 di VendeeGlobeTV

www.vendeeglobe.org

 

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