Genova– La vela oceanica italiana cresce e lo fa bene. Quattro velisti italiani prenderanno parte alla prossima Route du Rhum destination Guadaloupe: Giancarlo Pedote con il suo Prysmian Group negli Imoca 60 e ben tre nei Class 40, tutti con barche nuove costruite per l’occasione grazie a sponsor che, finalmente, hanno supportato campagne valide di navigatori che la gavetta se la son fatta e bene. Ambrogio Beccaria, Alberto Bona e Andrea Fornaro.
A questi si aggiunge la cospicua flotta dei ministi in preparazione alla prossima Minitransat 2023, tra i quali spicca la sempre più preparata Cecilia Zorzi.
Se ne è parlato oggi pomeriggio, nel primo appuntamento al 62° Salone Nautico Internazionale di Genova di “L’Oceano a vela” la serie di eventi organizzati da The Ocean Race – Genova Grand Finale all’Eberhard & Co Theatre condotti dal giornalista Fabio Pozzo.
Per l’evento di apertura a parlare di oceani e dello stato di salute della vela oceanica italiana, c’erano proprio Alberto Bona (Ibsa) e, in collegamento da Lisbona, Ambrogio Beccaria (Alla Grande Pirelli) che come detto parteciperanno alla Route du Rhum, la più dura e celebre transatlantica in solitario, con rotta da Saint Malo alla Guadalupa, che parte il 6 novembre. Al Rhum parteciperà anche il toscano Andrea Fornaro con Influence.
Oltre a loro era presente anche Andrea Fantini, che sta partecipando al giro del mondo a tappe dei Class 40, il Globe 40, in coppia con uno skipper giapponese e Francesca Calpcich in collegamento da Concatneau dove è impegnata con il 11th Hour Racing Team, uno dei team che parteciperà al prossimo giro del mondo di The Ocean Race che si concluderà a Genova.
A completate il palco Marco Trombetti, promotore della partecipazione italiana alla Ocean Globe Race con lo Swan 65 Translated 9 (invelato OneSails Francesco Diddi). Si tratta della regata-commemorazione della prima edizione della Whitbread Round the World Race, il giro del mondo in equipaggio, disputato nel 1973 e che, 50 anni dopo, ripeterà quel percorso sempre con imbarcazioni uguali a quelle che corsero il primo giro e quindi senza elettronica e senza collegamenti satellitari.
Translated 9 conta addirittura su due Swan 65, quello con cui si regaterà e che ha quadi ultimato nove mesi di refit in cantiere per poter affrontare il Southern Ocean, e l’altro usato per le selezioni che fa base a San Francisco e conta anche sulla consulenza di Paul Cayard.
“Una partecipazione che vuol mettere al centro di questa grande avventura l’uomo” ha sottolineato Trombetti che parteciperà con un equipaggio composto da tre professionisti, i primi due sono Vittorio Malingri e suo figlio Nico, oltre a, per ogni tappa, sette persone uscite da una selezione delle oltre 1400 domande giunte da semplici appassionati… ed è ancora possibile inviare il curriculum…