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Les Sables d’Olonne, Francia- (Mauro Giuffré) Sono ore difficili per Jean Pierre Dick, impegnato a fare l’equilibrista sulla sua Virbac Paprec 3 dopo avere perso la chiglia la scorsa notte. Lo skipper francese, terzo in classifica, ha precisato di essere ancora in regata e sta facendo rotta verso le Azzorre, sempre a vela, per studiare la situazione e prendere una decisione. Virbac naviga con i ballast pieni a tela ridotta e per fortuna le condizioni meteo sono buone e la barca è in sicurezza come conferma Dick nel suo resoconto: “Ieri sera intorno alle 11 ho sentito un rumore enorme. Era la testa della chiglia che si è rotta. Ho ammainato subito le vele perché le condizioni erano difficili e dovevo impedire alla barca di rovesciarsi. Sono ancora in gara le mie vele sono qui. Ho sentito Marc Guillemot al telefono che mi ha dato alcuni consigli. Ho i ballast pieni d’acqua, la barca avanza, direzione nord verso le Azzorre. Per il momento la barca è ok perché il meteo è buono”. Sarà comunque una navigazione molto complessa quella di Dick, che non può navigare più stretto del lasco-traverso per il concreto rischio di scuffiare.

Jean Pierre Dick su Virbac Paprec 3
Jean Pierre Dick su Virbac Paprec 3

Sull’avaria di Dick è intervenuto Vincent Lauriot Prévost del team progettuale di Virbac: “La chiglia di Jean Pierre è classica, realizzata con materiale speciale come le altre, ma ha già viaggiato più di 80 mila miglia. Tutte le verifiche sono state fatte prima della partenza del Vendée. Tutti gli studi sono stati fatti e nulla faceva pensare a un problema. Ma come potete vedere non è stato sufficiente, ha navigato troppo”.

Nel frattempo François Gabart alla classifica delle 20 è a 1595.1 miglia dal traguardo di Les Sables e il suo vantaggio su Armel Le Cleac’h è di 96.7 miglia. In questo momento se Gabart riuscisse a tenere una media di 319 miglia al giorno a 13.29 nodi, domenica sera sarebbe a Les Sables. Entrambi gli skipper stanno aggirando l’Anticiclone delle Azzorre da ovest e navigano a 11.9 e 11.4 nodi. Macif tra circa 6-12h aggancerà per primo il rinforzo da sudovest intorno ai 25 nodi, che lo farà decollare sulla rotta diretta per Les Sables per almeno 36h. Il meteo potrebbe presentare poi delle variabilità nella zona di Finisterre, ma è ancora presto per fare previsioni attendibili. Le chance di Banque Populaire continuano ad assottigliarsi ora dopo ora ma, come ha dimostrato l’incidente di Virbac Paprec, il Vendée è una gara dura anche per i materiali e in questa fase gli skipper dovranno fare massima attenzione alla gestione delle barche dopo 74 giorni di regata agli estremi.

L’ETA di Gabart a Les Sables, al momento, è stimato nella serata di sabato prossimo, con le Cleac’h subito dietro.

Alessandro Di Benedetto ha ripreso la regata regolarmente con buona rotta e velocità, 16.2 nodi all’ultimo rilevamento, ma la costola rotta lo costringe a lavorare lentamente e con grande fatica. L’incidente è avvenuto dopo le due scalate sull’albero, a causa di una strambata involontaria della barca provocata da un’onda: Team Plastique aveva già strapuggiato e Alessandro stava infatti riposizionando in acqua il timone quando un frangente ha investito la barca facendola strambare.

Di Benedetto in testa d'albero su Team Plastique
Di Benedetto in testa d’albero su Team Plastique

Di Benedetto è stato colpito al viso dalla scotta della randa che lo ha sbattuto in coperta causando la rottura della costola oltre che un piccolo taglio sotto il naso. Questo il commento dello skipper di Team Plastique: “Pochi minuti dopo la manovra, sono stato in grado di issare tutta la randa- molto lentamente e con diverse interruzioni – perché il dolore alle costole era forte. L’ho fatto per mantenere la barca stabile, perché le onde erano forti. Non credo che sarebbe una buona idea issare il gennaker piccolo perché richiede velocità, sforzo e movimento, in un modo che non sarebbe ragionevole. Penso che avrò bisogno di molto riposo. Eccomi di nuovo con una rotta decente e velocità. Le cose vanno meglio a bordo”.
www.vendeeglobe.org

 

1 COMMENT

  1. trovo il commento di Lauriot Prévost del team progettuale di Virbac “… ha navigato troppo”, uno scarica barile. Cioe’ sembradire non e’ colpa nostra. Fermo restando il fatto che occorrera’ esaminare la chiglia per capire cosa sia successo, dire “ha navigato troppo” non e’ serio. Dovrebbe forse dire che hanno mantnuto i margini di progettazione troppo bassi, oppure che hanno peccato di presunzione.

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