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Quarta puntata della serie Dieci domande a… curata da Stefano Beltrando. Protagonista Giovanni Belgrano, strutturista nautico di fama mondiale.

Dietro ad ogni barca ci sono sempre un architetto navale e un costruttore quasi sempre noti. Al contrario chi si occupa di dimensionare queste strutture e trasformare delle linee in progetti realizzabili è conosciuto al più tra gli addetti ai lavori. Giovanni Belgrano è semplicemente uno dei principali protagonisti in questo ruolo degli ultimi 30 anni.

1.Quanti anni hai e quali sono la prima barca che hai progettato, l’ultima e la più difficile?
62, GARUDA, 1985 Swan100 one-off (full carbon/kevlar/epoxy), l’ultima 2021 Flying-Nikka, la piu difficile gli AC72 con TNZ per SanFrancisco. Ma la preferita è STEALTH, con Frers, Ben Mennem, Green Marine.

2.Le cause di rottura più frequenti nelle imbarcazioni da regata oceanica?
Non credo si possa generalizzare, ma salendo le velocità, impatti dinamici (l’energia cinetica sale al V^2), risultano in scollamenti, e ogni imperfezione viene esposta.

3.Moglie inglese, origini franco, italo, austriache; mi hai detto più volte di essere cittadino Europeo però hai vissuto un bel po’ in Nuova Zelanda. La pensione, quando ci andrai dove la passerai?
Home e’ Isle of Wight, ma andiamo con il vento, che principalmente per noi e’ la famiglia, i nipotini in particolare

4.Lo sai vero che nei primi anni 2000 molti mi chiamavano per errore Stefano Belgrano perché il tuo cognome era troppo famoso e quindi per assonanza lo davano anche a me?
Haha… e una pizzeria a San Diego cercava di consegnare a Bill… Bill….. Bill Grano….

5.Hai vinto overall una delle regate iconiche, la Round the Island Race sulla tua barca personale ed inspiegabilmente non solo non l’hai progettata tu ma è pure in legno. Non ti fidavi delle tue barche?
Il mio amore (da piu di 20-anni) è Whooper, bella, ideale per il Solent, ha 82 anni, rivoluzionaria, cerco di portarla a 100, nel frattempo ci divertiamo sia in full Classic, ma soprattutto in Modern mode.

6.Quando mi viene chiesto che lavoro faccia, rispondo “il ginecologo delle barche” si fa in fretta e più o meno ha senso. Tu invece come lo sintetizzeresti il tuo?
Rimanendo in campo medico, il chirurgo, mi occupo delle ossa principali, e di metter a posto le loro connessioni quando c’e bisogno (guarda caso era il vero mestiere di mio papà, che per esempio sperimentava con gessi ultraleggeri ogni volta che mi rompevo qualcosa).

7.Il progetto non nautico più sorprendente al quale hai partecipato?Personalmente ho fatto poco fuori dalla nautica – ma la SP Systems, ditta di cui ero partner fondatore, ha aiutato a fare i grandi passi delle pale eoliche, Testate dell’ETR500, etc.

8.Il tuo successo è meritato perché la competenza progettuale è solo una delle maglie di una catena più lunga che include saper navigare, essere visceralmente appassionato di vela, conoscere i segreti dei materiali e dell’industria nautica. Pensi che anche in futuro questo sarà il profilo ideale o la specializzazione
nei vari settori diventerà così estrema da spingerti a dover gestire solo un tema alla volta?
Nel mio mestiere specifico di Structural Designer, forse non è essenziale essere esperto velista, basta avere il rispetto per il mare e la repsonabilità per la sicurezza di chi ci va. Ma cosa eè essenziale, e forse si stà un po’ perdendo con sempre più avanzate simulazioni e ottimizzazioni matematiche: la conoscenza
in profondità dei materiali, dei processi produttivi e dettagli per assemblaggi della costruzione.

9.Come sarà la prossima barca che batterà il trofeo Jules Verne? Non mettere limiti alla fantascienza.
Chiaro che stà per arrivare una convergenza tra i trimarani foling (Gitana lo avevamo sviluppato quasi 10 anni fa), e i monoscafo foiling AC75.
Funzionano fondamentalmente uguali, la origine di entrambi è superata, e come con madre natura, secondo me si stanno per evolvere in una nuova specie, con la creatività di visionari come Guillaume Verdier.

10.So che hai un RS aero, ma se volessi navigare in doppio che barca sceglieresti?
Farr X2 o simile futuro double-handed coastal racer. In attesa di un foiler, quando ci sarà un trickle-down pratico.

(Stefano Beltrando, 4-continua)

Stefano Beltrando, Foto Borlenghi/Luna Rossa

 

Stefano Beltrando, professionista tra i più apprezzati nel mondo della vela hi tech con la sua QI Composites che si occupa di test non distruttivi e sui materiali, cvura questa serie d’incontri con alcuni dei più noti protagonisti del mondo velico.
Dieci domande a… è una serie che si propone di raccontare la passione per un mondo stupendo e altamente professionale come quello della vela sportiva.
Precedenti puntate:

2.Santiago Lange

3.Luca Rizzotti

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