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Capo Horn, Cile- (Mauro Giuffré) Due uomini, due barche, l’Oceano del Sud e Capo Horn: François Gabart e Armel Le Cleac’h sono ormai a circa 1.100  miglia dall’ultimo dei passaggi cruciali della loro regata e stanno navigando a vista e sulla stessa rotta. Doppiare l’Horn significa per loro lasciarsi alle spalle la parte più difficile del Vendée Globe e fare rotta verso casa, verso l’arrivo di Les Sables e la definitiva consacrazione nella storia della vela mondiale. Al rilevamento delle 20 UTC Armel torna in testa, ma ormai i sorpassi tra i due sono praticamente all’ordine del giorno e il vantaggio di Banque Populaire, appena 1.9 miglia, può bruciarsi in pochi minuti.

Banque Populaire. Foto Liot
Banque Populaire. Foto Liot

Fra l’altro mentre scriviamo Gabart vola a 21.2 nodi contro i 18.3 di Le Cleac’h e gli sarà addosso a breve. Blast Reacher a riva per Macif? Non possiamo saperlo, ma li immaginiamo nel Grande Sud, lanciati verso l’Horn, con gli albatros a fare da spettatori privilegiati di questa battaglia senza fine.
La Direzione della corsa ha diffuso un aggiornamento sulla situazione iceberg a Capo Horn: il passaggio sarà molto delicato data la presenza, anche molto vicino alla costa, di ghiaccio alla deriva. Mancava solo lo slalom tra gli iceberg in questa sfida.

Gli iceberg segnalati nella zona di Capo Horn e dello Stretto di Drake
Gli iceberg segnalati nella zona di Capo Horn e dello Stretto di Drake

Si fa quasi fatica a trovare nuovi aggettivi per descrivere il duello tra i due skipper: straordinario? Esaltante? Stratosferico? Ripeterli ancora sembrerebbe quasi banale perché Gabart e Le Cleac’h stanno facendo vedere qualcosa che va veramente oltre qualsiasi analisi. Se qualcuno prima della partenza avesse previsto che i due sarebbero arrivati quasi ingaggiati a Capo Horn probabilmente non sarebbe stato creduto: quello che sta succedendo era inimmaginabile.
Michel Desjoyeaux all’ultima edizione doppiò l’Horn in 56 giorni, 15 ore e 8 minuti: se l’ETA prevista dovesse essere rispettata Macif e Banque Populaire rientreranno in Atlantico dopo 53 giorni. Foncia nel 2009 completò il giro in 84 giorni: i due leader hanno già circa 3 giorni di vantaggio, il giro del mondo in 80 giorni potrebbe diventare quindi realtà ma è ancora presto per fare calcoli attendibili, le variabili sono troppe.

Le Cleac’h con la prestazione in questo suo secondo Vendée Globe, alle spalle di Desjoyeaux nel 2008-2009, si conferma definitivamente come un campione straordinario, un navigatore e, soprattutto, un regatante in grado di pennellare traiettorie perfette nei sistemi meteo, sempre sulla strada più breve, rasentando praticamente la perfezione tattica. Gabart è una sorpresa ma solo in parte. “Il Professore” non l’ha scelto per caso come suo secondo alla Barcelona World Race ma ha intravisto il talento immenso di questo ragazzo che, nonostante la sua giovane età e la poca esperienza, è ormai da oltre un mese candidato con Armel alla vittoria finale.

Indipendentemente da come andrà a finire, questi due skipper saranno ricordati come gli artefici di uno dei duelli più incredibili della storia della vela. Non bisogna dimenticare però che il Vendée è e resterà sempre una regata e uomini come Gabart e Le Cleac’h pensano solo a vincerla: per loro sarebbe una consolazione davvero magra arrivare secondi e sentirsi dire “però hai scritto la storia della vela”. Per questo motivo crediamo che le prossime settimane potrebbero essere ancora più esaltanti: immaginiamo una risalita dell’Atlantico fianco a fianco, un ingresso nei doldrum ravvicinato e, perché no, un arrivo a Les Sables al cardiopalma. Non parliamo di fanta-vela, ma di qualcosa che potrebbe concretamente accadere, praticamente l’apoteosi finale.

Gabart e Le Cleac’h stanno in parte oscurando con le loro performance il resto della flotta, ma non bisogna dimenticare che tutti gli skipper in gara stanno dando il massimo, spingendo quasi tutti molto forte. Non possiamo per esempio non sottolineare quanto bene sta facendo Alex Thomson in quarta posizione, con una barca di vecchia generazione: le sue 900 miglia di ritardo sono in parte dovute ai guai agli idrogeneratori che l’hanno impegnato in continue riparazioni, mentre poteva concentrarsi sulla conduzione della barca. Jean Pierre Dick, uno dei favoriti prima della partenza, con 374 miglia di ritardo è al momento fuori dalla bagarre per la leadership ma in una regata imprevedibile come il Vendée potrebbe clamorosamente rientrare in corsa.

Il video del cinquantesimo giorno di navigazione:

Day 50 highlights – Saturday, December 29, 2012 di VendeeGlobeTV

Bernard Stamm, in attesa che la Giuria Internazionale decida sulla sua possibile penalizzazione, è scivolato in decima posizione dopo la riparazione agli idrogeneratori. L’elvetico ha ricevuto una cima da una nave durante la tempesta nell’arcipelago delle Isole Auckland dove era ancorato, riuscendo così a salvare la barca. Il rischio è addirittura la squalifica dalla competizione in quanto il regolamento al punto 3.2 vieta esplicitamente ogni aiuto esterno. C’è da dire che Stamm poteva perdere la barca e sarà interessante vedere come la Giuria si pronuncerà su questo caso.

Alessandro Di Benedetto naviga sempre in tredicesima posizione a 4850 miglia dal leader, con un distacco da Tanguy De Lamotte sulle 900 miglia.

www.vendeeglobe.org

 

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