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New York, Stati Uniti- Prime velocissime e dure 48 ore per Maserati e l’equipaggio di Giovanni Soldini, lanciato nel tentativo di record sulla rotta New York-San Francisco. Maserati ha coperto nei primi due giorni 860 miglia, a una media di circa 17,9 nodi ampiamente superiore alle medie del primato per un monoscafo, che nella comunicazione ufficiale del team Maserati continua a essere individuato come obiettivo, ovvero il tempo di Yves Parlier su Aquitaine Innovations del 1998 di 57 giorni, 3 ore e 2 minuti.

Maserati cavalca il sistema meteo nel Nort Atlantico con planate sui 30 nodi
Maserati cavalca il sistema meteo nel Nort Atlantico con planate sui 30 nodi

Maserati ha seguito una rotta SE cavalcando i venti portati a 25-40 nodi sulla parte inferiore del sistema che lo ha rapidamente portato ai 30° di latitudine Nord. Tale sistema abbandonerà Maserati tra circa 24 ore, lasciando Soldini alle prese con la difficile scelta di dove tagliare la zona di transizione con poco vento che precede gli Alisei di Nord Est. Il Volvo 70 modificato sembra intenzionato a guadagnare molto verso est, dove gli Alisei sembrerebbero più vicini. Vedremo quali scelte farà il navigatore milanese.

Dando per scontato il miglioramento del tempo di Parlier, ripetiamo che le media delle prime 48 ore sono superiori anche al primato assoluto di 43 giorni e 38 minuti, detenuto dal 2008 da Lionel Lemonchois sul trimarano Gitana 13. Questa ci pare una sfida tecnicamente valida per un moderno Volvo 70 che certo, avarie teoriche a parte, risulta superiore a un Imoca 60 di vecchia generazione come era Aquitaine Innovations. Maserati ha iniziato bene e i 43 giorni possono essere alla sua portata, anche se la rotta è ancora lunghissima ed è impossibile prevedere cosa si troverà a Capo Horn.

Il video di Maserati lanciato in planata nel Nord Atlantico. Vedendo queste immagine, non ci manca un po’ di rimpianto per la potenzialità mediatica di cosa avrebbe significato una partecipazione italiana alla Volvo Ocean Race con il team guidato da Giovanni Soldini:

http://maserati.soldini.it

 

6 COMMENTS

  1. E’ davvero interessante cosa scrivete. Quindi secondo voi è scontato che Maserati, un volvo 70, batta il record di Parlie (stabilto con un monoscafo open di 60), mentre sarebbe invece tecnicamente valida una sfida al tempo stabilito da un catamarano di 110′? Cos’è, uno scherzo? Cioè, non è che ” la comunicazione ufficiale di Maserati” individua il tempo di Parlie come obiettivo, è che c’è un record per monoscafi e Maserati è un monoscafo, dunque punta al record per monoscafi. Punto.
    Strano, infine, che ignoriate le caratteristiche di questa rotta. E’ ovvio che nei primi giorni le medie siano elevate, altrimenti Maserati non avrebbe mollato gli ormeggi (“com’è la situazione?”, “8-10 nodi da Sud, in calo”, “ok ragazzi , allora partiamo!”), come è ovvio che la situazione, all’approccio di Capo Horn (e dopo), sia ben diversa e che le medie giornaliere scendano.
    Domanda finale (ci provo, anche se nel mio precedente commento non avete risposto alle domande che vi ho posto): che significa “avarie teoriche a parte”? grazie per le certe risposte.

    • Ci scusi, ma per lei è normale cercare di battere un record di un Imoca 60 vecchia generazione con un Volvo 70 di nuova generazione, ovvero 10 piedi più lungo e mediamente più veloce senza comparazione? Tecnicamente, come hanno notato diversi osservatori tecnici (Marco Nannini, su Sailing Anarchy…) il primato assoluto potrebbe anche essere alla portata di Maserati e sarebbe un gran risultato tecnico e marinaresco. Nel nostro precedente articolo abbiamo riportato le velocità medie necessarie a battere i due primati. Le riportiamo per chiarezza: 9,66 nodi per il tempo di Parlier su monoscafo e 12,79 nodi per quello assoluto di Gitana 13, che perse cinque giorni per doppiare Capo Horn. Un Volvo 70 di nuova generazione come l’ex Ericsson 3/Maserati, che per lo più è stato alleggerito a 12.000 kg, potrebbe farcela. Ci scusi, ma per definizione un record dovrebbe essere difficile da battere, non trova?
      Per quanto riguarda la frase “avarie teoriche a parte”, significa che, se non sopravverranno avarie tecniche, Maserati non può che migliorare il tempo di Parlier, o lei crede che un moderno Volvo 70 non riesca a navigare a 9,6 di media?

