San Francisco, USA- E’ legale quanto ACEA e la Commissione dei challenger hanno votato la scorsa settimana? Ovvero la scelta di una nuova classe AC48 al posto della già decisa AC62, decisione che ha causato il ritiro di Luna Rossa Challenge dalla 35th America’s Cup. La rottura del Protocollo, presa a maggioranza e non all’unanimità è stata analizzata dai più autorevoli siti internazionali. Tra questi segnaliamo questo completo e documentato articolo di Scuttlebut, newsletter americana (quindi della stessa nazione del defender) nota per la sua indipendenza di giudizio. Scuttlebut ritiene che tale decisione abbia infranto le regole del Protocollo con cui si stava preparando la 35th America’s Cup.
Luna Rossa ha scelto di ritirarsi invece di iniziare un’azione legale, anche se i margini sembrerebbero esserci. Emirates Team New Zealand si riserva, invece, di decidere dopo che la trattativa su Auckland sede delle AC Qualifiers si sia conclusa, anche se i team di Ben Ainslie e Franck Cammas non vedrebbero di buon occhio (sempre causa budget) tale trasferta aggiuntiva preferendo disputare tutto l’evento alle Bermuda. Ora… che la Coppa debba ridurre i costi ha certo un senso, ma che debba cambiare la sua essenza per permettere l’accesso a chi non se la può permettere pare perlomeno curioso.
Interessante quanto twittato oggi da Harvey Schiller, commissioner di ACEA: “Awoke this morning thinking of how to bring Luna Rossa back to the Cup”, ovvero “Mi sono svegliato questa mattina pensando a come riportare Luna Rossa nella Coppa”… Vedremo cosa si inventerà.

Analisi dell’AC48
La stazza AC48, il quasi monotipo appena descritto da ACEA, cosa prevede? Tali regole possono consentire quella sfida anche tecnologica tra nazioni prevista dal Deed of Gift del 1887? Abbiamo chiesto un’analisi di quella Regola di Stazza a Beppe Giannini, nostro esperto di aerodinamica e attento osservatore delle faccende tecnologiche legate all’America’s Cup. Questa la sua analisi:
Le ragioni che hanno portato Patrizio Bertelli al “gran rifiuto” sono note, nelle linee generali, a chiunque abbia seguito gli ultimi avvenimenti.
In primis, è innegabile che Luna Rossa sia stata raggirata, e questo mentre si stava muovendo generosamente (e, ammettiamolo, al limite dell’ingenuità) nel senso dell’interesse comune e nel rispetto di accordi chiaramente raggiunti. Nessuno definirebbe Russell Coutts un gentleman, nonostante il Sir; ma fa impressione vedere il Commercial Commissioner Harvey Schiller, alla faccia di ex-generale e dottorato, ribaltare la realtà come neanche il non rimpianto Tom Ehman avrebbe saputo fare. Mentre l’altro Sir, Ben Ainslie, non ha perso tempo nell’imitare il suo maestro e reclamare solo una Coppa “che realizzi il suo potenziale commerciale”, le quattro medaglie devono fruttare.
Inoltre, è eclatante quanto gli altri sfidanti siano asserviti ai dettami di Oracle: basta leggere il loro comunicato, congiunto e inviperito, contro Team New Zealand che si è azzardata a solidarizzare con Luna Rossa.
Quanto tutto ciò sia agli antipodi della tradizione di Coppa America è ben detto da Bruno Troublé, Mr. Louis Vuitton Cup, quando accusa gli attuali detentori di aver tradito “la lunga saga di incredibili personalità che hanno reso così speciale la Coppa”, e di averla ridotta a una regata di catamarani one design senza nessuno stile.

