Capo Horn, Cile, 22 gennaio- Maserati ce l’ha fatta. Mai nessuna barca a vela era arrivata così velocemente da New York al mitico Capo Horn nella rotta intorno alle Americhe con destino San Francisco. Giovanni Soldini e il suo equipaggio hanno doppiato Capo Horn alle 16:37 CET di oggi, ovvero dopo 21 giorni, 23 ore e 14 minuti di navigazione dalla partenza da New York. Questo tempo migliora il tempo del record assoluto del maxi cat da 115 piedi Gitana 13 di 7 ore e 45 minuti. La media generale è stata di 13,06 nodi. Il vantaggio sul record dei monoscafo detenuto da Yves Parlier è enorme, intorno alle 1.800 miglia.
Un notevole risultato tecnico quello di Maserati, che ora inizia la risalita del Pacifico fino a San Francisco. Il tempo di Aquitaine Innovations (57 giorni, 3 ore, 2 minuti) sarà ampiamente battuto come era scontato vista la differenza tra un Volvo 70 e un Imoca 60 di vecchia generazione, ma un teorico attacco al record assoluto di 43 giorni e 8 ore potrebbe anche essere possibile. Sarà difficile, viste le differenti velocità assolute con un 115 piedi Cat, ma il risultato di Maserati è già da oggi entrato di diritto nella storia della navigazione a vela.
Adesso la non facile navigazione risalendo la Patagonia cilena, nota per i suoi venti spesso fortissimi e la corrente. Dopo aver doppiato il Capo, Maserati ha continuato a navigare in bolina mure a dritta scendendo oltre i 56° Sud, per avere una leva maggiore prima di virare contro il vento da ovest sui 25-30 nodi. Per cui complimenti a Giovanni Soldini e a tutto il suo equipaggio per l’ottima prestazione in termini di navigazione, impresa che ha conquistato un notevole seguito sui media generalisti italiani e internazionali.
“Siamo felici”, dice Giovanni Soldini da bordo, raggiunto al telefono appena doppiato il capo. “Abbiamo fatto finora un tempo pazzesco. Fino a 10 miglia dal capo siamo rimasti senza vento, poi un paio d’ore fa abbiamo fatto appena in tempo a togliere il J4 e a mettere il Code 0, a fare subito una mano e poi due, che sono arrivate raffiche di 20, 25 nodi. Ora navighiamo con raffiche di 35 nodi, come previsto. Ma il vento è ancora in aumento”.
A bordo con Soldini, Guido Broggi, Corrado Rossignoli, Michele Sighel, Sébastien Audigane, Boris Herrmann, Jianghe Teng, Ryan Breymaier e Carlos Hernandez.
Il video di Maserati a 10 Miglia da Capo Horn:

Non è stata una navigazione facile nelle ultime miglia, con Maserati che si è tenuto molto sotto costa per evitare il pericolo iceberg e limitare al massimo l’impatto con le onde dell’Horn in bolina. Il ridosso dell’isola di navarino ha però lasciato con pochissimo vento il Volvo 70 italiano dallo Stretto di le Maire fino a che non si è usciti dal ridosso cogliendo a quel punto in pieno l’onda e il vento del Pacifico che incontra l’Atlantico nel più iconico e tenebroso Capo che si conosca, l’Horn.
Per migliorare il record assoluto sarebbe necessaria una media di 12.5 nodi, inferiore ai 13,06 tenuti sin’ora, anche se vi sono passaggi come l’Equatore in cui tutto sarà deciso dagli umori dei venti del Pacifico. Per fare meglio del record dei monoscafi restano 35 giorni a una media di soli 7,5 nodi.
Aggiornamento ore 13:30, 22 gennaio- Maserati esce dal ridosso e ritrova il vento, ora è a 32 miglia dal Capo, ETA Cape Horn in 3h?, passaggio previsto a questo punto alle 16/16:30CET… più o meno, sarebbero circa 8 ore meglio di Gitana 13. Gran risultato tecnico.
Aggiornamento ore 10:30, 22 gennaio- Ultime miglia prima di Capo Horn difficili per Maserati, alle prese con un’area di vento leggerissimo tra lo Stretto di le Maire e le Wollaston, arcipelago cileno alla cui punta meridionale si trova appunto l’isola di Hornos con l’omonimo Capo. “Stiamo avanzando con fatica, c’è pochissimo vento”, racconta Giovanni Soldini alle 7 di questa mattina. “Mancano ancora 49 miglia per doppiare Capo Horn, in 7 ore abbiamo fatto solo 30 miglia. La notte è stata difficile con pioggia e continui buchi di vento. Ora stiamo procedendo a 3,5 nodi, un refolo di vento ci sta portando verso il capo. Abbiamo visto un iceberg sul radar. E lottiamo per avanzare miglio per miglio”.
Il video di Soldini con il Kelp nello Stretto di le Maire:

