Roma- Per il quarto anno consecutivo l’associazione ambientalista “Marevivo” promuove il progetto educativo “I Delfini Guardiani”, rivolto agli studenti di sei isole (Giglio, Capri, Ischia, Ponza, Lampedusa e Linosa) che per l’occasione vestiranno i panni di eco-sentinelle. Sotto la guida di esperti Marevivo, i futuri “Delfini Guardiani” sono impegnati in ricognizioni in spiaggia, in attività di sea-watching, vanno a scuola dagli artigiani e dai pescatori locali, esplorano i segreti racchiusi nelle rocce e nella flora mediterranea e si cimentano anche come giovani reporter dell’ambiente. Al termine del percorso didattico, dopo aver imparato a conoscere fino in fondo il proprio territorio, i ragazzi riceveranno il distintivo di “guardiani dell’isola”, che darà loro il diritto di presentarsi, senza accompagnatori adulti, alla Capitaneria di Porto o ai Comuni per segnalare eventuali problemi di carattere ambientale.
Mentre a Capri i ragazzi, guidati da Antonia Tafuri, hanno già visitato la costruzione storica più antica dell’isola, cioè La Certosa di San Giacomo, a Ponza le scolaresche sono pronte per esplorare la vecchia cava di bentonite, ormai abbandonata, di Le Forna. A Lampedusa si uscirà in gommone per osservare delfini e tartarughe marine, ad Ischia invece i piccoli detective del mare perlustrano in lungo e in largo le spiagge. Al Giglio si preparano a ricreare i colori naturali dell’isola, dopo uno studio certosino della macchia mediterranea.
Il progetto “Delfini Guardiani” è realizzato dall’associazione col sostegno dei Comuni, della Fondazione Peretti, di Castalia e si avvale della collaborazione della Capitaneria di Porto, del Corpo Forestale dello Stato e di molteplici attori che operano, a vario titolo, sul territorio.
Come spiegano dall’associazione, “l’esperienza dei Delfini Guardiani – che sta crescendo da alcuni anni nelle isole minori del territorio italiano fino a creare un network di giovani attivi nella salvaguardia dell’ambiente – sta dando la possibilità ad isolani e non, a giovani e adulti, di riappropriarsi di patrimoni naturali e culturali che, altrimenti, rischiano di perdersi o di essere condivisi solo tra i pochi cultori della bellezza delle piccole terre circondate dai mari”.