      Per le difficoltà della navigazione, ne abbiamo già scritto nel dettaglio, le abbiamo analizzate (come ha letto anche nell’articolo di oggi) e le ripetiamo che seguiremo con interesse questa navigazione proprio per le difficoltà tecniche che comporta. Per il resto, ci perdoni se la pensiamo così, a noi appassionano di più le regate, le sfide con veri avversari e i duelli alla Gabart/Le Cleac’h, per intenderci. Sarà un nostro limite e ci scusi se cerchiamo di informare i lettori sul significato di certe navigazioni. Questo è quanto abbiamo scritto ed è ovviamente la nostra opinione. Un saluto

      • Certo, per me è normale. O almeno, è decisamente più normale che cercare di battere un record di un multiscafo di 110′ con un Volvo 70, ovvero 40 (40, non 10, QUARANTA) piedi più lungo…. se per lei è normale ci vediamo sul Garda per una bella sfida, io con un catamarano di 18′ e lei con un Laser. ok?
        Detto ciò, è inutile che riportiate le velocità medie, mi informo anch’io prima di scrivere e non ho bisogno di appoggiarmi ad osservatori tecnici esterni. Ad esempio, 9,66 nodi di velocità possono essere nulla o tanto, magari dipende dalle condizioni che uno incontra (andatura, mare, vento, eventuale attesa a capo horn…), non crede?
        Riguardo alla definizione di record, certo, come no, “per definizione dovrebbe essere difficile da battere”. Infatti, come è noto, chiunque tenti di battere un record sceglie sempre, rispetto alla barca che detiene il primato, una barca malmessa, più piccola, più lenta, con vele vecchie e un paio di ancore a poppa… ah ah ah, questa è bella, me la devo segnare.
        Ad ogni modo, va bene, è scusato per i limiti da lei citati, perché riconosco che le sue siano nobili intenzioni, anche se: 1.Non ha riposto alla domanda che le feci nel post precedente (vada a rileggerla, se può esserle utile). 2.Questa cronaca è zeppa di commenti, e come lei pomposamente evidenziava proprio nel post appena citato, la cronaca dovrebbe essere separata dalle opinioni. 3.Non ho ancora capito cosa vuol dire avarie teoriche. Un’avaria teorica è un’avaria che non c’è, inesistente. Forse intendeva dire “eventuali avarie”? 4.Quale sarebbe il significato di certe navigazioni? Solo marketing? Ma non era lei ad aver scritto, parlando di coppamerica, che “Prada ha il merito di portare il made in Italy nel mondo”? E Maserati, se anche fosse (sottolineo il fosse) solo marketing, cosa sta facendo?

        • Caro Renzo, lontani da ogni polemica, che proprio non ci interessa, le rispondiamo con celerità.
          Ognuno, per fortuna, è libero di pensarla come vuole. Mi fa piacere sapere che per lei sia normale battere con un Volvo 70 del 2008 un record di un Imoca 60 del 1998. Mi lasci il dubbio sul fatto che non capisco dove sia la notizia nel battere un vecchio record con una barca senza comparazione più veloce. Una bella notizia, invece, è se Maserati riuscisse a battere il record assoluto, cosa che può anche accadere se tutto andrà per il verso giusto. 9,6 di media le sembrano nulla o tanto? Le assicuro, per averci navigato sopra più volte, che per i moderni Volvo 70 sono una media assai bassa e che le vere difficoltà saranno le transizioni prima degli Alisei, le calme equatoriali, Capo Horn controvento, la risalita del Cile, non certo la velocità media…
          Ma chi le ha detto che per battere un record bisogna scegliere una barca più lenta, noi stiamo cercando di capire, e vediamo se così ci comprendiamo, perché Giovanni Soldini con il budget radunato non faccia, sempre con il Volvo 70 Maserati, un altro tipo di programma, che so, il fastnet e la Hobart, la Middle Sea Race, con avversari e flotte, oppure non abbia noleggiato un Imoca 60 recente per le grandi regate oceaniche.
          La campagna di Maserati ha una grande visibilità internazionale, per ovvie e comprensibili ragioni di marketing, così come quella di Prada. Sarà però d’accordo con me nel ritenere che Prada stia partecipando a un evento assai difficile da vincere, come la Coppa America, mentre Maserati corre contro se stesso. Che poi il marketing sia al centro di ogni sponsorizzazione sportiva è cosa così evidente da non dover certo essere spiegata.

