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Rodney Bay, Saint Lucia- Una festa lunga quasi due mesi. E’ l’Atlantic Rally for Cruisers, 29 anni da quando, nel 1986, all’istrionico Jimmy Cornell non venne in mente l’idea di festeggiare l’oceano e la vela dando vita alla prima edizione di quella che diverrà di lì a poco la più popolare e amata transatlantica, gestita oggi dal World Cruising Club. Un melting pot riuscito di crociera, regata, sole, mare e vento, sempre all’insegna dello spirito festaiolo che anima sia gli organizzatori sia i partecipanti. Il coinvolgimento di ognuno è totale come lo è del resto la preparazione alla manifestazione, soprattutto in termini di sicurezza. Una macchina organizzativa così puntigliosa e precisa da imporre a ciascun armatore iscritto un alto standard qualitativo per garantire l’incolumità di barca ed equipaggio, il che ha permesso fin da subito la partecipazione anche di adolescenti infanti e per di più animali. E tanti hanno affollato i due eventi dell’ARC e ARC+ Capo Verde.

In modo loro anche i cantieri vengono coinvolti, inviando sul posto tecnici e personale per assistere i propri clienti nelle delicate fasi della pre-partenza. Lo fanno soprattutto i francesi, seguiti dai tedeschi di Hanse Group. Perché, anche per loro, il rally rappresenta una vetrina, un’occasione per mettere in risalto le qualità costruttive e prestazionali delle proprie imbarcazioni, tanto da arrivare a congratularsi pubblicamente con gli stessi armatori per i risultati raggiunti nonostante si tratti di una traversata dell’Atlantico e non di una regata, eccezion fatta per le due categorie preposte, ovvero la Racing.

L’ARC, il clima di festa raccontato sui social network
Dalla parata nel giorno inaugurale, quando per il paseo maritimo di Las Palmas de Gran Canaria sfilano tutti gli equipaggi in un tripudio di colori, musica e danze, fino ai celebri cocktail party e serate di gala dal sapore caraibico, è un generale clima di festa e di goliardia a scandire le giornate di tutti i velisti. Anche quando sono in alto mare, lontani miglia e miglia dalla costa, si divertono a postare quotidianamente sui social network quanto accade in barca.

Come il canadaese Frod Voegeli, armatore del Mason 44 Frisco, che racconta su Twitter le sue giornate di pesca: “Davanti a noi un’altra giornata afosa e con mare calmo. Ne approfittiamo per pescare. Il mio amico George riesce a pescare una lampuga solamente che, nel momento di issarla a bordo, mi sfugge dalle mani. Peccato! Così, deciso a rimediare – si trattava pur sempre della prima lampuga pescata da lui – mi sono messo di vedetta per cercare altri branchi. Purtroppo davanti a me sfilavano solo balene, squali…Poi, invece, a fine giornata ne siamo riusciti a pescare ben due. Per noi si è prospettata una cena succulenta: pasta al pesto con popodorini pachino, salsetta all’aglio e lampuga”.

Oppure come l’inglese John Lovely, armatore dell’Amel 46 Tinia: “Per fortuna le ultime 200 miglia all’arrivo le faremo con il frigo che è tornato a funzionare. Ottimo lavoro: ora avremo le ultime quattro birre ghiacciate da poterci scolare. Intanto è caccia aperta al libro biografico su Bob Marley, improvvisamente scomparso. Incredibile”.

Frod Voegeli, armatore del Mason 44 Frisco, ha appena catturato una lampuga che sarà cucinata per accompagnare la pasta al pesto
Frod Voegeli, armatore del Mason 44 Frisco, ha  catturato una lampuga che sarà cucinata per accompagnare la pasta al pesto

L’ARC, le storie dei partecipanti
Sono tantissime le storie che si intrecciano nelle due manifestazioni dell’ARC e dell’ARC+. Ogni equipaggio vi partecipa per un determinato motivo, un desiderio o una sfida con sé stessi. Oppure per un record da battere, come è stato il caso del Farr 100 Leopard by Finland che ha infranto quello registrato nel 2013 dal Knierim 65 Caro del tedesco Max Klink. Il maxi ci ha impiegato 8d 14h 39m 51s.

I coniugi Kristofer e Svanfriður Oliversson hanno deciso di festeggiare i loro 40 anni di matrimonio e il loro 60esimo compleanno circumnavigando il mondo a bordo di Hugur, un Najad 520. E quale occasione più ghiotta se non iniziare dal ben augurante rally del World Cruising Club? Sulla scia dei coniugi islandesi anche un’altra coppia, questa volta proveniente dal Portogallo: Luis e Manuela Adão sul loro Trintella 45 Allegro, costruita nel 1986.

