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San Francisco, USA- Dal 10 settembre c’è un neologismo nella vela. Si tratta della “Kostecki Call”, ovvero quella che sarà ricordata come una delle peggiori chiamate tattiche nella storia dell’America’s Cup, preludio di una catastrofica bolina in cui il defender Oracle Team USA è riuscito a perdere ben 85 secondi da Emirates Team New Zealand che è andato a conquistare la quarta vittoria nella finale. John Kostecki, medaglia olimpica (argento, Soling 1988) e vincitore della Volvo Ocean Race, 49 anni, cresciuto nella SF Bay Area, rischia di essere identificato per i decenni a venire con una scelta tattica non forzata capace di far perdere una regata in modo clamoroso. Non proprio un bel modo per essere ricordato nella storia della vela, a cui Kostecki comunque appartiene per molti altri successi, anche più importanti del Mondiale Sunfish vinto in giovane età.

Ben Ainslie oggi a bordo di Oracle Team USA in allenamento. Sarà a bordo domani al posto di John Kostecki? Foto Martin Raget
Ben Ainslie oggi a bordo di Oracle Team USA in allenamento. Sarà a bordo domani al posto di John Kostecki? Foto Martin Raget

Ma in cosa è consistita questa Kostecki Call, capace di bloccare nelle proprie paure il todopoderoso e ultramilionario team di Larry Ellison che ha scelto di non disputare la seconda regata di ieri? Oggi nell’allenamento di Oracle è salito a bordo Ben Ainslie, il supercampione inglese vincitore di quattro ori e un argento olimpici. John Kostecki non c’era, segno evidente che in casa del defender si stanno giocando tutte le carte a disposizione, con la consapevolezza di come il mazzo si stia rapidamente riducendo e che i kiwi abbiano già almeno tre assi in mano: la velocità in bolina, la compattezza di team e la maggior abilità nella conduzione dell’Ac72.

Vi sono istanti decisivi in tutti gli sport. Attimi in cui si deve prendere una decisione che farà la differenza tra la vittoria e la sconfitta. Puoi essere veloce, ricco e presuntuoso, ma se sbagli quella decisione la tua potenza non servirà a nulla e la tua mossa sarà identificata come l’inizio della fine. Tale sarà la Kostecki Call? Forse il punto di svolta di questa Coppa America che, almeno nel suo atto finale, riesce ad appassionare anche chi l’aveva snobbata. “Chi pensava che la vela potesse essere uno sport così drammatico”, è l’incipit oggi del San Francisco Chronicle, quotidiano abituato al fuoricampo all’ultimo inning con due strike e tre ball con le due squadre in pareggio o al touchdown quando il cronometro già segna lo zero sul tabellone, ma non alle emozioni veliche.

Beh, sì, anche la vela può essere altamente drammatica e lo è in modo esponenziale quando due mezzi similspaziali si sfidano a 40 nodi sotto gli occhi di migliaia di persone tra l’acqua gelida della baia e le nebbie imprevedibili dei cieli californiani. “Tutto avviene in modo molto più veloce, ma è sempre vela”, ripetono i protagonisti qui a San Francisco. Ed è stupendamente vela anche una chiamata tattica, che diventa decisiva per l’esito del match. Domenica scorsa lo ha fatto in senso positivo Ray Davies, il gioviale tattico kiwi, che è riuscito a impostare le strambate volanti del lato di poppa in modo da spaiare in race 3, aprendo poi la strada al riavvicinamento e al sorpasso a metà bolina. Ieri, invece, non ci è riuscito John Kostecki.

USA precede NZL di circa 140 metri a 2/3 del primo lato di poppa. I due AC72 navigano a quaasi 40 nodi mure a sinistra verso il confine destro del campo di regata
USA precede NZL di circa 140 metri a 2/3 del primo lato di poppa. I due AC72 navigano a quasi 40 nodi mure a sinistra verso il confine destro del campo di regata

