Capo Verde- Abu Dhabi e Team Brunel sono i vincitori della partita a scacchi di Capo Verde. Come avevamo scritto nella precedente analisi, il passaggio a nord delle isole e la posizione più occidentale rispetto a Team Dongfeng, hanno dato a Ian Walker e Bouwe Bekking quella pressione in più che ha consentito loro di strambare più vicino alla rotta ortodromica e andare a “chiudere” sui franco-cinesi. Il risultato è che, al decimo giorno di navigazione in questa prima tappa della Volvo Ocean Race, i primi cinque sono racchiusi di nuovo in sole 15 miglia. Anche Alvimedica e le ragazze di Team SCA hanno recuperato e chiudono la flotta rispettivamente a 30 e 61 miglia (alle 18:05 CET di oggi). Tutti vicini di nuovo, insomma.

Tutti puntano adesso decisi verso sud, osservando da ovest verso est vediamo Brunel, che segue Abu Dhabi di 2,2 miglia, poi Dongfeng a 11,2. Mapfre e Vestas sono ancora più a levante e navigano ancora a vista rispettivamente a 15,4 e 16 miglia. La posizione più occidentale dei due leader potrebbe dare loro ancora qualche vantaggio nell’attraversamento delle calme equatoriali. L’ingresso dei dolldrum sembra a circa 120 miglia a sud, due gradi di latitudine, intorno quindi ai 9°N. Probabile comunque che la giornata di domani possa essere decisiva per il posizionamento e l’uscita verso l’Equatore e Fernando de Noronha, l’isola al largo del Brasile che funge da passaggio obbligato della flotta nella Leg 1.
La velocità oggi è rimasta buona con gli A3 a riva, sui 13-15 nodi, mentre da domani diminuirà certamente con il consueto slalom tra groppi e piovaschi dei dolldrum e l’attesa per i velisti esordienti, tra cui il nostro Alberto Bolzan dalla barba ormai lunga da marinaio oceanico, su cosa riserverà il dio Nettuno ai neofiti del passaggio all’Equatore.

“Le valli verdissime e le pareti ripide delle isole di Capo Verde hanno richiamato tutti in coperta, per guardare uno scenario molto bello, illuminato dalla luce della luna. Uno spettacolo veramente incredibile.” Ha commentato da bordo di Abu Dhabi Ocean Racing il giovane australiano Luke Parkinson. “E’ stato fantastico navigare così vicini a delle montagne tanto alte, eravamo forse solo a un miglio di distanza quando abbiamo strambato. Se non fosse per questa regata non avrei mai potuto fare un’esperienza del genere”.

Il giovane equipaggio di Team Alvimedica, con l’italiano Alberto Bolzan, che si trova in sesta posizione ma solo a una trentina di miglia dai leader, oggi ha avuto un motivo in più per festeggiare. “Oggi Mark Towill compie 26 anni, abbiamo qualche sorpresa per lui, dei regali che ha preparato la moglie di Charlie. Di certo sarà un compleanno che si ricorderà a lungo”. Ha scritto nel suo blog l’Onboard reporter statunitense Amory Ross, che ha anche raccontato come sia complesso per l’equipaggio trovare la soluzione tattica giusta.
“E’ difficile spiegare la complessità della meteo in questa parte del mondo. Non esiste alcun modello matematico o previsore del tempo che possa prevedere con esattezza il vento. In più ci sono cose come piccole isole e nuvole che possono cambiare le carte in tavola anche nel piano meglio studiato. Will Oxley è passato di qui più di una dozzina di volte e sembra essere a suo agio con la situazione, ma per Charlie (Enright, lo skipper) sono momenti frustranti, vedere la differenza fra i file meteo che si utilizzano per tracciare la rotta e quello che accade in realtà non è semplice. Ci vorrà ancora un po’ di tempo prima che previsioni e realtà siano di nuovo allineate e comincia a capire che gran parte della tattica per la prossima settimana la si dovrà fare guardando il cielo, e le nuvole, piuttosto che gli schermi al tavolo da carteggio.”

Team SCA continua ad inseguire in coda alla flotta, ma le veliste sembrano non aver perso la tenacia che le contraddistingue: “Siamo una barca con un solo obiettivo: recuperare sulla flotta. Ormai da qualche giorno navighiamo negli alisei atlantici, si tratta di venti prevalenti che si sviluppano nella zona intorno all’equatore e che, nell’emisfero settentrionale, arrivano da nord-est. Di solito sono regolari, ma abbiamo incontrato anche delle zone di bonaccia, e non è stato facile mantenere una velocità costante.” Gli alisei hanno comunque consentito all’equipaggio tutto femminile di effettuare un passaggio memorabile dell’arcipelago. “Abbiamo accelerato bene, nel passaggio della punta, abbiamo navigato per un po’ a 23 nodi.” Ha raccontato l’olandese Caroljin Brouwer. “L’acqua era calda e le onde salivano in coperta, alcune erano preparate alle onde, altre meno e alcune ne hanno persino approfittato per farsi una doccia salata.”
