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Genova – I primi passi del Governo Renzi vengono seguiti con grande interesse anche dagli operatori della nautica, un settore che in Italia continua a soffrire, nella speranza di cogliere tra le misure del nuovo esecutivo una maggiore attenzione a un comparto che rappresenta comunque una delle eccellenze della nostra economia.

La riduzione dell'IVA sugli ormeggi può essere una delle misure per aiutae il settore
La riduzione dell’IVA sugli ormeggi può essere una delle misure per aiutae il settore

Segnaliamo a tal proposito l’iniziativa della testata web Liguria Nautica, che ha deciso di porre dieci interrogativi al Presidente del Consiglio Matteo Renzi, inerenti ai temi del diporto e del turismo nautico in Italia ma non solo. Dieci quesiti che Fare Vela condivide, utili ad aprire una riflessione sulle problematiche attuali e sulle possibili soluzioni, in attesa di vedere le prime mosse dell’esecutivo:

1) Come è già stato fatto in Sardegna, per favorire il settore della nautica, non sarebbe possibile abbattere l’IVA sui posti barca all’11%? Quella sui servizi turistici come gli hotel è addirittura al 10. Oggi parlare di nautica significa pensare anche al turismo: dove ci sono posti barca ci sono servizi turistici e quindi un generale giovamento per l’economia.

2) Non è arrivato il momento di abbattere le tasse sui carburanti? La media di tassazione europea è del 46,3 %, mentre in Italia siamo giunti, con l’aumento scattato il 1 marzo 2014, al 60,5 % tra accise e IVA.

3) Lei ha messo in primo piano la scuola. L’Italia ha oltre 7 mila chilometri di coste, senza contare i numerosi laghi: non è arrivato il momento di promuovere la cultura marinara anche nelle scuole, per esempio con corsi di vela o attività legate ai mestieri del mare? Questo aiuterebbe a spezzare lo stereotipo nautica=maxi yacht=evasione. La nautica è anche sport, natura, cultura e turismo.

4) Nautica=evasione è uno stereotipo che ha fatto solo danni al nostro settore. A quando un efficiente sistema di controllo digitale da parte del fisco? Obbligatorietà di iscrizione al registro navale per le unità anche sotto i 10 mt, accelerazione sull’informatizzazione dei registri e conseguenti controlli a monte sono tre punti che risolverebbero tanti problemi. Gli accertamenti sono giusti, ma le indiscriminate incursioni della GDF sulle banchine dei marina o direttamente in mare ci sembrano deleteri.

5) Per limitare l’evasione fiscale nelle attività di charter che si svolgono nelle nostre acque, non è possibile favorire le imbarcazioni battenti bandiera italiana o EU con un’IVA agevolata (si veda il primo quesito), e vincolare invece quelli provenienti da altri paesi all’ottenimento di un’apposita licenza? Questo modello è stato già introdotto in Croazia.

6) Per rilanciare il settore turistico e quello nautico, non è arrivato il momento di varare un serio piano di investimenti sulle infrastrutture portuali? Soprattutto al sud, territorio che di turismo potrebbe vivere 365 giorni all’anno, si riscontra la mancanza di porti in grado di essere un reale traino per le economie locali e non solo.

7) Il made in Italy è una delle principali risorse del nostro paese, una delle cosiddette eccellenze, e la nautica ne è una delle migliori espressioni. Tra i tanti profili di rilievo che avrebbe potuto scegliere, perché nominare Ministro allo Sviluppo Economico Federica Guidi, le cui aziende di famiglia sono note per la delocalizzazione sistemica della produzione?

8) A proposito di made in Italy, tra i tanti quesiti che ci piacerebbe porLe ne scegliamo uno esemplare: qual è la sua posizione sulla crisi di Fincantieri? Pensa che il programma di privatizzazioni, sicuramente utile a fare cassa, avanzato dal governo Letta, sia la ricetta giusta?