Siamo a metà del lato di poppa, affrontato con efficienza aerodinamica da entrambi i team, che si precipitano a 40 nodi con Alcatraz sulla sinistra e il waterfront sulla dritta. Le strambate in foiling riescono alla perfezione e Spithill conduce di una decina di secondi sul conservativo Barker dopo aver controllato la partenza e, soprattutto, per la prima volta aver accelerato meglio di Aotearoa nel traverso iniziale. L’ultima strambata sul confine di destra porta gli AC72 a scendere mure a dritta verso il cancello. Si sente la voce di Kostecki che chiama “It’s gonna be a foiling tack here”, ovvero faremo una virata in foiling riferendosi a una manovra provata il giorno prima in cui l’AC72 approfitta della velocità in poppa per virare subito e lanciarsi mure a sinistra verso l’ormai famoso “cono di Alcatraz”, quella zona in cui l’isola che fu carcere spezza il flusso vorticoso della corrente che arriva dall’oceano. Acque in entrata che nella giornata arrivano a due nodi, significativi anche quando ne fai 25 in bolina. Riuscire a navigare sulla destra nella prima parte della bolina diventa quindi indispensabile, prima di dover attraversare di nuovo il campo dopo aver raggiunto l’isola per portarsi sulla sinistra, lungo il waterfront, dove ancora una volta la corrente è minore.

USA e NZL hanno strambato e navigano ora mure a dritta sulla lay line di destra per il gate di poppa. A questo punto John Kostecki effettua la chiamata di girare la boa di destra scendendo (sinistra in questa foto) ed eseguire una foiling tack, una virata sui foil, per portarsi subito sul lato destro della bolina, nella zona di meno corrente.
USA e NZL hanno strambato e navigano ora mure a dritta sulla lay line di destra per il gate di poppa. A questo punto John Kostecki effettua la chiamata di girare la boa di destra scendendo (quella che vedete a sinistra in questa foto) ed eseguire una foiling tack, una virata sui foil, per portarsi subito sul lato destro della bolina, nella zona di meno corrente.
USA gira la boa di destra del gate in foiling e vira subito ma l'AC72 si "siederà" nella manovra perdendo molta velocità.
USA gira la boa di destra del gate in foiling e vira subito ma l’AC72 si “siederà” nella manovra perdendo molta velocità.

Subito dopo la sua si sente anche la voce fresca e ispirata di Tom Slingsby, uno che dall’alto del suo recente oro olimpico in Laser ha nell’istinto e nella visione chiara del campo di regata una delle sue armi da offrire alla corazzata oracliana. “I don’t think we got…”, ovvero “non penso che sia… Cosa? Un dubbio? La sensazione che la chiamata del più stagionato compagno di afterguard sia un errore? Non lo sapremo mai, ma certo udiamo le parole chiare e distinte di Kostecki, che, rapide come devono essere le chiamate di un tattico su un AC72 lanciato a 40 nodi, ordina perentorio ancora “right mark, foiling tack”… cioè “giriamo la boa di destra, virata in foiling”. In dado è tratto, la scommessa è lanciata. Un rischio enorme, quando l’avversario sta seguendo a 8″ di distanza, sulle stesse mure, quindi inevitabilmente destinato a seguirti nell’inizio della bolina, andatura dove NZL ha dimostrato di camminare un po’ di più. Tatticamente, quindi, sarebbe stato consigliabile costringerlo a virare per primo per poi schiacciarlo nella zona della non corrente e mantenere la possibilità di decidere il lato dove bordeggiare, lasciando ai kiwi quello con corrente contraria più impetuosa. Proseguire in bolina mure a dritta, aspettare la virata kiwi e seguirlo da sopravvento. Magari la macchina da vela kiwi, con le sue perfette rolling tack, avrebbe recuperato comunque ma ci sarebbe stata poi un’intera poppa per giocarsi la regata e lì l’aquila sembra valere il kiwi.

USA in virata scende fino a 7,6 nodi mentre NZL arriva a 32 nodi proseguendo mure a dritta verso sinistra
USA in virata scende fino a 7,6 nodi mentre NZL, con 8″ di ritardo, arriva a 32 nodi proseguendo mure a dritta verso sinistra. Il vantaggio è già compromesso a questo punto.
NZL naviga per alcuni secondi mure a dritta e poi vira mure a sinistra per seguire USA nella zona di minor corrente sotto Alcatraz
NZL naviga per alcuni secondi mure a dritta e poi vira mure a sinistra per seguire USA nella zona di minor corrente sotto Alcatraz
I due AC72 navigano mure a sinistra, NZL mantiene sempre una velocità media maggiore e riduce le possibilità di incrociare per USA
I due AC72 navigano mure a sinistra, NZL mantiene sempre una velocità media maggiore e riduce le possibilità di incrociare per USA. Si nota la zona di minor corrente e il flusso contrario di 2 nodi sul centro del campo.

