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Les Sables d’Olonne, Francia- François Gabart ha vinto il Vendee Globe a soli 29 anni. Macif ha tagliato la linea d’arrivo a Les Sables d’Olonne intorno alle 15:18 e 40 secondi di oggi concludendo il suo giro del mondo dopo 78 giorni 2 ore 16 minuti e 40 secondi, tempo che migliora di 6 giorni il precedente primato di Desjoyeaux nell’ultima edizione.

Macif taglia la linea d'arrivo vincendo il Vendee Globe
Macif taglia la linea d’arrivo vincendo il Vendee Globe

Una vittoria che testimonia anche come il Vendee Globe sia profondamente cambiato nel corso degli anni. Gabart è il frutto di una profonda preparazione, di una multidisciplinarietà che va dall’Optimist alle classi olimpiche al Figarò e alla course au large. Il Vendee è ormai soprattutto una regata, che si affronta e vince con professionalità in tutti i settori.

Gabart attorniato dai media appena arrivato in banchina
Gabart attorniato dai media appena arrivato in banchina
L'abbraccio tra Gabart e Desjoyeaux sulla prua di Macif
L’abbraccio tra Gabart e Desjoyeaux sulla prua di Macif

 

Gabart, prototipo del nuovo professionista della couse au large

Les Sables d’Olonne- (Mauro Giuffré) François Gabart è nato 29 anni fa a Saint Michel d’Entraygues in Charente e vive a La Foret Fouesnant, Finistère. La passione per il mare arriva dalla famiglia, con la quale a 7 anni compie alcune crociere in Oceano, tra le Antille, Capo Verde, le Canarie e gli Stati Uniti, un’esperienza che lo rapisce definitivamente verso il mondo della vela. La sua formazione scolastica lo aiuta a completare il suo profilo di velista professionista: nel 2007 François diventa infatti ingegnere presso l’INSA di Lyon, ma durante tutti i suoi studi non ha mai abbandonato  l’attività agonistica: dagli Optimist, di cui è stato Campione di Francia nel 1997, ai Tornado, Junior World Champion nel 2004.

Prime interviste per Gabart, freschissimo all'arrivo, come se fosse partito ieri e non 78 giorni fa
Prime interviste per Gabart, freschissimo all’arrivo, come se fosse partito ieri e non 78 giorni fa

Dopo essere diventato ingegnere in Gabart esplode la passione della course au large: nel 2008 vince la selezione Espoir Region Bretagne e si conquista un posto per due stagioni sui Figaro che lo consacreranno definitivamente. Alla Solitaire del 2008 vince la classifica degli esordienti e nello stesso anno si classifica terzo alla Cap Istanbul. Nel 2009 è terzo alla Transat BPE e per la prima volta naviga su un’IMOCA 60: Kito de Pavant ha notato il giovane e lo prende sotto la sua ala per la Transat Jacques Vabre che terminano in seconda posizione. Nell’ottobre del 2009 vince la selezione come skipper di Macif ed è pronto alla scalata: nel 2010 chiude secondo la Solitaire proprio dietro Armel Le Cleac’h, vince la Cap Istanbul e si laurea Champion de France de Course au Large.

2008
Vince la selezione Region Bretagne
3th Cap Instanbul
1st Esordienti Solitaire du Figaro

2009
3th Transat BPE
3th Campionato Francese di Course au Large in solitario
2nd Transat Jacques Vabre con Kito de Pavant
Vince la selezione come skipper di Macif

2010
2nd Solitaire du Figaro
Vince la Cap Istanbul
Campione di Francia di Course au Large in solitario

2011
E’ il secondo di Desjoyeaux su Foncia alla BWR
4TH Transat Jacques Vabre con S. Col
Vincitore Transat B to B

2012
2nd Europa Warm’Up
Vincitore del Vendée Globe 2012-2013

L’idea del Vendée Globe fa parte ormai dei programmi di Gabart, e sarà il professore Michel Desjoyeaux a lanciarlo definitivamente, scegliendolo come secondo su Foncia alla Barcelona World Race del 2011. In barca con il “professore”: il Vendèe Globe di Gabart è iniziato già allora con questa esperienza, che sfortunatamente terminò poco dopo Buona Speranza con il disalberamento di Foncia durante il duello epico con Virbac Paprec.

Michel Desjoyeaux significa Mer Agitée, ovvero il top delle scuole di course au large in Francia, una fabbrica di skipper che si allenano con metodi scientifici per diventare professionisti di altissimo livello. Mer Agitée significa Cantieri CDK, dei fratelli Desjoyeaux: gli skipper crescono a scuola, e da CDK arrivano i migliori mezzi per competere con un solo obbiettivo, vincere. Con questa organizzazione nel 2010 parte la costruzione di Macif, una barca studiata per vincere il Vendée Globe, di cui Gabart segue ogni fase di progettazione e realizzazione. Il nuovo IMOCA vede l’acqua nel 2011: quarto all’esordio della Jacques Vabre, primo alla Transat BtoB e secondo all’Europa Warm’ Up 2012. François è ormai maturo per tentare la scalata al Globe, co un solo obbiettivo: stupire e vincere.