9) A proposito delle infrastrutture: perché scegliere un indagato come Maurizio Lupi a questo ministero? Come è noto, Lupi è inquisito dalla Procura di Tempio Pausania per concorso in abuso d’atti di ufficio per la nomina del commissario dell’Autorità portuale del Nord Sardegna.

10) Abbiamo seguito con interesse l’incontro promosso dal PD a Roma, dal titolo “La nautica al lavoro è Lavoro per il Paese”. Ci sembra un peccato che a questo incontro fossero presenti soltanto i “big” del settore e mancasse totalmente la nautica “reale”, quella fatta da piccole e medie imprese che ogni giorno continuano a morire; per non parlare dell’assenza del mondo dell’associazionismo e dei club nautici che promuovono la cultura marinara per esempio con le scuole di vela. Quando il suo partito e il Governo parlano di nautica, quali sono gli interlocutori a cui si riferiscono?

Ogni contributo al dibattito è ovviamente benvento.

3 COMMENTS

  1. Le imbarcazioni entro i 10 mt, come e’ noto, non abbisognano di immatricolazione, ma costano anche oltre i 300000 €, le imbarcazioni a vela di oltre 14 mt costano anche solo la metà ma devono essere immatricolate, pagano la tassa di stazionamento e subiscono tariffe ai marina in proporzione alla lunghezza. Non Vi sembra , quindi, che La legislazione fiscale , favorendo i primi , crei ingiustizie , e penalizzi il mercato ?

    • sicuramente il valore di acquisto e di gestione per spese carburante di barche a motore sotto i 10 metri puo’ essere superiore a barche a vela di 14 metri. Non trovo giusta la tassa di stazionamento visto che mancano le banchine ed i rimessaggi pubblici per cui quando si paga porto, cantiere ed altro si paga l’iva e le tasse, più grande è la barca più si paga. La tassa di stazionamento si poteva evitare. Evitando di fare scappare le barche negli altri stati o di fargli battere bandiere diverse si sarebbe incassato più di quanto si è incassato con la tassa di possesso. Elio mi sembra normale che una barca paghi il posto barca in funzione dello spazio che occupa. Io mi occupo di turismo nautico con imbarcazioni a vela. I 10 interrogativi sono comprensibili ma anzicchè condannare un imputato inoltrerei ulteriori interrogativi come gli scogli insormontabili per chi vorrebbe condurre una imbarcazione adibita al noleggio, la contribuzione fiscale degli operatori e dei marittimi, l’attuale possibilità per i privati di noleggiare “occasionalmente” le loro imbarcazioni con tassazioni inferiori senza necessità di titoli professionali. Ma non era giustamente esercizio abusivo fino a poco tempo fa. Chi ha fatto questa furbata da chi si è fatto consigliare? Se molti privati facessero “noleggio occasionale” si perderebbe l’occasionalità e visto che i loro oneri sono ben inferiori a quelli dei titolari di partita Iva faranno prezzi più competitivi e questi ultimi non avrebbero più neanche un cliente. L’impotenza nel competere con altri operatori della comunità europea che gogono di tassazioni e burocrazie diverse dalle nostre anche se operano nelle Ns. acque territoriali.
      Si parla sempre di turismo come industria. Se l’industria in italia sta morendo vuol dire che morirà anche il turismo….? Speriamo di no. Ad ogni modo i problemi sono tanti e chi di dovere dovrebbe pian piano con coscienza eliminare quanto di sbagliato è stato fatto precedentemente e faccia rinascere quanto sta per morire. Ci siamo sempre cullati sulle bellezze dei Ns. territori ma la natura non è un utile nella Ns. contabilità. Ringrazio tutti quelli si stanno prodicando per un cambiamento che possa rappresentare la normalità.

  2. Questo elenco inizia con un errore macroscopico. L’IVA in sardegna non e’ stata abbassata, e’ stato annunciato un provvedimento in campagna elettorale che non ha avuto nessun seguito. Iva sui posti barca = 22%.

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