Facile, potremmo dire, notarlo oggi. Certo, ma nell’istante stesso in cui accade a tutti gli osservatori velici la chiamata di Kostecki pare un rischio incomprensibile. Non solo, davanti agli occhi vediamo un AC72 che da 37 nodi si schianta nell’acqua con un botto di spuma e soli 7,6 nodi nel log, quando i kiwi sfrecciano di poppa a 32 nodi accelerando. Sette nodi sono sì una buona velocità per una barca da crociera diretta all’Elba ma sono un passo da lumaca per un AC72 che naviga ora mure a sinistra verso la zona di meno corrente. Ray Davies fa quello che era ovvio fare, naviga per alcuni secondi mure a dritta, per poi virare e seguire da sopravvento l’avversario a destra. Ma qui la frittata è già clamorosamente compiuta. All’incrocio successivo, obbligato dal confine di destra del campo di regata, USA ha già perso il suo vantaggio e pur con le mure a dritta non può che continuare. Non c’è spazio per virare in faccia ai kiwi, diversamente da quanto sarebbe stato possibile con un monoscafo. Dean Barker, infatti, puggia con buon anticipo lanciandosi a destra, il che comporta primo avere le mure a dritta e il diritto di prcedenza nell’incrocio successivo e secondo sfruttare al meglio il cono di Alcatraz. Così è, inevitabilmente, per le sacre leggi della fisica che solo la vela sa rendere così bene nella realizzazione pratica delle forze dinamiche della natura.

All'incrocio USA non ha acqua per virare e coprire ma deve necessariamente attraversare, per NZL ciò significa passare di poppa ma avere le mure a dritta all'incrocio successivo. I kiwi sono virtualemte già davanti a questo punto
All’incrocio USA non ha acqua per virare e coprire ma deve necessariamente attraversare, per NZL ciò significa passare di poppa ma avere le mure a dritta all’incrocio successivo. I kiwi sono virtualemte già davanti a questo punto
NZL va a virare sul boundary di destra sfruttando al massimo la zona di minor corrente mentre USA è nella zona di flusso contrario
NZL va a virare sul boundary di destra sfruttando al massimo la zona di minor corrente mentre USA è nella zona di flusso contrario

All’incrocio successivo Emirates Team New Zealand ha le mure a dritta e lo spazio sufficiente per virare in faccia a John Kostecki, una mossa pari al KO inflitto da Alì nel 1974 a Foreman nel rumble in the jungle di Kinshasa. Oracle Team USA, il defender della 34th America’s Cup, ne esce frastrornato e barcollante, con la sapienza nautica del popolo kiwi che spinge i ricchi oracliani ancora nella corrente, dove l’AC72 rosso e nero arranca a 3-4 nodi di velocità media inferiore. Prima Jimmy Spithill prova a concentrarsi nella conduzione. Kostecki ammutolisce a poppa ed è solo la voce di Tommy Slingsby a provare a dare qualche informazione. Ma l’incedere inizia a zoppicare, la mente va in confusione e i timori di una Coppa strapagata che potrebbe essere persa da qui a pochi giorni iniziano a realizzarsi nel peggiore degli incubi. Alla boa di bolina, Aotearoa arriva con unminutoediciassettesecondi di vantaggio, che sommati agli otto del cancello di poppa fanno ben ottantacinque secondi persi, ovvero una delle più catastrofiche boline dell’intera storia della Coppa.

NZL vira in faccia a USA, rimbalzandolo a piacimento sul campo di regata
NZL vira in faccia a USA, rimbalzandolo a piacimento sul campo di regata
Su Oracle capiscono che l'errore è clamoroso e vanno in confusione. John Kostecki è a poppa, ammutolito
Su Oracle capiscono che l’errore è clamoroso e vanno in confusione. John Kostecki è a poppa, ammutolito
NZL in controllo totale relega USA a navigare contro corrente, con una differnza enorme in velocità media. la regata non ha più storia
NZL in controllo totale relega USA a navigare contro corrente, con una differnza enorme in velocità media. La regata non ha più storia

Il resto lo abbiamo visto. Oracle rinuncia alla sesta regata, “per ritrovare se stesso”. Spithill viene convocato da Russell Coutts sulla pilotina dove nessuno saprà mai cosa i due si dicono. Certo è che oggi a bordo in allenamento si è visto Sir Ben Ainslie e che domani sarà una grande giornata, in cui vedremo davvero chi ha la forza del winner e chi invece la debolezza del loser. Big Ben ultima speranza americana? “Io credo che la Coppa sia ancora vincibile”, dice Ainslie, “Siamo in una situazione davvero difficile… ma abbiamo dato prova che possiamo vincere le regate e se possiamo cambiare l’inerzia di questa serie allora tutto è possibile… Per me personalmente, farò tutto ciò che il team vuole che io faccia. Se vogliono che io regati sulla barca, naturalmente sarò entusiasta di farlo”.