Poi c’è una multinazionale, Informa, che ha deciso di premiare alcuni dei suoi oltre 1.600 dipendenti offrendo la possibilità di attraversare l’Atlantico a vela. Le barche in questione sono state due Challange 72, Challenger 1 Challanger 4, che hanno rappresentato anche un’occasione ulteriore per pubblicizzare la campagna IBI Atlantic Challenge a favore di Save The Children. Nei giorni prima della partenza erano stati già raccolti oltre 30.000 sterline. Un’altra iniziativa benefica, questa volta di un equipaggio tedesco, si deve all’Allures 39.9 RoSea di Falk Sauer che ha offerto ad alcuni ragazzi dell’associazione “Sunshine for Kids” di prendere il largo da Las Palmas.

La flotta ormeggiata a Muelle Deportivo a Las Palmas de Gran Canaria. Per il numero crescente di iscritti si è deciso di organizzare due raid: la tradizionale ARC e l'ARC+ con sosta a Capo Verde
La flotta ormeggiata a Muelle Deportivo a Las Palmas de Gran Canaria. Per il numero crescente di iscritti si è deciso di organizzare due raid: la tradizionale ARC e l’ARC+ con sosta a Capo Verde

Poi c’è un equipaggio, lo svizzero di Kymothoe, che ha deciso di veleggiare nel totale rispetto dell’ambiente. Così l’Hanse 470e è stato equipaggiato con pannelli solari e generatori per assicurare la necessaria quantità di energia per la strumentazione di bordo da fonti rinnovabili. In totale è stata sfruttata l’energia ricavata da 216 pannelli fotovoltaici e due idrogeneratori.

Infine c’è una famigliola delle undici iscritte all’ARC 2014 che ha partecipato con il desiderio di attraversare tutti insieme l’Atlantico e trascorrere un Natale diverso. Diciamo pure al caldo dei Tropici. Si tratta degli inglesi Smart: il padre Julian, la madre Albane, il navigatore dodicenne Hugo, il capo meccanico  James di undici anni e la piccolina di casa Daisy di soli 8 anni.

L’ARC in cifre   
Anche quest’anno l’ARC è stato un successo con le sue 259 barche iscritte, molte all’ultimo momento, con i suoi 1.300 velisti coinvolti di cui 34 adolescenti sotto i 16 anni d’età.  La voglia di attraversare l’Atlantico, anche per la prima volta, ha portato sulla linea di partenza alle Canarie barche e persone provenienti da ogni angolo del pianeta per raggiungere in sicurezza l’isola caraibica di Saint Lucia: Australia, Austria, Belgio, Canada, Croazia, Danimarca, Finlandia, Francia, Inghilterra, Germania, Giappone, Islanda, Italia, Malta, Olanda, Norvegia, Nuova Zelanda, Polonia, Portogallo, Spagna, Svizzera, Svezia e Stati Uniti, solamente per citare alcune delle bandiere rappresentate. In totale i Paesi sono 36. I connazionali sono tredici.

Accoglienza a cinque stelle per gli equipaggi che arrivano a Saint Lucia: cocktail tipici e cesti di frutta vengono consegnati a ciascuna barca per entrare da subito nell'atmosfera caraibica
Accoglienza a cinque stelle per gli equipaggi che arrivano a Saint Lucia: cocktail tipici e cesti di frutta vengono consegnati a ciascuna barca per entrare da subito nell’atmosfera caraibica

La vera notizia è il ritorno, quest’anno, di una nutrita flotta di catamarani, costruiti principalmente dal cantiere francese Lagoon: 25 iscritti alla classica, 12 all’ARC+.

All’ARC la nazione più rappresentata è la Gran Bretagna che conta su una flotta di 55 barche. Seguono la Germania (16% del totale), Stati Uniti e Italia, entrambi con 13 imbarcazioni schierate. Non cambiano le proporzioni nell’ARC+ con la Gran Bretagna a farla sempre da padrone (10 barche) e, alle spalle, gli Stati Uniti (6 equipaggi).

Per quanto riguarda le “quote rosa”, esse rappresentano il 19% dei partecipanti e tre sono skipper. Cambiano le proporzioni se parliamo di ARC+, con la presenza femminile che sale al 28% ma schiera una sola donna skipper.

Se i minori di 16 anni sono 36, gli over 70 sono in tutto 26. Il più giovane è nato ad aprile 2012.

Per quanto riguarda la nazionalità degli equipaggi, la rappresentanza rimane britannica in entrambi i rally. Alle spalle dell’Union Jack, nell’ARC+, troviamo Stati Uniti, Germania, Norvegia (18) Svizzera (14) e Italia (13). Per quanto riguarda invece la classica ARC, alle spalle della Gran Bretagna (240) ci sono Germania (140), Australia (65), Italia (50) e Finlandia (48).

Il più giovane e il più anziano dell'ARC fotografati insieme. Nemmeno a farlo apposta Kai, 8 mesi, e suo nonno Jerry (84) erano imbarcati sulla stessa barca Makena
Il più giovane e il più anziano dell’ARC fotografati insieme. Nemmeno a farlo apposta Kai, 8 mesi, e suo nonno Jerry (84) erano imbarcati sulla stessa barca Makena

L’ARC, le curiosità
Come di consueto la flotta è molto eterogenea, spaziando dal piccolo svedese Marieholm 32E Thalassa fino al maxi inglese Farr 100 Leopard By Finland che ha battuto il record di percorrenza sulla rotta Las Palmas-Saint Lucia di 2.700 miglia, attualmente detenuto dal tedesco Max Klink che, a bordo del suo Knierim 65 Caro, nel 2013 ha attraversato l’Atlantico in 10 giorni, 21 ore, 25 minuti e 10 secondi.

