Les Sables d’Olonne, Francia- (Mauro Giuffré) Dopo i giganti Gabart e Le Cleac’h c’è l’inglese dal grande sorriso: Alex Thomson ha conquistato con tenacia e sportività il terzo posto al Vendée Globe, un risultato importante per questo skipper di talento che nella sua carriera non ha mai avuto amica la fortuna. per lui, infatti, già due ritiri al Vendée.
Da un punto di vista tecnico la performance di Hugo Boss è di rilievo: con una barca del 2007 Thomson ha tagliato il traguardo, in 80g 19h 23m 43s, a meno di tre giorni dal vincitore, ma quasi quattro sotto il tempo di Desjoyeaux nel 2008. Vicino ai primi fin quasi all’Australia, Thomson ha affrontato durante la regata dei seri problemi di energia per i guasti agli idrogeneratori: per tutto il Pacifico le sue comunicazioni con l’esterno sono state ridotte all’osso per conservare l’energia necessaria alla strumentazione di bordo. Poi il bel gesto alle Azzorre con Jean Pierre Dick: con una depressione in arrivo Hugo Boss ha cambiato rotta per restare vicino al rivale senza chiglia. “Se io fossi nelle condizioni di Jean Pierre mi piacerebbe avere qualcuno vicino pronto a aiutarmi in caso di bisogno”, spiegazione semplice e cristallina.

“Ho passato dieci anni della mia carriera e della vita del mio team per provare a finire e fare bene il Vendée Globe e oggi è un grande giorno. Credo di avere tirato fuori il massimo dalla barca e penso di avere fatto un buon lavoro. Sono onorato di essere al terzo posto dietro due ragazzi fantastici. Ho parlato poco con gli altri, quando sono in regata non mi sembra giusto parlare troppo con gli altri skipper”. Sui suoi problemi di energia Thomson vede un’ alternativa nel modello di Acciona: “Javier Sanso sta aprendo la strada alle nostre barche per diventare pulite ed è ammirevole. Per il prossime Vendée vedremo la solare, l’idroelettrica e l’eolica, verranno valutate tutte le soluzioni”.
Dopo l’arrivo dell’inglese la comunità velica internazionale fa adesso il tifo per Jean Pierre Dick sperando che possa raggiungere il traguardo di Les Sables, distante alle 20 di giovedì 31 gennaio 291.8 miglia, al più presto. Virbac Paprec 3 è in questo momento ferma in Galizia, nei pressi del porto miniera di San Ciprian: Dick ha deciso di ormeggiarsi per aspettare le condizioni meteo migliori per attraversare il Golfo di Biscaglia in sicurezza. Senza chiglia Virbac rischia molto nei colpi di vento e le prossime 24-48h potevano essere molto complesse per la navigazione verso Les Sables, considerando l’arrivo di un fento sui 35-40 nodi da SW.

Per Dick adesso la principale preoccupazione è quella di monitorare l’ormeggio di Virbac: lo skipper di Nizza è ridossato sotto un braccio che lo protegge dai venti dominanti e oltre all’ancora si è agganciato una boa per mettersi in sicurezza. Non ha chiesto nessuna forma di assistenza ed è in regata, con un quarto posto a portata di mano che significherebbe fare una grande impresa. Virbac Paprec 3, infatti, ha perso la chiglia quando mancavano ancora quasi 2000 miglia all’arrivo, un lungo cammino da compiere con la barca che alla minima distrazione può scuffiare. Una situazione che ha stancato e impegnato non poco lo skipper come confermato dalle sue dichiarazioni:
“Sono esausto a causa dello stress della navigazione senza chiglia e in generale per i tre mesi di regata da solo. Avevo 25-30 nodi di vento e onde di 5 metri. Spero di evitare una situazione come Bernard Stamm, se la barca va alla deriva è terribile. Aspettare è dura, non vedo l’ora di vedere i miei cari, mio figlio. Forse potrebbero esserci le condizioni per ripartire domenica mattina e essere a Les Sables nel pomeriggio di lunedì o meglio in serata. Prima di tutto il mio ormeggio deve tenere, fondamentale per non ritirarsi dalla regata. Lavorerò duro per assicurarlo. Quella di aspettare è una decisione difficile perché non vedo l’ora di vedere la mia famiglia e mangiare del buon cibo, per cui saranno giorni molto strani questi. Finire la gara è ciò che conta di più per me, ho dovuto farlo”.

Seguono a ovest di Madeira Jean Le Cam e Mike Golding a 1066 e 1131 miglia dal traguardo. Per l’inglese di Gamesa infilrazioni d’acqua dalla chiglia, ma prosegue in sicurezza. Poi in ordine Wavre a 1592 miglia, Boissières a 1772, Sanso a 1945, De Broc a 2268, Lamotte a 2839 e Di Benedetto a 3869.
Team Plastique è l’ultima barca rimasta nell’Emisfero Sud, ma anche il suo skipper comincia a pensare a casa: “Spero di essere a Les Sables prima della fine di febbraio ma molto dipenderà anche dal passaggio nei Doldrums. Cercherò di tenere una buona velocità media, idealmente mi piacerebbe arrivare entro tre settimane ma non sono sicuro di riuscirci. Forse quattro settimane”.