          Vuole che le risponda alla sua precedente domande. Ecco qui:

          Soldini ha tra le mani un VO70 e un piccolo budget fornitogli da Maserati. Cosa dovrebbe fare secondo lei con questa barca e questo budget?
          La risposta la trova già qui sopra, ovvero partecipare con un equipaggio italiano da far crescere in oceano a qualche grande evento internazionale. Oltre ai citati ci potrebbe essere la Transpac (visto che la barca sarà in California), alla Hobart del 2013. Le regate non mancano di certo nel calendario internazionale. Scelga lui.

          Per “avarie teoriche” ha ben compreso, mi riferivo a “eventuali avarie”.

          Per la sfida sul Garda, la potremmo fare con il Peler e due Laser, partendo da Torbole per arrivare a Torri, così tanto per fare un record e divertirci un po’.

          La saluto

          • In tutta onestà, fatico a comprenderla. A parte il fatto che non c’è nulla di male nelle polemiche, per l’ultima volta (poi stacco, non ho altro da aggiungere) le dico che è decisamente più normale un confronto tra un Open 60 e un Volvo 70 (due monoscafi, differenza 10 piedi), piuttosto che tra un Volvo 70 e un Cat di 110′ (un monoscafo e un multiscafo, differenza 30 piedi). Questi sono numeri, dati di fatto, non sono idee.
            Troppo facile (e furbo) da parte sua dire: il record di Parlier non conta, è scontato che venga battuto, Soldini deve battere quello di Gitana e può farcela. Fermo restando che tifiamo tutti (noi) perché riesca ad andare il più veloce possibile, lei sta aspettando che Maserati non scenda sotto il tempo di Gitana per pontificare sulla “missione fallita”, abbia almeno il coraggio di ammetterlo. Peccato che, non lo dico io ma l’ente mondiale che regola i record di mare (nonché il buonsenso), Maserati sia un monoscafo e compete con un altro monoscafo.

            Ancora una volta lei non perde occasione per evidenziare le sue qualità (ho navigato più volte su un Volvo 70, bla bla bla…), mi fa piacere ma poi scrive “9,6 di media le sembrano nulla o tanto? Le assicuro che per i moderni Volvo 70 sono una media assai bassa e che le vere difficoltà saranno le transizioni prima degli Alisei, le calme equatoriali, Capo Horn controvento, la risalita del Cile, non certo la velocità media…”. Come “non certo la velocità media”?!?!?!?!? Mi faccia capire: ma lei ha presente che la velocità media, a fine corsa, è calcolata su tutta la rotta e comprende anche, appunto, le transizioni prima degli Alisei, le calme equatoriali, Capo Horn controvento, la risalita del Cile, etc? Lei lo sa che la velocità media di Gitana si è abbassata notevolmente perché sono stati investiti da una tempesta che li ha costretti per 5 giorni all’ancora in un ridosso dietro una delle isole che circondano Capo Horn? Ciò che lei ha scritto sulla velocità media, in tutta onestà, lascia interdetti.

            Per concludere, lei chiaramente non conosce bene Giovanni, se continua a scrivere che dovrebbe noleggiare un Imoca (Giovanni in quella classe e quel contesto di regate ha già dato, e vinto: vuole farsene una ragione?) oppure partecipare a regate tipo la Hobart o la Middle Searace. Non le ha mai fatte in vita sua, non gli interessano, anche perché sono regate ad handicap, lontane mille miglia dalla filosofia di Giovanni e se mai, in futuro, dovesse partecipare a qualcosa di simile, quelle si che sarebbero operazioni di marketing…
            In questo caso, infine, non corre contro sé stesso, ma per battere un tempo di riferimento che esiste, nero su bianco, che le piaccia o no, anche se lei continua inspiegabilmente a ignorarlo, come continua a dire che il suo deve essere un equipaggio italiano, come se fosse obbligatorio, e ignorando che in passato Giovanni ha già avuto a bordo parecchi italiani nelle regate con l’Open 60′ Fila, il 50′ Telecom e l’Orma 60.

            Tornando sulla sfida del Garda, non si offenda, ma se devo “divertirmi un po'” ho tanti amici e tante occasioni per farlo. Il mio era un paradosso, spiace che non l’abbia capito (o forse l’ha capito fin troppo bene e divagando sul tema conferma che un confronto tra monoscafo e multiscafo, di dimensioni oltretutto differenti, a favore del multi, non ha nulla di tecnicamente valido).

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