Detto questo, può essere interessante vedere le cose un poco più in dettaglio, alla luce di una prima lettura dei due documenti sfornati in tutta fretta da ACEA per formalizzare il cambiamento: il Protocollo con l’Amendment 4
http://ac.mueva.eu/media/files/m378_ac35-protocol–with-amendment-4-.pdf
e la nuova Regola di Stazza
http://ac.mueva.eu/media/files/m377_ac-class-rule-v1.pdf
Dal Protocollo, si nota subito:
– Il trattamento di favore ricevuto da Team France (la squadra che, non dimentichiamolo, ha espresso il voto decisivo), con la seconda rata della tassa di iscrizione e il performance bond spostati a maggio. Mentre Michel Desjoyeaux, in un’intervista a Voiles et Voiliers di febbraio, ha confessato candidamente che loro i 2 milioni di dollari in questione non li avevano e contavano su una modifica del Protocollo.
– La totale falsità che il cambiamento sia motivato dal desiderio di ridurre i costi, parlando beninteso di un team competitivo. C’è l’esigenza di stabilirsi per un periodo molto lungo in una località persino più cara di San Francisco come le Bermuda, non si parla di salary cap, e di fatto non ci sarà quasi una riduzione del personale. Questo perché, anche se gli sfidanti sono sempre limitati a un solo AC48, tutti quelli che potranno permetterselo faranno un programma completo di sviluppo e two-boat testing con due AC45Turbo, barche estremamente simili.
– Le modalità di selezione per stazzatori, umpire, soprattutto l’Arbitration Panel (sommate alla già avvenuta conferma come Regatta Director di Iain Murray, persona non esente da critiche nell’ultima Coppa) quando la maggioranza numerica degli sfidanti è asservita al defender, fanno presagire esiti negativi per ogni controversia futura. Rimane del resto inspiegabile che l’ISAF accetti passivamente di essere esclusa da qualsiasi ruolo.
Passando alla Stazza:
– La forma esterna di scafi, traverse e ala, posizione longitudinale di derive e ala sono fissate. Quindi le barche appariranno identiche, a parte le carenature aerodinamiche della piattaforma.
– Tipo e lunghezza del rigging, fornitore della rotaia del fiocco, il fiocco stesso con stecche e bozzelli, trampolino saranno unificati.
– In pratica le uniche aree libere rimangono derive, timoni (questa volta anche loro con rake regolabile) e sistemi di controllo per derive e ala.
Dal punto di vista strutturale, aver fissato peso minimo totale e unitario per metro quadro di pannello non condurrà a risparmi particolari di progettazione e costruzione: chi potrà permetterselo cercherà comunque soluzioni estreme per alleggerire le estremità e portare il peso al centro, irrobustendo al contempo le traverse. Sarà insomma il solito discorso di spendere tutti i soldi disponibili, anche se il vantaggio viene ridotto.

Angolo e superficie del tip element definiscono portanza, stabilità e resistenza all’avanzamento
Per le derive il campo di investigazione rimane decisamente ampio, anche se la loro posizione obbligata negli scafi elimina la possibilità di centrature innovative. Al momento, non si vede una configurazione alternativa a quella nota e genericamente denominata “uptip”; le variabili sono angolo e superficie dell’estremità, che determinano portanza e stabilità di assetto in foiling, ma anche resistenza all’avanzamento. In pratica, con i due set di derive a disposizione si dovrebbe scegliere quelle che con il vento previsto permettono di restare sui foil durante la virata, ma non frenano troppo alle alte velocità in poppa. In proposito, gli AC45Turbo hanno già toccato i 45 nodi, che rappresentano la soglia oltre la quale la cavitazione si fa sentire. Escludendo l’adozione di profili supercavitanti che avrebbero caratteristiche assolutamente inadatte a velocità inferiori, si può ipotizzare l’introduzione di estremità a freccia.
L’altra area dove i progettisti possono spaziare è quella dei sistemi di controllo.
Per l’ala, sono possibili grossi vantaggi nella facilità di regolazione e nell’inversione rapida del camber in virata e strambata. In particolare, questo è essenziale per restare sui foil durante la virata, naturalmente in stretto coordinamento con l’azionamento delle derive.