Quindi il ghigno agonisticamente feroce di Ben Ainslie a coadiuvare la freschezza di Slingsby, cinque ori olimpici uniti per sostenere il timoniere Jimmy Spithill al posto di un John Kostecki che per età può anche avere le meningi annebbiate dopo aver girato manovelle per buona parte della poppa? Lo sapremo domani, ma certo è che la “Kostecki Call” fa ormai parte della storia della vela. Gli occhi da automa di Dean Barker resi parte imperscrutabile dell’orologio esatto Emirates Team New Zealand, l’ansimare fiero di Grant Dalton mentre sputa l’anima sui verricelli, la voglia di rivalsa di un Ben Ainslie che batterebbe chiunque dei presenti su una barca a singolo ma che per tre campagne di Coppa America ha dovuto fare il timoniere di una barca B, i dubbi di Jimmy Spithill e il suo rapporto con Russell Coutts… Domani sarà proprio una grande giornata. Lunga vita all’America’s Cup.

 

13 COMMENTS

  1. Ellapeppa che esagerazione, Kostecki ricordato (condannato?) per i prossimi dieci anni. E allora Torben Grael? L’unica volta che Luna Rossa ha incrociato davanti a Team New Zealand nella finale del 2000 persa 5 a 0, Grael non ha virato per coprire Coutts. E che, oggi stiamo a parlare di Grael Call? Non mi pare. Ma Fare Vela in quegli anni mi sa che neanche c’era e chi scrive stava a a scuola e oggi è un po’ lacunoso in storia di Coppa America. E Tommaso Chieffi sostituito dal fratello Enrico alla tattica del Moro di Venezia, sempre per una mancata copertura dell’avversario? Dai su, settembre è il mese degli esami di riparazione, fate un po’ di ripasso.

    • Ciao Roberto, veramente quell’incrocio di Grael ce lo ricordiamo benissimo e la scuola era finita da un pezzo. Di Grael forse ricordi anche la scelta di navigare in race 3 della semifinale di LVC del 2007 a Valencia tutto a destra mentre Oracle era tutto a sinistra, andandosi a prendere l’unico salto a destra di 5° della giornata e andare a vincere la regata. Il tutto mentre milioni di italiani seguivano la regata con il fiato sospeso. Quello è uno degli attimi decisivi per cui Torben sarà ricordato come un winner. Kostecki ha vinto moltissimo ma sarai d’accordo che l’errore di due giorni fa è stato enorme, un saluto

  2. oemai su internet sempre più spesso si leggono notizie non originali e riprese da altri siti. Sempre più rari sono i commenti e le opinioni personali ma competenti.
    Per fortuna rimane ogni tanto qualche autore che ci da il suo punto di vista e analizza con competenza una situazione che magari noi vediamo con occhi diversi.
    Grazie

  3. Che articolo,complimenti………come si dice?Troppi galli in un pollaio non vanno bene,cosi sembra essere al situazione ad Oracle e personalmente non mi dispiace vista la mia preferenza per i kiwi,i veri maestri della vela che da anni combattano contro i miliardari che tutto possono e vogliono,spesso vedendosi(vedi Alinghi)scippare gli uomini migliori per un assegno a 9 zeri…una domanda alla redazione,sono ancora possibile variazioni aerodinamiche e di componenti sulle barche?

  4. bell articolo, ma forse le premesse sono sbagliate…..il piu grosso problema che ha avuto oracle e stata la patetica esecuzione della foiling tack…la virata, e di tutte le altre virate …e la lentezza nel mettersi in assetto…io avrei cambiato timoniere…magari stanno pagando parecchio il forzato cambio di wing trimmer….se oracle aveese ben eseguito la prima foiling tack e fosse uscita a 18 nodi invece che. asette dalla virata…magari saremmo a raccontare un altro film…non c e tattico migliore di quello della barca piu veloce

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