Per quanto riguarda invece l’ARC+, la più piccolina è Droeppelmina, un Hallberg-Rassy 35r di 10,65 metri, mentre la più grande è la maltese Lir, un Fountaine Pajot Victoria 67 di 20,32 metri.

Se volessimo prendere in considerazione la vetustà delle barche, allora la più anziana iscritta all’ARC sarebbe Peter von Seestermühe, uno yawl del 1936 progettato da Christophe von Reibntiz e di proprietà di Henry Gruber. Di diversi anni più giovane è invece la più vecchia nell’ARC+,  Droeppelmina, che risale al 1976.

E veniamo ora ai cantieri, diversamente rappresentati in base ai due differenti eventi. Nella tradizionale ARC ve ne sono in tutto 71 e Bénéteau è il più rappresentato avendo schierato 22 imbarcazioni; una buona flotta anche per Swan (15), Jeanneau e il suo Sun Odyssey (13), Oyster Marine (13), Hanse Group e X-Yachts entrambi con 9 imbarcazioni. Il cantiere italiano presente con il maggior numero di equipaggi è stato Cantiere del Pardo, con il suo GS 43 (2 esemplari) e Sly. Buona la presenza dei blue water di Magnus Rassy, ben 8.

Inizia l'avventura per i 207 equipaggi iscritti all'ARC. Dovranno attraversare l'Atlantico percorrendo circa 2.700 miglia sospinti dal generoso Aliseo
Inizia l’avventura per i 207 equipaggi iscritti all’ARC. Dovranno attraversare l’Atlantico percorrendo circa 2.700 miglia

Tra i multiscafi spicca Lagoon e in particolare il suo 450 su cui hanno navigato sei equipaggi. Quest’ultimo è stato il multiscafo più numeroso anche nell’ARC+ con due catamarani. Stesso numero per un altro cantiere francese, Outremer: i suoi 51s Archer e Intrepid Elk sono stati varati all’inizio del 2014. Tra i monoscafi è Jeanneau il cantiere più presente con cinque modelli insieme ai tedeschi di Bavaria. Seguno due Catana, due Catalina Morgan, due Najad, due Amel. C’è spazio anche per il Dufour 43 TimeOut, l’Elan Impression 434 Oynas, l’Xp 44 GarliX e il Nautitech 40 Babsea.

Non è da sottovalutare, infine, l’impatto economico che l’ARC ha sulle località coinvolte. Infatti, come tengono a sottolineare gli organizzatori, nel 2013 equipaggi e famiglie hanno speso più di un milione di euro a Las Palmas tra ormeggi, servizi offerti dal marina, ristoranti e hotel. Oltre 900 notti in albergo sono state prenotate sempre nella città canarina e sono stati comprati oltre 1.400 biglietti aerei per e da Gran Canaria. Visto il suo carattere “popolare”, il range d’età dei membri spazia dagli 8 mesi fino agli 84 anni per un totale di 36 nazioni rappresentate. A ospitare il più giovane e il più anziano velista è la stessa barca: l’americana Makena.

L’ARC, il racconto della preparazione di un armatore italiano
Iscritto all’ARC perché impossibilitato a partecipare alla Transquadra, Francesco Buonfantino,
armatore dell’Azuree 40 Lande Katty Sark, ci racconta la preparazione: “Oceano: doveva essere oceano tosto, oceano solo in due. Avremmo dovuto fare la Transquadra con i cugini francesi, da Barcellona ai Caraibi via Madeira. La barca era quella giusta, planante anche se un po’ pesante, comoda e veloce. Ma si sa: i francesi non ci amano molto e alla fine hanno scritto un regolamento per il quale il limite delle barche era sì di 12,5 metri ma con un TCC a 1.050 che, di fatto, ci avrebbe costretto a correre sempre con due mani di terzaroli e il J3.

Lande Catty Sark, l'Azuree 40, in navigazione
Lande Catty Sark, l’Azuree 40, in navigazione

Così abbiamo capito che dovevamo rinunciare a meno di non comprare un Sunfast 3600, l’unica barca con qualche chance (guarda caso una barca francese). Ma volevamo l’oceano e, buttata a mare l’iscrizione alla Transquadra, perché non l’ARC? E, a questo punto, con qualche altro amico. È così nato questo equipaggio un po’ matto, con tanta voglia di mare ed un po’ di esperienza di vela, che decide di fuggire per un mese dal quotidiano per fare in regata il grande salto.

La barca è arrivata a Las Palmas senza grossi problemi, con una staffetta a equipaggi diversi per non togliere al lavoro altro tempo. Nel trasferimento gli uomini si sono affiatati, si sono definiti ruoli e personaggi”.

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