Livorno- Per l’azione di soccorso a seguito del naufragio della nave Costa Concordia, la Direzione Marittima di Livorno, con a capo l’ammiraglio Felicio Angrisano, ha ricevuto ieri la medaglia d’oro al Merito di Marina.
Dopo il minuto di silenzio richiesto per commemorare le vittime del naufragio, ha preso la parola il contrammiraglio Arturo Faraone ricordando l’imponente dispositivo di soccorso messo in campo nella notte del naufragio. Il prefetto Franco Gabrielli ha rimarcato come “il lodevole impegno della Guardia Costiera e di tutti i soggetti istituzionali e privati abbiano tenuto alta all’estero l’immagine del nostro paese”. Aspetto sottolineato anche dal ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Maurizio Lupi: “ Le donne e gli uomini della Guardia Costiera hanno salvato più di quattromila naufraghi grazie alla professionalità, al coraggio e allo spirito di abnegazione di gente di mare dedita a garantire la sicurezza e la salvaguardia della vita di tutti che, per lavoro o per turismo, per mare ci vanno ogni giorno”.

Ricordiamo che la Costa Concordia naufragava al Giglio per una scellerata scelta di rotta del suo comandante Francesco Schettino. Era il 13 gennaio 2012, ore 21:45 e 02 secondi, quando la Costa Concordia, nave da crociera di 295 metri di lunghezza per 35 di larghezza, 8,5 di pescaggio e 114.500 tonnellate, impattava con la fiancata sinistra contro la notissima Secca delle Scole poco a sud di Giglio Porto. In un’ora lo scarroccio fino all’incaglio a Punta Gabbianara (grazie al Grecalino di quella notte, che evitò una tragedia immane, visto che la nave si sarebbe rovesciata in alti fondali). A questo link la ricostruzione di quelle drammatiche ore che Farevelanet fece a partire dal 14 gennaio 2012. 32 persone, tra le 4.234 presenti a bordo, persero comunque la vita.

Quella notte a coordinare i soccorsi fu il comandante della Guardia Costiera Gregorio De Falco, che agì secondo procedure, con la determinazione e la chiarezza propria di questi casi, come evidenziato dalla telefonata intercorsa fra lui e Francesco Schettino, comandante della Costa Concordia.
Per il suo modo di agire e la sua determinazione, De Falco rappresenta l’esempio lampante di cosa significhi essere un comandante e ufficiale di Marina. Niente eroe, solo un uomo che ha fatto il suo dovere, migliaia di miglia, oceani e infinite generazioni di gente di mare, ben lontano dal comportamento dello Schettino.
era innaturale il silenzio della Guardia Costiera sul comportamento esemplare del comandante De Falco che ci ha salvato la faccia difronte al mondo contrapponendo la sua fermezza a quella del vile comandante.