E appunto per le derive, la sfida è sviluppare circuiti di controllo del rake (e quindi della portanza) rapidi, precisi e che richiedano minore energia manuale. Collegata a questo, è fondamentale la comprensione di cosa determini la stabilità di assetto in foiling alle varie andature, rendendolo quanto più automatico e scorrevole nei limiti imposti dalla regola di stazza. Ma necessariamente le regole sono complesse, non possono prevedere tutto quello che si inventeranno i progettisti e di conseguenza, anche in base alle appena sopite polemiche dopo la vittoria a sorpresa di Oracle nell’ultima Coppa, è facile prevedere che è qui che si concentreranno proteste e richieste di interpretazioni. Questo su aspetti arcani per la stragrande maggioranza del pubblico, e con il sospetto di organi giudicanti non obiettivi: situazione tutt’altro che ideale.

Tutto sommato, da un punto di vista strettamente progettuale nel passaggio dall’AC62 all’AC48 le cose non cambiano poi molto: i campi da investigare rimangono quasi gli stessi, per i costi vale la regola che ogni team spenderà il massimo disponibile, che se speso bene porterà un vantaggio prestazionale sensibile.
Più difficile stimare lo spreco di risorse relativo alla cancellazione in corso d’opera dell’AC62, senza conoscere i dettagli del piano operativo del team. A lume di naso, però, non dovrebbe trattarsi di una percentuale importante di quanto speso ad oggi: secondo logica il grosso dell’ingegneria avrebbe dovuto essere dedicato a impostazioni generali e alla progettazione / realizzazione / valutazione in acqua degli AC45F prima e Turbo poi, attività comunque propedeutiche alla definizione della barca di Coppa.
Quello che invece resta inaccettabile è il metodo adottato da ACEA, il ribaltamento della realtà, e la constatazione di un ambiente uniformemente ostile con gli altri sfidanti allineati (in cambio di vantaggi ricevuti o attesi) con il defender. Oltre che ritrovarsi con una barca chiaramente troppo piccola e con assurdi elementi one design, incompatibili con l’immagine della Coppa.
Diremmo meno convincente l’ipotesi di un complotto, con Oracle che sceglie una barca simile a quella che sta sviluppando in segreto: foto e caratteristiche dell’AC45Turbo in costruzione erano in rete da mesi, e Artemis in qualche modo dispone di un gemello. Gli stessi Piranha e Swordfish di Luna Rossa erano appena entrati in cantiere per ricevere un upgrade presumibilmente analogo.
Di fatto, la ricostruzione più attendibile indica Larry Ellison, ormai interessato alla Coppa solo sporadicamente, e che avendo visto le prestazioni del Turbo avrebbe ordinato a Coutts il cambiamento: come ha sbottato Bertelli, prepotenza americana e basta.
(Beppe Giannini)
Mi incuriosisce il fatto come sia possibile che uno sfidante non ancora in regola con il pagamento della tassa possa votare alla pari dei sndacati già iscritti.
Chissà cosa staranno pensando tutti i componenti di Luna Rossa che un passato in Oracle?
con un passato in Oracle… naturalmente
America’s Cup: il gran rifiuto di Luna Rossa, analisi e dettagli della nuova stazza AC48: http://t.co/HNv8PEmKlk
America’s Cup: il rifiuto Luna Rossa, analisi e dettagli della nuova stazza AC48 http://t.co/fwJEFBV6hj |e già, prepotenza americana e basta
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per me è semplice: dato che oracle fa il furbo, basterebbe che tutti gli altri, che tra l’altro straparlano di riduzione dei costi, lo lasciassero solo col suo catamarano a ciucciarsi il dito e comprassero un VOR70 usato (30 nodi di media all’ultima VOR) poi dicessero se vuoi fare la regata e guadagnare sull’evento dicci quando, se no t’arrangi e vaff…..
“vengo anch’io?nottunò!” Mi pare che davvero si stia scadendo dai tempi di
sir Lipton…e anche da quelli recenti.
Peccato per una CA che rappresentava sì
un gioco da superricchi, ma anche una palestra di crescita tecnica e uno spettacolo seguito anche da chi di vela non si era mai interessato.
A questo punto rischia i’omologazione tra gli infiniti campionati di classe… cioè la fine?
Non per questo sparirà il foiling, chissà tra quanto lo troveremo su tutte le spiagge come
surf e kite…