San Francisco, USA- “Niente ritiro, ne abbiamo parlato con Patrizio Bertelli ma abbiamo deciso di andare avanti, per rispetto ai nostri tifosi, al team, alla Coppa America e allo sport… certo che non si era mai visto un tentativo di cambiare le regole del gioco una settimana prima del gioco stesso, non solo nella storia della Coppa ma in nessun’altro sport”.

Max Sirena, all’ora di colazione in una base di Luna Rossa Prada gettata sotto il sole della California nel Pier 30/32, è chiaro e diretto. Non vuole scendere in polemica con Russell Coutts, anche se ce ne sarebbe…, e preferisce parlare di cosa lo aspetta nelle prossime settimane. “Il nostro obiettivo non è di battere Emirates Team New Zealand domenica, ma a fine agosto, e soprattutto, devo dirlo, bisogna portare via la Coppa a Oracle. Magari saremo noi il challenger of record dei kiwi per la Coppa 35, o forse lo saranno loro (ride…)”.
Parte 2

Parte 1 (con Luca Bontempelli e Gianluca Pasini, inviati della Gazzetta dello Sport)

La copertura streaming:
Lo streaming su Youtube (americascup.com e anche su farevelanet) ci sarà da subito, quindi anche il 7 luglio per la prima regata tra LR vs ETNZL ore 12:15 locali, le 21:15 in Italia. Per la TV stanno ancora trattando ma sicuramente in Italia non ci sarà copertura per il round robin, se ne parla forse per la semifinale e la finale della Louis Vuitton Cup in agosto. Comunque, tranquilli, lo streaming su YouTube ci sarà.
La gallery del giorno sulla cerimonia d’apertura dell’America’s Cup Park (duecento spettatori circa, compresa l’organizzazione) (foto Gianluca Di Fazio):
RT @farevelanet: America’s Cup: parla Max Sirena, non ci ritiriamo ma non si era mai visto il cambio delle regole del g http://t.co/foDZ5pK…
RT @farevelanet: America’s Cup: parla Max Sirena, non ci ritiriamo ma non si era mai visto il cambio delle regole del g http://t.co/foDZ5pK…
RT @farevelanet: America’s Cup: parla Max Sirena, non ci ritiriamo ma non si era mai visto il cambio delle regole del g http://t.co/foDZ5pK…
Complimenti, una bella chiacchierata tra quattro amici che parlano tra loro. Scusate, ma è possibile che in venti minuti di video (circa 10 minuti a video) e neanche nel testo, non venga mai detto e tantomeno spiegato quale sia il punto della protesta? Su cosa verte la protesta? Ok, abbiamo capito che ha a che fare con i timoni, ma nello specifico? Si tratta di dimensioni? Aletta regolabile o no? Ma possibile che in tre giornalisti e con un Max Sirena così disponibile, non ci sia stato lo spazio per spiegare quale sia il reale punto del regolamento oggetto delle protesta? Bastava farglielo dire in 30 secondi! Saluti.
Ciao Roberto, certo che glielo abbiamo chiesto, ma la risposta è durata 5 minuti ed è molto complessa tecnicamente, per cui l’abbiato dovuta tagliare. Le anticipo, però, quindi la nostra analisi riassunto, che pubblicheremo oggi, in base a tutte le info e le dichiarazioni raccote n questi giorni:
Risulta che il fatto di poter regolare l’angolo di attacco degli impennaggi fino al momento della partenza di ogni regata, invece che alle 21:00 del giorno prima, era un diversivo (“red herring” da quelle parti) rispetto al cambiamento realmente importante, che è quello che permette a Oracle di aumentare la superficie degli stessi – cosa di cui ha palesemente bisogno e nota bene non riuscirebbe a fare con la “vecchia” Stazza, che impone:
– le appendici (e quindi anche gli impennaggi) non possono sporgere rispetto alla larghezza massima di 14 m della piattaforma
– nessuna parte del timone in qualsiasi posizione può trovarsi a meno di 1 m dallo specchio di poppa. Questo impatta gli impennaggi quando il timone viene ruotato di circa 90 gradi
Se si vuole avere impennaggi di dimensioni abbondanti, il primo vincolo obbliga a farli asimmetrici. Cioè sull’esterno ci si deve fermare abbastanza presto (tanto più se i timoni non sono esattamente verticali ma inclinati in fuori, come gli scafi), mentre verso l’interno l’unica limitazione è data dalle sollecitazioni sbilanciate, sia strutturali che sulla timoneria.
E poi c’è il secondo vincolo, per cui è il lato più lungo dell’impennaggio quello che determina quanto l’asse del timone debba stare in avanti rispetto allo specchio di poppa.
Come detto in precedenza, ETNZ ha previsto il full foiling fin dall’inizio e ne ha accettato anche le esigenze: in particolare impennaggi scarichi ma comunque grandi, quindi asimmetrici e di conseguenza timoni relativamente avanzati.
Oracle invece era nata come foil-assist, per cui i piccoli impennaggi simmetrici previsti all’origine avevano principalmente la funzione di smorzare il beccheggio e il timone è stato posizionato come logico il più a poppa possibile. Come visto, passando al full foiling le ridotte dimensioni e quindi minore resistenza si traducono in un’ottima velocità di bolina e alle portanti in assetto stabile, ma nei transitori (puggiate e strambate) gli impennaggi sono troppo caricati e vanno spesso in crisi. Quello di cui abbiamo avuto conferma nei due video è che fino ad adesso, con barche non ancora stazzate, sono stati usati non solo trim tab settati in navigazione, ma anche timoni più grandi del consentito. Evidentemente, si cercava di determinare le dimensioni minime soddisfacenti, per poi realizzarne una versione “legale”.
Ma, attenzione, a quel punto Oracle avrebbe avuto solo due alternative:
– visto che l’apertura alare degli impennaggi era già al limite, ottenere la maggiore superficie aumentandone la corda. Ma questo comporterebbe un basso allungamento, e quindi una grossa resistenza indotta. Oppure
– fare impennaggi asimmetrici di maggiore apertura, ma allora spostare in avanti l’asse dei timoni
La seconda soluzione sarebbe ovviamente preferibile, ma succede che il complesso tubo portatimone/cuscinetti (di cui quello superiore mobile)/quadrante è stato posizionato dietro e proprio a ridosso della traversa posteriore, a cui negli scafi corrispondono due robuste paratie dove la traversa stessa è imbullonata. Si dovrebbe quindi spostare i timoni in avanti oltre la traversa, sarebbero almeno 70-80 cm: veramente tanti per l’equilibrio dalla barca.
Da notare che il progetto kiwi, prudenzialmente, ha la traversa posteriore arretrata e i timoni piazzati davanti, nessun problema.
Ma ecco che, mirabilmente, arrivano le “raccomandazioni per la sicurezza” di Iain Murray che eliminano i due fastidiosi vincoli e, come per incanto, i problemi di Oracle scompaiono, anzi: bontà sua, Murray ci ha ripensato e graziosamente concesso che gli impennaggi di ETNZ e Luna Rossa rimangano regolari. Ma Oracle adesso ha tutto il tempo di montarne altri belli simmetrici, con maggiore allungamento e arretrati nella posizione ideale. Fate voi ..