Alle 10:30, Maserati era a 45 miglia dal Capo. Pare che, una volta usciti dal ridosso della Terra del Fuoco e dell’Isola di Navarino si possa finalmente agganciare un flusso da WNW sui 15/20 nodi per coprire le ultime miglia in bolina a discreta velocità.
Capo Horn, Cile- Doppiare Capo Horn è il punto che segna la carriera di ogni uomo di mare. Doppiarlo controvento, come facevano i clipper della corsa all’oro che nel XIX Secolo inseguivano la fortuna navigando da New York a San Francisco, è sempre impresa dannatamente difficile. Eh già, come scriveva il cileno Francisco Coloane, il narratore migliore della desolazione della Patagonia magellanica, appena fuori Capo Horn il diavolo se ne stà incatenato sul fondale del punto d’incontro tra Pacifico e Atlantico. I suoi denti aguzzi, sotto forma di scogli bruni come la pece, spuntano attorno al Capo (e ci sono davvero, ve lo assicuriamo). Il suo umore sotto forma di correnti e vento, può impedire il passaggio come e quando egli vuole. La punta estrema del Cile e delle Americhe si apre, bruna e aspra, sullo Stretto di Drake, 600 miglia a sud c’è la Penisola Antartica. E’ qui che fisicamente finisce il mondo civile ed è da qui che necessariamente deve passare chi va a vela da New York a San Francisco.
Pare che il diavolo non ce l’abbia con Maserati e Giovanni Soldini, che dovrebbero doppiare il luogo mito della navigazione mondiale nella mattinata di domani, con un vantaggio, quindi, di circa 15 ore sull’analogo passaggio di Gitana 13. Le condizioni saranno difficili, un ovest sui 25 nodi con raffiche stimate a 35, ma non certo impossibili per l’equipaggio internazionale su Maserati. Una bella situazione, visto che quel passaggio in poco potrebbe diventare impraticabile da affrontare in bolina. Quando visitammo quei luoghi, l’ufficiale dell’Armada cilena che sorveglia il faro che domina l’isola di Horn ci disse che pochi giorni prima aveva misurato 110 nodi di vento e che la sua casetta pareva dovesse volare via rotolando verso est, cosa che le avrebbe fatto fare un intero giro del mondo, visto che alla latitudine di Capo Horn, 55° 58° Sud, non vi sono altre terre emerse in quel parallelo.

In più, occorre adesso certificare quanto riportavamo da giorni, ovvero che un Volvo 70 che parte da New York e riesce a doppiare Capo Horn prima di quanto riuscì a fare un megacatamarano oceanico da 115 piedi, come era appunto Gitana 13 di Lionel Lemonchois che nel 2008 doppiò l’Horn 22 giorni, 7 ore e 25 minuti, è risultato di grandissimo significato tecnico e di navigazione. Allora Gitana 13 rimase 5 giorni a ridosso della Terra del Fuoco, prima di riuscire a doppiare il Capo.
Maserati dovrebbe doppiare Capo Horn, quindi, nelle prime ore della mattinata di domani, in anticipo di circa 15 ore sul passaggio di Gitana 13 che portò al record assoluto di 43g (il vantaggio con il record monoscafo di Parlier di 57g ormai è scontato, quasi 2000 miglia, ma era ampiamente previsto vista la differenza di potenzialità tra un Volvo 70 e un Imoca 60 del 1998).
Gran risultato tecnico e di navigazione arrivare a Capo Horn prima di un Cat da 115 piedi. Alla scadenza del giorno 21, Giovanni Soldini e il suo equipaggio hanno coperto 6.769 miglia a 13,43 nodi di media. Alle 19:30 erano a 120 miglia dall’Horn, all’ingresso dello Stretto di Le Maire. Usciti dallo Stretto, attraversato con vento leggero e probabile e robusta corrente contraria, Maserati dovrebbe iniziare a trovare vento più sostenuto da ovest per coprire in bolina mure a dritta le restanti 95 miglia fino a Capo Horn. Per il passaggio attesi circa 25 nodi di ovest con raffiche a 30/35.
Un passaggio in 21 giorni e mezzo, cosa comporterà per il tempo finale a San Francisco? Il record monoscafi di Parlier non è in discussione e solo avarie potrebbero impedirlo. In teoria battere i 43 giorni e 8 ore di Gitana 13 potrebbe essere anche possibile, ma più realisticamente si potrebbe ipotizzare un tempo tra i 45 e i 47 giorni, che sarebbe già eccezionale. Ovvio che, una volta doppiato Capo Horn, si prende ciò che il Pacifico riserverà. Gitana 13 andò forte nella risalita del Cile ma poi si impantaò un poco alle Galapagos e all’Equatore. Staremo a vedere per una rotta sempre più interessante.
Il video di oggi:

Racconta Soldini, raggiunto al telefono verso le h 14.30 di oggi: “A bordo tutto bene, siamo pronti ad affrontare il passaggio di Capo Horn controvento. Siamo diretti verso lo stretto di Le Maire e abbiamo deciso di passarci dentro per fare meno strada e per posizionarci il più a ovest possibile. Il passaggio dello stretto sarà molto impegnativo per i 4, 5 nodi di correnti contrarie e per la presenza di alghe giganti (il Kelp, Ndr) che potrebbero avvolgersi sulla chiglia. Sono come gomene, lunghe 20 metri e larghe 20 centimetri. Dobbiamo stare molto attenti. Una volta usciti dallo stretto, dritti su Capo Horn. Avremo un forte vento da ovest per tutta la giornata di domani, con punte fino a 40 nodi. Sappiamo anche che ci sono sette, otto iceberg tra Le Maire e Capo Horn, quindi cercheremo di passare molto vicini a terra, col radar sempre acceso. La nostra strategia sarà quella di sfruttare ogni minima variazione della direzione del vento in modo da virare sugli scarsi e portarci velocemente a ovest per poifare rotta verso nord paralleli alla costa del Cile. Ma non troppo vicini al Cile perché le Ande sono così alte da formare un muro che comprime le isobare e il vento potrebbe aumentare sotto costa anche di 15 nodi (le coste della Patagonia cilena sotto i 45° Sud sono quelle che fanno registrare le più alte medie di vento sul Pianeta, Ndr). Noi ce la stiamo mettendo tutta, sarà l’oceano a decidere quando lasciarci passare”.
Vivissime congratulazioni a Giovanni Soldini e al suo equipaggio da un vecchio marinaio consapevole del valore della loro impresa!