Quando Desjoyeaux lo annunciò come secondo alla Barcelona World Race qualcuno si stupì per la giovane età e la poca esperienza di Gabart, ma il “professore” aveva intravisto il talento del ragazzo:
“Perché François Gabart? Perché no? Credo che sa come andare a vela. Credo sappia usare la testa. Sa anche esprimersi davanti ai microfoni se occorre. Penso che abbia tutte le qualità che servono. Certo ha meno esperienza di me ma ha uno spirito differente, una cultura differente. Viene d’altri orizzonti, non ha fatto soltanto la course au large. Ha fatto il multi. E’ già stato su un 60 piedi perché con Kito de Pavant hanno fatto una bellissima Transat Jacques Vabre finendo secondi in condizioni che non erano facili. Certo non è mai stato nei Mari del Sud ma non è obbligatorio. François, l’abbiamo visto arrivare da La forêt  per le selezioni « Région Bretagne ». Presto era tra quelli che mi piacevano. Non soltanto per le sue competenze ma anche per lo spirito, per la mentalità. Penso che per stare tre mesi sulla stessa barca senza romperci  bisogna avere delle cose in comune. Abbiamo delle cose in comune pero abbiamo anche delle cose da dirci”.

In quest’intervista che abbiamo pescato dal web, fa sorridere il modo in cui François guarda il suo maestro, come se avesse accanto il Dio della vela. La felicità traspare dalle sue parole: “Ne parliamo da un po’ quindi sapevo che poteva accadere ma con il tempo mi facevo l’idea che poteva anche non accadere. Ecco perché quando l’ho saputo è stata la felicità. Cosa posso portare ? E’ difficile… Posso portare un approccio differente dal suo. Non ho le stesse esperienze, non ho lo stesso vissuto. Vengo con la mia ingenuità pero ho la volontà di imparare e provare di fare il meglio in questa corsa. Su alcune cose penso di portare degli aspetti che lo faranno interrogare. Penso che stia cercando questo. Ha sempre voglia di imparare. Almeno è cosi che la penso”.

Ultime miglia per Macif attorniato dalla flotta media
Ultime miglia per Macif attorniato dalla flotta media

La Regata

Les Sables d’Olonne- (Mauro Giuffré) Il Vendée Globe 2012-2013 verrà ricordato per il duello entusiasmante tra François Gabart e Armel Le Cleac’h, che per buona parte dell’Indiano e per tutto il Pacifico hanno navigato con distacchi ridottissimi, a vista in diverse circostanze. Mai il Vendée aveva visto un duello così ravvicinato per un periodo così lungo: una sfida che è servita a entrambi gli skipper per migliorarsi ancora e per tenere sempre viva l’attenzione. Fino alla porta Amsterdam il gruppo di testa è rimasto composto da cinque barche, con Jean Pierre Dick, Alex Thomson e Bernard Stamm attaccati al treno dei primi due. Un leggero vantaggio al gate Amsterdam ha consentito a Gabart e Le Cleac’h di staccare gli inseguitori rimasti intrappolati nell’aria leggera poco più indietro, imprimendo la svolta decisiva per la lotta al primo posto con un gap di miglia che non è più stato recuperato.

Le 1220 miglia di Oceano Indiano comprese tra la Porta Crozet e quella Amsterdam sono state il teatro dell’incredibile record di François Gabart, che il 10 dicembre ha fatto segnare 545.3 di percorrenza in 24h alla media fantascientifica di 22.7 nodi. Al lasco stretto con 25-30 nodi di vento Macif ha dimostrato nettamente una marcia in più anche per l’ormai famoso Blast Reacher, una vela appositamente studiata per quest’andatura nei mari del sud.

I momenti cruciali della regata per la lotta al primo posto sono stati poco prima e poco dopo il passaggio a Capo Horn. A circa 500 miglia dal mitico Capo, Macif e Banque Populaire navigavano incollate, fino a quando Gabart ha deciso di puggiare posizionandosi leggermente più a sud in una zona con più aria, conquistando la testa della regata già prima dell’Horn. Da quel momento in poi François è stato perfetto: si è posizionato più a est di Armel risalendo il sud Atlantico con un piccolo vantaggio, una mossa che si è rivelata decisiva non appena è iniziata la rotazione a destra del vento, preludio dell’ingresso nell’Aliseo di sudest. Da quella fase in poi Macif è scappata e il suo skipper ha coperto l’avversario in puro stile match race.

Il Vendée Globe 2012-2013 verrà ricordato anche come uno delle edizioni metereologicamente più clementi della mitica regata. Tranne in alcune fasi particolarmente intense, sia l’Indiano che il Pacifico hanno “lasciato passare” senza strapazzarla troppo l’intera flotta. Non è un caso che i primi abbiano navigato in condizioni particolarmente favorevoli, con il vento che ha raramente superato i 35-40 nodi: gli IMOCA 60 di ultima generazione sono in grado di tenere medie di velocità che gli consentono un posizionamento sempre ottimale nei sistemi meteo, senza dovere mai subire le basse pressioni se non in situazioni inevitabili. Macif, Banque Populaire, Virbac Paprec ma anche Cheminées Poujoulat e Hugo Boss (barca del 2007), sono riusciti a navigare sempre sui margini delle pertubazioni, anticipando con la loro velocità l’arrivo dei fronti. Il passsaggio a sud dell’Australia è stata la fase della regata in cui Gabart e Le Cleac’h hanno avuto il meteo più severo, 35-40 nodi costanti per alcuni giorni.

