Tristan da Cunha– Gli Albatross del Sud Atlantico stanno assistendo a una volata a medie sui 25 nodi tra i primi tre Imoca 60 nella fase finale della seconda tappa di The Ocean Race. 11th Hour ha preso la testa e, alle 19:00 CET di oggi, era a 1533 miglia da Cape Town e aveva 6,3 miglia di vantaggio su Team Holcim PRB e 6,5 su Team Malizia. Biotherm è quarto a 156 miglia. Guyot chiude a 405 miglia.
Ben 100 le miglia coperte da 11th Hour nelle ultrime quattro ore, appunto a 25 nodi di media.
Le attuali medie potrebbero portare anche a un abbattimento del record sulle 24 ore per un monoscafo, attualmente fissato in 618,01 miglia dal 100 piedi Comanche di Ken Read a una media di 25,75 nodi. Il primato precedente per una barca del giro del mondo erano le leggendarie 596,6 miglia stabilite da Torben Grael su Ericsson 4 nel 2008.
La flotta dei cinque Imoca, con GUYOT rimasto staccatissimo vittima purtroppo della sua opzione orientale che non ha pagato, sta transitando tra Tristan da Cunha a sinistra e la desolata isola di Gough a dritta.
Un passaggio che, vista la rotta attuale, impedirà ai velisti di The Ocean Race di vedere Tristan da Cunha, l’isola abitata più remota del pianeta. Se n’è rammaricato un po’ Amory Ross, On board reporter su 11th Hour, che ha ricordato l’epico scalo del 2011, quando fece scalo per una settimana a Tristan da Cunha dopo che il VO70 Puma aveva disalberato 600 miglia a NW dell’isola.
In quell’occasione, Puma, con skipper proprio Ken Read, raggiunge Tristan a motore, dove poi attese un cargo che la riportò a Cape Town dove fu installato un nuovo albero.
L’equipaggio fu accolto e accudito dai 264 abitanti di Edinburgh of the Seven Seas, l’unico centro abitato di Tristan da Cunha, fino all’arrivo della nave. Un’esperienza unica, che Amory Ross ha ricordato con intensità nel suo commento di oggi.
