Les Sables d’Olonne, Francia- (Mauro Giuffré) Alessandro Di Benedetto ha tagliato il traguardo di Les Sables alle 15:36 di oggi, chiudendo il suo Vendée Globe con Team Plastique in undicesima posizione dopo 104 giorni, 2 ore e 34 minuti di regata. Per lo skipper italo-francese è il secondo giro del mondo portato a termine dopo quello con il Mini 6.50 del 2010. I 26 giorni di ritardo dal vincitore François Gabart sono il distacco minore nella storia del Vendee Globe tra il primo e l’ultimo ad arrivare, l’ennesimo primato di un’edizione straordinaria di questa regata. Fino ad ora lo scarto minore era stato quello tra Cristophe Auguin e Catherine Chabaud, 34 giorni nel 1996-1997.

Alessandro Di Benedetto ha scaldato il pubblico con i suoi sorrisi e l’eterno buonumore anche nelle condizioni più complesse, ma dietro quell’aria da crocierista al Vendée Globe c’è stata una performance rispettabile, soprattutto se si considera l’età della barca, il budget ridotto e l’esperienza dello skipper che è quella di un navigatore più che di un regatante. In particolare lungo l’Oceano Pacifico Di Benedetto ha spinto Team Plastique in sicurezza ma con costanza, senza cali di ritmo e coprendo ottime medie. Il suo tempo complessivo è un buon risultato, migliore di quello di Coville e Boissières con la stessa barca: avevano chiuso entrambi in 105 giorni, mentre Sebastien Josse nel 2004-2005 fu velocissimo in 93 giorni. Il suo obiettivo era di finire la regata, l’ha fatto in buon modo, ma anche stringendo i denti: con una costola rotta da una strambata involontaria e senza più vele per le andature portanti, le ultime settimane in mare sono state anche una prova di resistenza. Ma dopo il giro col Mini 6.50 uno dei punti forti del profilo di Di Benedetto è proprio la caparbietà e la forza di resistere.
Nelle parole di Di Benedetto tutta la felicità di un traguardo importantissimo, ma anche l’onestà di chi sa riconoscere i propri limiti e ammettere di essere stato prudente: “Voglio ringraziare Didier Elin e Team Plastique, così come tutte le persone che lavorano a Port Olona o la città di Les Sables d’Olonne e tutti coloro che mi hanno sostenuto. Sono quelli che hanno reso possibile per me tutto questo. Questa è una straordinaria avventura, è così commovente, e sono le persone appassionate che fanno di questa gara un evento unico. Tutte le persone qui oggi sono una parte reale della regata. Ieri e questa mattina sono stati tra i momenti più difficili, è il Golfo di Biscaglia. Avevo paura di rompere qualcosa. Sono fisicamente e mentalmente in gran forma, meglio di quando ho lasciato perché ero malato allora.

La mia paura più grande è stata quando mi sono rotto la costola in un incidente. Perché una cima mi ha colpito in faccia e avevo davvero paura che mi avesse strappato il naso. Per qualche minuto, il mio viso era completamente insensibile quindi non avevo idea di cosa fosse realmente accaduto. Ma poi mi sono calmato e in uno specchio e mi sono reso conto che ero ok. Non ho mai spinto la barca troppo duramente, non l’ho mai nemmeno spinta al 100 per cento del suo potenziale. Perché la cosa più importante per me era arrivare alla fine. L’unica cosa che avrebbe potuto impedirmi di finire la regata era un grosso problema con la barca o con me stesso. Abbiamo uno dei più piccoli budget in gara e abbiamo finito la corsa, questo è fantastico”.
Con il suo arrivo si chiude una delle edizioni più spettacolari di questa regata: un Vendée Globe corso a colpi di record dai protagonisti. E’ esploso un campione, François Gabart, che con la sua Macif ha vinto uno dei duelli più belli della storia della vela con Armel Le Cleac’h, dopo una battaglia corpo a corpo per tutto l’Indiano e il Pacifico. Il giovane talento da La Foret lanciato da Michel Desjoyeaux ha impressionato tutti, stupendo con performance stratosferiche coloro che alla vigilia della partenza lo quotavano solo come un promettente outsider per via della giovane età e della poca esperienza.
Gli skipper stanno cambiando, sempre più professionisti e con un livello tecnico medio altissimo. Gli IMOCA 60 di ultima generazione, pur mostrando ancora fragilità significative, le chiglie in particolare, sono barche veloci che grazie alle performance preservano la sicurezza degli skipper consentendo loro di posizionarsi al meglio nei sistemi meteo. Il Vendée sembra avere ormai perso lo spirito di avventura delle origini: è una regata pura, estrema, brutale ma anche più sicura e meno romantica. Una vera e propria regata oceanica. Il pubblico però è quello di sempre.
I distacchi tra primo e ultimo:
⁃ 1988-89: Titouan Lamazou 109 giorni, François Coste 163
⁃ 1992-93: Alain Gautier 110 giorni, Jean Yves Hasselin 153
⁃ 1996-97: Cristophe Auguin 105 giorni, Catherine Chabaud 140
⁃ 2000-01: Michel Desjoyeaux 93 giorni, Pasquale De Gregorio 158
⁃ 2004-05: Vincent Riou 87 giorni, Karen Leibovici 126
⁃ 2008-09: Michel Desjoyeaux 84 giorni, Steve White 109
⁃ 2012-13: François Gabart 78 giorni, Alessandro Di Benedetto 104
RT @farevelanet: Vendee Globe: Alessandro Di Benedetto a Les Sables d’Olonne in 104 giorni: Les Sables d’Olonne, Francia… http://t.co/ …
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