Discorso opposto per le barche più lente come Team Plastique di Alessandro Di Benedetto o Initiative Coeur di Tanguy De Lamotte, che non avendo le stesse performance dei primi hanno subito molto di più il meteo e sono state quelle che hanno navigato, soprattutto lungo l’Indiano, per più tempo con vento tra i 40 e i 50 nodi. Tirando le somme possiamo dire che tra gli otto ritirati, solo Samantha Davies è stata vittima, almeno in parte, del maltempo: il disalberamento di Saveol è avvenuto durante un colpo di vento nel nord Atlantico, anche se non sono da escludere anche delle ragioni di natura tecnica circa il cedimento del suo albero. Per il resto, Burton e Kito de Pavant si sono scontrati con i pescherecci, Riou con una boa alla deriva, Beyou ha rotto la chiglia, il polacco Gutkowski si è arreso per le anomalie ai piloti, Guillemot ha perso la chiglia poco dopo la partenza e Stamm ha avuto problemi di energia: nessuno di questi ritiri è direttamente collegato al maltempo.

Appare ormai sempre più chiaro che quando si parla di Southern Ocean la velocità del mezzo diventa uno dei requisiti fondamentali per la sicurezza degli skipper. Insomma più si va veloci e più si è sicuri. Gli IMOCA 60 di ultima generazione in questo senso sono una certezza, avendo ampiamente dimostrato di essere delle barche molto performanti ma al tempo stesso sicure. Il Vendée è diventata una regata ai massimi livelli, perdendo lo spirito di avventura degli inizi ma guadagnando tantissimo sotto il profilo tecnico. Gabart e Le Cleac’h sono il simbolo del Vendée moderno: grandi professionisti ai quali non interessa l’avventura ma soltanto la sfida, la velocità, il controllo totale della barca e, perché no, la vittoria. La storia è scritta, lunga vita al Vendée Globe.

Il video dell’arrivo di Macif a Les Sables d’Olonne con le prime dichiarazioni di Gabart:

La remontée du chenal de François Gabart di VendeeGlobeTV

I passaggi e i record di Gabart

Start at Les Sables d’Olonne: 10 November 2012 at 13:02:
Equator (outward route): in 3rd position on 21 November after 11 d 0h 20min
Good Hope: in 3rd position on 3 December after 23d 03h 43min
Leeuwin: in the lead on 14 December after 34d 10h 23min
Cape Horn: in the lead on 1st January 2013 after 52d 6h 18min
Equator (return route): in the lead on 15 January 2013 after 66d 1h 39min
Finish as winner: in the lead on 27 January 2013 after 78d 2h 16min 40s.

Les Sables d’Olonne-Cape Leeuwin:
14/12/12 in 34d 10h 23 ’, i.e. 2d 2h 25 less than V.Riou (2004)
Cape of Good Hope-Cap Leeuwin:
14/12/12 in 11d 6h 40 ’, i.e.  9 min less than M. Desjoyeaux (2008)
Les Sables d’Olonne-Cape Horn:
01/01/13 en 52d 6h 18’, i.e. 4d 8h 50’ less than M. Desjoyeaux (2008)
Les Sables d’Olonne-equator return:
15/01/13 in 66d 1h 39 ’ i.e. 5d 15h 33 ‘ less than M. Desjoyeaux (2008)

www.vendeeglobe.org

 

5 COMMENTS

  1. Un avvenimento sportivo di elevatissimo livello, che passa alla storia. Mi aspettavo che al telegiornale RAI 1 ,di ieri sera o a quello di stamattina, dopo le notizie sul calcio naturalmente, se ne fosse fatto almeno un cenno. Nulla, il che conferma il livello della cultura marinara del Bel Paese.

    • Per fortuna ci siamo noi di Internet, qui la notizia ha avuto molti approfondimenti anche da noi su siti specializzati ma anche generalisti. Un saluto

  2. Concordo con Giancarlo: la notizia “non data” è la prova che l’Italia, nonostante tutto, è lontana da una cultura marinara diffusa, il che. ovviamente, non aiuta la presunta élite che fa vela, ma la danneggia!

    Quanto a Gabart, speriamo che i giovani velisti leggano quest’articolo, che spiega come non si può diventare bravi a vela se non si è bravi anche sui banchi di scuola… E per quei giovani che mollano le derive a quattordici anni per un’altura che li gratifica di più, bè, bisogna ancora rileggere questo articolo per scoprire che – come Francois – si può essere vincenti tanto sulle derive quanto sull’altura! Insomma, da questi immensi navigatori c’è solo da imparare…

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